Il Sun Radio Interferometer Space Experiment, o SunRISE, è una futura missione della NASA composta da una serie di sei CubeSat, che lavoreranno insieme per studiare e monitorare l’attività solare. Questo mese, la costruzione dei sei mini-satelliti è stata portata a termine. Sono tutti identici, grandi quanto una scatola di cereali, e ora in attesa dei test finali.
Il lancio di SunRISE è previsto non prima dell’aprile 2024, in rideshare a bordo di un razzo Vulcan della United Launch Alliance. Sarà sponsorizzato dallo Space Systems Command (SSC) della United States Space Force (USSF).
Uno degli obbiettivi principali di questa missione è lo studio dei lampi radio solari, ovvero la generazione di onde radio nell’atmosfera esterna del Sole. Queste esplosioni derivano da elettroni accelerati nella fotosfera durante eventi energetici noti come espulsioni di massa coronale, e nel corso di brillamenti solari.
Il monitoraggio dallo spazio dei lampi radio solari
Le particelle accelerate da questi eventi possono danneggiare l’elettronica dei veicoli spaziali, compresi i satelliti per le comunicazioni in orbita terrestre, e rappresentare una minaccia per la salute degli astronauti. SunRISE studierà la fisica dietro queste esplosioni, per raccogliere informazioni che un giorno potrebbero aiutare a proteggere gli astronauti e i satelliti dall’intenso vento di particelle cariche.
Questo tipo di monitoraggio non è possibile da Terra. L’atmosfera terrestre, infatti, blocca la gamma delle lunghezze d’onda radio emesse dai lampi radio solari. Per un sistema di monitoraggio spaziale, gli scienziati hanno bisogno di un radiotelescopio più grande di qualsiasi altro precedentemente utilizzato nello spazio. Ed è qui che entra in gioco SunRISE.
SunRISE, una gigantesca antenna radio nello spazio
I sei mini-satelliti di SunRISE orbiteranno al di sopra dell’atmosfera terrestre, a una distanza di 10 chilometri l’uno dall’altro. Ciascuno dispiegherà quattro antenne radio, estese per 2.5 metri.
Gli scienziati e gli ingegneri della missione tracceranno la posizione dei satelliti l’uno rispetto all’altro, e misureranno con precisione quando ciascuno osserva un particolare evento. Quindi combineranno le informazioni raccolte dai satelliti in un unico flusso di dati, che arriverà a Terra tramite il Deep Space Network della NASA. Da questo flusso, verranno prodotte immagini del Sole che gli scienziati potranno studiare. L’intera procedura è la tecnica dell’interferometria, utilizzata anche qui a Terra. I sei CubeSat, infatti, agiranno come un unico radiotelescopio nello spazio.
SunRISE creerà così mappe 3D dettagliate di dove si verificano le emissioni radio energetiche nell’atmosfera solare, che indicano le posizioni di esplosioni di radiazioni estremamente potenti. Osservando questi eventi, la missione aiuterà a comprendere meglio cosa li innesca, come le particelle vengono accelerate e il modo in cui si evolvono le tempeste solari.
SunRISE mapperà anche per la prima volta le linee del campo magnetico, che hanno origine dall’interno del Sole e si estendono attraverso lo spazio interplanetario.