Dopo il successo della missione lunare Chandrayaan-3 e l’atterraggio sulla Luna del lander Vikram, l’India si prepara a compiere un altro grande passo anche nello studio del Sole. Il 2 settembre 2023 alle 8:20 italiane è previsto il lancio del satellite Aditya-L1, la prima missione dell’ISRO dedicata al’osservazione solare.
Aditya-L1 si posizionerà nell’orbita instabile attorno al punto Lagrangiano L1 del sistema Sole-Terra, a circa 1.5 milioni di chilometri da noi. Questa posizione privilegiata permetterà al satellite di osservare costantemente il Sole, senza essere oscurato da eclissi o altre interferenze.
La missione: strumentazione e obbiettivi
Aditya-L1 impiegherà circa 109 giorni terrestri dopo il lancio per raggiungere l’orbita attorno al punto L1. Il satellite, dal peso di 1500 kg, rimarrà in orbita per una durata nominale di 5.2 anni.
La missione è equipaggiata con sette strumenti scientifici all’avanguardia, che consentiranno di studiare vari aspetti del Sole. Quattro di essi osserveranno direttamente il Sole. Si concentreranno sulla dinamica dell’alta atmosfera solare, il riscaldamento cromosferico e coronale, la fisica del plasma parzialmente ionizzato, le espulsioni di massa coronale e i brillamenti solari.
Gli altri tre effettueranno misurazioni in situ per esplorare la meteorologia spaziale generata dal Sole nello spazio interplanetario, fornendo dati preziosi sulla temperatura, la velocità e la densità delle particelle e del plasma.
Tra gli obiettivi scientifici principali della missione vi sono la comprensione del riscaldamento coronale, l’identificazione dei processi che portano agli eventi eruttivi solari, lo studio della topologia del campo magnetico nella corona solare e la determinazione dei fattori che influenzano la meteorologia spaziale, come l’origine e la dinamica del vento solare.
Il contributo dell’ESA
L’ESA contribuisce a questa missione in due modi. Innanzitutto, l’anno scorso ha assistito l’ISRO nella convalida di un nuovo importante software di dinamica di volo. In secondo luogo, fornirà servizi di comunicazione grazie alla rete globale di stazioni di tracciamento dello spazio profondo.
Le stazioni ESA supporteranno la missione dall’inizio alla fine: nella fase critica di lancio, durante il viaggio verso L1, e successivamente nell’invio di comandi e la ricezione di dati scientifici da Aditya-L1 per più ore al giorno nei prossimi due anni di operazioni di routine.
“Per la missione Aditya-L1, stiamo fornendo supporto da tutte e tre le nostre antenne spaziali in Australia, Spagna e Argentina” ha affermato Ramesh Chellathurai, ESA Service Manager e ESA Cross-Support Liaison Officer for ISRO. “Così come il supporto dalla nostra stazione Kourou nella Guyana francese e il supporto coordinato dalla stazione terrestre di Goonhilly, in Inghilterra”.
Le difficoltà in L1
I punti di Lagrange offrono posizioni strategicamente vantaggiose per le missioni. In essi la forza gravitazionale di Sole e Terra si bilanciano, quindi i veicoli spaziali possono operare con un consumo minimo di carburante.
Il punto di Lagrange più famoso è L1, tra la Terra e il Sole, appena all’1% della distanza del nostro pianeta dal Sole. È un luogo ideale per missioni solari come Aditya-L1 poiché offre una vista ininterrotta del Sole, evitando eclissi terrestri. Qui già orbita il telescopio spaziale SOHO per l’osservazione solare, missione congiunta di ESA e NASA in attività dal 1995.
Tuttavia, raggiungere L1 e mantenersi in orbita attorno a esso è complesso a causa dell’instabilità orbitale. Piccoli errori di traiettoria possono aumentare rapidamente, richiedendo manovre di mantenimento in orbita. Nel 1998, ad esempio, SOHO ha perso il contatto a causa di un errore orbitale, ma è stato recuperato grazie alla collaborazione tra NASA ed ESA.
Ecco perché l’ISRO si è affidato all’ESA per il nuovo software di volo, che garantirà la precisione necessaria per operare con successo in L1.