La NASA ha annunciato ufficialmente il ritardo della pubblicazione dell’invito a presentare proposte per la prossima missione scientifica planetaria del programma New Frontiers. Scrive che si tratterà di un “ritardo di molti anni”.
Questo annuncio è stato fatto a seguito di problemi di budget, che hanno portato a una revisione delle tempistiche e delle possibilità di selezione delle missioni. Inizialmente prevista per quest’autunno, l’invito non sarà diffuso prima del 2026.
Il programma New Frontiers e i problemi di budget
Il programma New Frontiers, istituito dalla NASA, mira a esplorare il Sistema Solare attraverso missioni scientifiche innovative e ambiziose. Queste missioni sono concepite per affrontare domande fondamentali sulla formazione, evoluzione e composizione di pianeti, lune e altri corpi celesti nel nostro sistema planetario.
Le missioni New Frontiers sono considerate una tappa intermedia tra le missioni Discovery, a basso costo, e le missioni di grande scala del programma Flagship. Tuttavia, anche New Frontiers non è immune alle sfide finanziarie.
La Planetary Science Division (PSD) della NASA ha riscontrato incertezze nel suo budget, che hanno influenzato la tempistica di rilascio dell’invito (l’Announcement of Opportunity, AO) a presentare proposte per la prossima missione, la quinta del programma. Oltre ad un ritardo nell’AO, il fatto potrebbe anche portare a modifiche nell’elenco delle possibili missioni idonee alla selezione.
Le missioni candidate per il programma New Frontiers coprono una vasta gamma di obiettivi scientifici. Questi includono il ritorno di campioni da una cometa, l’esplorazione di luoghi come la luna vulcanica di Giove, Io, la caratterizzazione della superficie lunare e delle sue caratteristiche geofisiche. Ma anche la valutazione dell’abitabilità di corpi celesti come Encelado, luna ghiacciata di Saturno, e l’analisi dell’atmosfera di Saturno stesso.
La quinta missione rimandata al 2026
La bozza dell’AO aveva previsto una scadenza per la proposta nell’aprile 2024. La NASA prevedeva di selezionare diverse proposte alla fine del 2024 per gli studi di Fase A, con durata fino all’inizio del 2026, e di scegliere uno di questi finalisti come prossima missione New Frontiers alla fine del 2026, con lancio tra il 2031 e il 2034. Ora invece la scadenza della proposta è stata traslata in avanti di ben due anni, insieme a tutto il resto della timeline.
L’annuncio del ritardo ha suscitato preoccupazioni tra la comunità scientifica, che aveva già iniziato a pianificare proposte e a lavorare sulla progettazione delle missioni. Tuttavia, il ritardo offre anche l’opportunità di aggiornare gli obiettivi scientifici in base alle ultime scoperte, e di riconsiderare i costi associati alle missioni.
La bozza dell’AO originariamente stimava un costo di 900 milioni di dollari per lo sviluppo della missione, con ulteriori 300 milioni di dollari per le operazioni. Tuttavia, le raccomandazioni dell’indagine decennale suggerivano un aumento del tetto massimo dei costi a 1.65 miliardi di dollari, più un’indennità di 30 milioni di dollari all’anno per missioni con tempi lunghi di crociera. Nessuno dei limiti di costo includeva il lancio.
Il programma New Frontiers ha già dimostrato il suo valore con missioni di successo. La prima è stata la New Horizons, verso Plutone e la fascia asteroidale di Kuiper. Poi la missione Juno in orbita attorno a Giove. E l’attuale OSIRIS-REx, che ha raccolto campioni dall’asteroide Bennu e li porterà sulla Terra il 24 settembre. Infine, la missione Dragonfly che è in fase di sviluppo per esplorare Titano, luna di Saturno.