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La NASA ritira lo strumento di mappatura dei minerali sul Mars Reconnaissance Orbiter

Mariasole Maglione di Mariasole Maglione
Aprile 27, 2023
in Agenzie Spaziali, Esplorazione spaziale, NASA, News, Sistema solare
Alga Crater

Alga Crater, cratere marziano, con colori dati dallo spettrometro CRISM sul Mars Reconnaissance Orbiter della NASA. Credits: NASA/JPL-Caltech/JHUAPL/Univ. of Arizona

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La NASA ha spento uno degli strumenti più vecchi usati per lo studio di Marte. Si chiama CRISM, acronimo di Compact Reconnaissance Imaging Spectrometer for Mars, ed era installato a bordo del Mars Reconnaissance Orbiter.

CRISM, nei suoi 17 anni di attività, ha rivelato minerali come argille, ematite (o ossido di ferro) e solfati sulla superficie di Marte. Guidato dal JPL, lo spettrometro ha prodotto mappe minerali ad alta risoluzione, fondamentali per aiutare a capire come laghi, corsi d’acqua e acque sotterranee hanno plasmato il Pianeta Rosso nel corso di miliardi di anni.

I due rilevatori di CRISM, a luce visibile e infrarossa, hanno potuto individuare le impronte chimiche dei minerali che si formano in presenza di acqua. In questo modo, lo strumento ha rivelato come e dove l’acqua ha trasformato Marte. Inoltre, ha permesso alla NASA di capire dove si trovano i siti di atterraggio scientificamente più interessanti, come con il cratere Gale per il rover Curiosity e il cratere Jezero che sta esplorando Perseverance.

Le mappe minerali di Marte

Per studiare la luce infrarossa che viene irradiata da oggetti caldi ed è invisibile all’occhio umano, CRISM si è affidato a criorefrigeratori per isolare uno dei suoi spettrometri dal calore del veicolo spaziale. Tre criorefrigeratori sono stati utilizzati in successione, e l’ultimo ha completato il suo ciclo di vita nel 2017.

Il team CRISM ha quindi cercato modi per continuare a produrre dati senza l’uso di criorefrigeratori, decidendo di creare due nuove mappe quasi globali. L’ultimo grande set di dati prodotto da CRISM ha permesso di produrre una mappa quasi globale composta da circa 1.764 singoli segmenti, comprendente in tutto 72 diversi colori. I dati per la mappa, che conta in totale 6.3 gigapixel, sono stati raccolti in 11 anni di operazioni CRISM.

Con le mappe di CRISM, i ricercatori possono facilmente collegare i depositi minerali osservati in immagini ad alta risoluzione alle tendenze geologiche su scala regionale e alle caratteristiche del paesaggio marziano.

Nili Fossae
Sei diverse viste della regione di Nili Fossae di Marte, catturate da CRISM. I vari colori rappresentano minerali sulla superficie marziana visti in diverse lunghezze d’onda della luce. Credits: NASA/JPL-Caltech/JHU-APL

Depositi di vetro da impatto

Depositi di vetro da impatto sono stati conservati nei crateri marziani, tra cui il cratere Alga (in copertina). Nella codifica a colori basata sull’analisi degli spettri CRISM, il verde indica la presenza di vetro, il blu del pirosseno, il rosso di olivina.

Il vetro da impatto si forma nel calore di un impatto violento che scava un cratere. Il vetro da impatto trovato sulla Terra può preservare le prove della vita antica. Un deposito di vetro da impatto su Marte, potrebbe essere un buon posto per cercare segni di vita passata sul pianeta.

Syrtis Maior
Cratere da impatto nel Syrtis Major meridionale catturato dallo strumento HiRISE sull’MRO. Credits: NASA/JPL-Caltech/JHU-APL/University of Arizona

Il Mars Reconnaissance Orbiter, ora che CRISM è stato dismesso, continua a utilizzare HiRISE (High Resolution Imaging Science Experiment), gestito dall’Università dell’Arizona, e altri quattro strumenti. Sta indagando le proprietà fisiche e geologiche di Marte dal 2006, come un vero e proprio laboratorio orbitale.

Anche se il team di CRISM rimpiange lo strumento ora spento, sa che il vasto catalogo di dati che ha fornito nei suoi 17 anni di lavoro scientifico permetterà ora ai ricercatori di studiare a fondo il Pianeta Rosso e i segreti nascosti nei suoi minerali ancora per diversi anni.

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Tags: geologiaMars Reconnaissance OrbiterMarteminerali

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