Il 21 agosto 1965, dalla rampa di lancio LC19 di Cape Canaveral venne lanciato un vettore Titan II GLV, con a bordo una capsula Gemini. Era la la quinta missione del programma preparatorio ad Apollo. A bordo della capsula si trovavano gli astronauti LeRoy Gordon Cooper e Charles Conrad, che completarono la missione dopo 7 giorni e 22 ore in orbita. Il loro obbiettivo venne raggiunto, cioè quello di testare le manovre di avvicinamento ad un secondo oggetto già in orbita, manovre fondamentali per il successo del futuro programma Apollo.
Il lancio del vettore Titan II passò alla storia anche perché un pezzo del primo stadio, in particolare il serbatoio superiore dell’ossidante (tetrossido di azoto) venne recuperato dall’oceano. Il 19 gennaio questo primo stadio è arrivato a Cape Canaveral e sarà esposto nel museo della base per la prima volta fin dal suo recupero nel 1965.
A 27-foot segment of a Titan II booster recovered from the sea after Gemini 5 has been secured by the @SpaceForceDoD Historical Foundation. It just arrived in Cape Canaveral and will be preserved and displayed at Hangar C by the museum here🚀🇺🇸 pic.twitter.com/WUD2wuRyOb
— 📸Trevor Mahlmann🚀 (@TrevorMahlmann) January 19, 2023
Tutti i vettori che partono da Cape Canaveral e dal Kennedy Space Center infatti, si dirigono verso l’Oceano Atlantico e i primi stadi dei razzi cadono quindi in acqua. Questo avveniva per tutti i razzi prima dello Space Shuttle e prima dei Falcon 9 di SpaceX.
I booster laterali dello Space Shuttle possono a tutti gli effetti essere considerati come un “primo stadio”. Si separavano circa dopo 2 minuti e 30 secondi, ricadendo nell’Oceano non troppo distanti dalla zona di lancio. Venivano quindi ripescati e ricertificati, per farli volare nuovamente ad una missione successiva. Questo è stato a tutti gli effetti il primo vero riutilizzo di un booster di un razzo spaziale orbitale. Fino a quel momento, ad inizio degli anni ’80, nessun primo stadio americano era mai stato recuperato, affondando nell’Oceano, tranne questo stadio del Titan II della missione Gemini 5.
Un recupero fortuito, ma storico
Come per i lanci precedenti, nell’agosto del 1965 nemmeno lo stadio del Titan II doveva essere recuperato. Al largo delle Bermuda venne però scoperto da un aereo dell’Air Force e poi recuperato dal cacciatorpediniere U.S.S. Du Pont circa 450 miglia a Nord Est di Cape Canaveral. Non è dato sapere se questa parte del primo stadio si sia separata da quella sottostante durante il rientro o all’impatto con l’Oceano. Quello che è sicuro è che il restante booster è affondato.
Nonostante questo sia stato l’unico booster recuperato negli anni ’60 e ’70, non si tratta dell’unico pezzo della prima corsa allo spazio recuperato. Negli anni diversi elementi, stadi e perfino pezzi di motore sono stati recuperati sia da missioni governative (a volte anche casualmente) che da privati. Uno di questi è Jeff Bezos, che per anni ha avuto come Hobby il recupero di questi cimeli.
Ora questo primo booster sarà esposto al museo di Cape Canaveral, dopo essere stato in un hangar fin dal suo recupero al US Space & Rocket Center di Huntsville, in Alabama.
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