SpaceX è da anni al lavoro su Starship e Super Heavy, rispettivamente una nuova navetta riutilizzabile pesante e il suo lanciatore. Entrambi sono stati progettati per essere impiegati più volte proprio come i razzi Falcon 9 e mirano a diversi profili di missione, includendo trasporto cargo verso l’orbita terrestre bassa, il supporto all’esplorazione lunare e, soprattutto, lo sviluppo d’insediamenti umani su Marte.
Proprio per avanzare verso il suo obiettivo principale (la colonizzazione di Marte appunto), SpaceX ha progettato Starship e Super Heavy con l’intenzione di abbassare i costi di lancio verso orbite LEO fino a poche decine di dollari per kg di carico utile. Questi valori saranno raggiungibili utilizzando ogni Starship più volte, seguendo la strada segnata dai Falcon 9: ci sono booster con più di 13 missioni all’attivo, che hanno abbassato i costi di lancio nell’intorno dei 2000$/kg.
Alcune implicazioni di questo ambizioso programma sono facilmente immaginabili: il mercato dei lanci spaziali, almeno finché la concorrenza non recupererà terreno, graviterà sempre di più attorno a SpaceX, la quale è già saldamente in testa alla classifica per numero di lanci e massa portata in orbita. Molti razzi di vecchia generazione (e anche alcuni che aspettano ancora il primo volo inaugurale…) diventeranno ancora meno economicamente competitivi, con uno svantaggio di diversi ordini di grandezza rispetto all’azienda di Musk.

L’importanza strategica ed economica dei lanciatori
Nonostante questo andamento, diversi lanciatori “tradizionali” continueranno a venire impiegati per alcuni particolari profili di missione e per programmi governativi e/o militari, ma avranno sempre meno senso nel mercato commerciale. Lo spazio è stato da sempre un dominio strategico per le forze di difesa delle grandi potenze; negli ultimi anni il riconoscimento di tale status è andato rafforzandosi, trovando esempi importanti nella formazione della US Space Force americana e del Comando delle operazioni spaziali (COS) in Italia.
La necessità di non dipendere da un unico fornitore favorirà lo sviluppo di soluzioni alternative e terrà sul mercato alcuni dei “vecchi” operatori: molti di questi, seppur non competitivi economicamente, continueranno a offrire soluzioni specifiche per lanci ad alto rischio (come quelli di sonde alimentate da materiale radioattivo) od ottimizzate per orbite non tradizionali.
L’introduzione di Starship e Super Heavy non impatterà però solo il mondo dei lanciatori. L’intera industria aerospaziale ha dovuto fare i conti, fin dagli albori, con gli elevatissimi costi di lancio di satelliti, sonde robotiche e capsule; non c’è progetto aerospaziale in cui, tra le principali linee guida di design, non ci siano importanti vincoli di massa. Tali limitazioni hanno da un lato spinto lo sviluppo di materiali avveniristici e di metodologie volte all’ottimizzazione estrema del peso del veicolo, ma contemporaneamente hanno spesso obbligato a importanti compromessi in termini di funzionalità, performance, tempi e costi di sviluppo.

La seconda rivoluzione satellitare di SpaceX
SpaceX si appresta non solo a rivoluzionare il mercato dei lanciatori, ma anche quello dei satelliti, dopo averlo già fatto una volta con Starlink. A parità di budget, la necessità di ottimizzare l’uso di ogni grammo a bordo del veicolo potrà essere un nice-to-have e non un must per molte applicazioni e, rilassando i vincoli progettuali, prestazioni, funzionalità e tempi di sviluppo ne gioveranno di conseguenza.
Inoltre, i satelliti più leggeri diventeranno ancor più economici da lanciare e, quindi, da sostituire, con impatti sulla filosofia di sviluppo non solo di piattaforme classiche ma anche di quelle micro-satellitari. Per la prima volta un lanciatore della categoria “super-heavy” (ossia capace di lanciare in LEO almeno 50 tonnellate) vanterà un rateo di lancio di qualche settimana.
Prestazioni che storicamente sono state appannaggio di mostri sacri come il Saturno V ed Energia diventeranno non solo accessibili ordinariamente, ma saranno tanto economiche da abbassare drasticamente l’alto livello di difficoltà che ha da sempre caratterizzato lo sviluppo di soluzioni spaziali. Per quanto porterà via parte del romanticismo, raggiungere l’orbita bassa diventerà molto più simile a una “normale” spedizione, con Starship che opererà analogamente a furgoni carichi della merce più diversa.
È difficile dire se il settore aerospaziale sarà pronto alla rivoluzione imminente: probabilmente oggi la prospettiva di portare in LEO hardware a poche decine di dollari al kg sembra lontana, troppo bella per essere vera e, di fatto, tanto l’accademia quanto l’industria appaiono ancora legate, almeno in parte, al “Vecchio Mondo”. Ad ogni modo non ci resta che aspettare, presto gli equilibri dell’industria aerospaziale verranno riscritti ancora una volta da SpaceX e da tutti gli altri player che sapranno trarre profitto dal cambiamento.
Continua a seguire Astrospace.it sul canale Telegram, su Instagram e sul nostro canale Youtube. Non perderti nessuno dei nostri articoli e aggiornamenti sul settore aerospaziale e dell’esplorazione dello spazio.