La rete satellitare Starlink negli ultimi mesi ha dimostrato diverse sue peculiarità, alcune delle quali erano difficilmente immaginabili nel 2019 e 2020, quando SpaceX ne ha iniziato la costruzione. Ne è una dimostrazione la recente discussione sull’uso di Starlink in Ucraina, o meglio, su quanto Elon Musk possa e voglia permetterne l’uso in Ucraina.
Attualmente nel Paese la connessione tramite Starlink è diventato il modo principale con cui collegarsi ad Internet, ma non solo. La maggior parte delle infrastrutture militari e logistiche funziona tramite Starlink, per diversi motivi. Questo ha portato SpaceX a sostenere dei costi imprevisti, che sono stati stimati in 20 milioni di dollari al mese da Elon Musk, costi che lo hanno portato prima a richiedere l’aiuto del governo americano, ma poi a ritrattare, garantendo ancora il servizio Starlink in Ucraina. Questo è successo il 15 ottobre 2022.
Sembra però che la questione sia ben più complessa di una classica manovra economica, e la sua gestione ed eventuale situazione potrebbe giocare un ruolo chiave per il futuro delle megacostellazioni in orbita terrestre bassa. Cerchiamo in questo approfondimento di chiarire questa questione.
Una costellazione dalle applicazioni impreviste (?)
La costellazione Starlink è nata con l’obbiettivo dichiarato di portare Internet in zone dove le strutture di Terra o i satelliti geostazionari non riuscivano a fornire prestazioni adeguate. Con il tempo però, SpaceX ha dimostrato innanzitutto di saper costruire una costellazione di oltre 4000 satelliti, risolvendo due criticità: la frequenza di lancio e l’infrastruttura necessaria alla costruzione e progettazione di così tanti satelliti. Attualmente gli Starlink sono quasi il 40% di tutti i satelliti in orbita. La terza criticità, la sostenibilità economica, è ancora da risolvere.
Una volta dimostrate le capacità dei satelliti Starlink però, sono stati in molti ad aver avuto interesse nel partecipare in qualche modo al progetto. Per primi sono arrivati i contratti per l’uso da parte di realtà militari. Poi la Space Force si è interessata ad usi “paralleli”, come l’osservazione terrestre o applicazioni di navigazione satellitare.
Perché le foto dallo spazio dei satelliti Starlink sono una cosa importante
Questo crescente interesse per Starlink non solo come costellazione per internet, ma come vera e propria infrastruttura spaziale, ha portato diverse conseguenze nel 2022.
A maggio del 2022 il South Morning Post ha riportato una ricerca cinese, che analizzava quanto la rete Starlink fosse pericolosa per gli interessi e i satelliti cinesi. In una intervista rilasciata al Financial Times il 9 ottobre, lo stesso Elon Musk ha dichiarato che esponenti del governo cinese gli hanno chiesto di non commercializzare Starlink in Cina, oltre a dichiarare la loro opposizione alla fornitura del servizio all’Ucraina.
La questione Ucraina
Arriviamo ora alla questione Ucraina. Musk ha attivato la fornitura di Starlink in Ucraina già nella prima parte della guerra, con le prime parabole che sono state fornite direttamente da SpaceX pochi giorni dopo l’attacco russo. Il 3 ottobre lo stesso Musk ha però iniziato una lunga spirale di polemiche, con un tweet in cui proponeva una soluzione al conflitto. Successivamente ha affermato che dall’inizio della guerra fornire il servizio è costato a SpaceX oltre 80 milioni di dollari, circa 20 milioni al mese.
Non ci sono molti dettagli su queste cifre, ma sono da contestualizzare. Il costo infatti non è dovuto solo alle parabole e all’abbonamento. Alcuni kit sono stati comprati dal governo USA, molti altri dagli stessi Ucraini, come per gli abbonamenti, che sono tuttora pagati dagli Ucraini.
Mantenere la cella attiva senza ground station sul territorio, e soprattutto proteggere il servizio dagli attacchi russi è però un costo importante. A questo si aggiungono le varie “personalizzazioni”, come il diminuire il consumo energetico delle antenne, permettendo così l’uso in modalità portatile. In più, in molte aree di combattimento, l’uso di Starlink è capillare, e SpaceX lo blocca o attiva in base all’uso. Sembra in alcuni casi anche soldati russi siano riusciti ad attivare dei kit Starlink.
Dopo questa serie di tweet e richieste di co-finanziamento al governo USA, Elon Musk ha però cambiato idea, confermando il 15 ottobre che continuerà a mantenere attivo il servizio Starlink. Qualche giorno prima, un reportage di Vice (con fonti anonime) aveva affermato che Musk aveva avuto un colloquio privato con Putin. La notizia è stata smentita dallo stesso Musk.
Very interesting statement from @elonmusk re Ukrainian StarLink and how damaging it is for @SpaceX economics.
Being Ukrainian actually in the topic of StarLinks, I want to tell you some based facts re starlinks in Ukraine.
— Dimko Zhluktenko 🇺🇦 (@dim0kq) October 14, 2022
Una morale?
Nella sua lunga serie di tweet relativi alla vicenda, Musk ha anche confermato che Starlink è ancora lontana dall’avere un flusso di cassa positivo, il tutto con quasi 1 milione di abbonati. Questo mette in luce quanto un servizio di questo tipo necessiti di una struttura finanziaria importante per mantenersi, soprattutto con i continui aggiornamenti strutturali che promette SpaceX (Starlink con connessione laser, Starlink di seconda generazione, ampliamento della rete, payload secondari, ecc.).
In più, ci ha mostrato ancora una volta quanto la guerra in Ucraina stia modificando diversi scenari internazionali, anche ben più grandi e all’apparenza lontani. Per ultimo, l’uso di Starlink ha mostrato quanto anche la Cina guardi con attenzione al suo uso e conseguenze, conscia di quanto Elon Musk sia coinvolto non solo nelle attività e nelle scelte strategiche di SpaceX, ma anche delle sue aziende che in Cina hanno interessi, Tesla in primis; SpaceX non è coinvolta in attività o progetti con la Cina, e nemmeno potrebbe esserlo per le attuali normative americane.
Quel che è chiaro, nel caso specifico dell’Ucraina, è che forse, come tutti, nemmeno Elon Musk si aspettava una guerra così complessa e soprattutto lunga, quando ha iniziato a fornire il suo aiuto.
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