Dopo soli 3 giorni dall’ultimo lancio, SpaceX porta a termine una nuova missione, rilasciando in orbita altri 60 satelliti Starlink. Nonostante le 26 missioni completate nel 2020, SpaceX non è riuscita a rispettare la sua tabella di marcia per poter iniziare la commercializzazione del servizio. L’azienda di Musk ha quindi aumentato il ritmo dei lanci, per sopperire ai ritardi dello scorso anno. Alle 11:01 del 14 marzo, il Falcon 9 B1051 è partito dalla rampa di lancio 39A. Un nuovo record per SpaceX, visto che per la prima volta questa è stata la nona missione per un medesimo booster. Sale quindi a 1323 il numero di Starlink giunti in orbita terrestre bassa. In questo video il replay del lancio.
Nuovi test con Starlink per l’Air Force
SpaceX ha richiesto alla Federal Communications Commission di apportare delle modifiche ai permessi per effettuare nuovi test per conto dell’aeronautica militare americana. L’obbiettivo è quello di realizzare un sistema in grado di far comunicare gli aerei in movimento con le stazioni di terra. L’azienda aerospaziale californiana aveva già ottenuto tali permessi, ma ha dovuto richiederne dei nuovi per diversi tipi di prove. I test inizieranno verificando la capacità di Starlink di mettere in comunicazioni due postazioni fisse a terra, per poi passare ai velivoli in movimento.
Per lo sviluppo di un’antenna che possa essere utilizzata anche sugli aeromobili, SpaceX sta lavorando con la Ball Aerospace, un’azienda aerospaziale americana nata nel 1956. L’azienda di Musk sta quindi sviluppando uno speciale kit per poter installare le antenne anche sui diversi velivoli militari. La parabola sarà posizionata all’esterno dell’aeromobile e racchiusa in una copertura che dovrà quindi generare la minore resistenza aerodinamica possibile, per non inficiare sulle prestazioni del velivolo.
Ball Aerospace e SpaceX stanno effettuando questi test come parte del programma Defense Experimentation Using Commercial Space Internet (DEUCSI). Questo ha l’obbiettivo di trovare sistemi in grado di far comunicare le diversi sedi operative militari, sia fisse che mobili, usando le connessioni già disponibili. L’aggiornamento dell’antenna da usare in volo, è invece possibile che sia poi utilizzato anche su aerei civili. I piani di SpaceX infatti, prevedono lo sviluppo di parabole a supporto dei grandi mezzi di trasporto, come descritto in occasione della scorsa missione. Le prime prova a terra verranno effettuate a Redmond (Washington), dove si trova l’attuale fabbrica in cui vengono costruiti gli Starlink.
Nuovo impianto di produzione
Stando alle ultime dichiarazioni, SpaceX starebbe producendo 120 satelliti al mese, per far fronte ai numero di lanci per completare la costellazione. Sembrerebbe però che l’azienda di Musk voglia aprire uno stabilimento anche ad Austin, in Texas, per la produzione dei kit destinati agli utenti finali. Starlink infatti sta iniziando a prendere piede in tutto il mondo, quindi SpaceX deve iniziare a produrre in massa sia le parabole che i modem.
Una volta avviata la produzione seriale, è probabile che il costo del kit di connessione si abbassi. Attualmente in tutta l’Unione Europea, oltre all’abbonamento mensile da 99 €, ogni utente deve spendere anche 499 € per l’acquisto della parabola.SpaceX sarebbe quindi alla ricerca di un ingegnere per lo sviluppo di macchinari automatizzati per la produzione di massa delle parabole. Nel frattempo, la beta del servizio Starlink è stata resa disponibile sia in Germania che in Nuova Zelanda.
Nove voli, novi atterraggi
Missione B1051 | Data di lancio |
Demo-1 | 2 marzo 2019 |
RADARSAT | 12 giugno 2019 |
Starlink-3 | 29 gennaio 2020 |
Starlink-6 | 22 aprile 2020 |
Starlink-9 | 7 agosto 2020 |
Starlink-13 | 18 ottobre 2020 |
SXM-7 | 13 dicembre 2020 |
Starlink-16 | 20 gennaio 2021 |
Un nuovo record per SpaceX e per il settore aerospaziale, che per la prima volta ha visto un booster essere utilizzato per completare nove missioni. Il Falcon 9 B1051 è stato il razzo con cui è arrivata in orbita la prima Dragon di seconda generazione, con la missione Demo-1, avvenuta il 2 marzo 2019. Da lì, come potete vedere nella tabella poco sopra, SpaceX lo ha riutilizzato per altre 7 volte volte, soprattutto nell’arco del 2020.
Quando venne annunciato il Block 5, l’ultima versione del Falcon 9 utilizzata dal 2018, Musk disse che poteva essere riutilizzato fino a 10 volte. Raggiunto questo limite, i tecnici di SpaceX avrebbero dovuto effettuare interventi di manutenzione maggiori, rispetto a quanto accadeva con i primi riutilizzi. Ora che questo numero si avvicina, sapremo se potrà volare ancora in tempi brevi oppure avrà bisogno di una “ristrutturazione”.

Si avvicina il limite dei 10 utilizzi
Non conosciamo nello specifico quali interventi vengano effettuati sui Falcon 9 ma una delle componenti sostitute tra diversi voli è la copertura termica alla base dell’ugello del Merlin, che protegge il vano motori. SpaceX ha provato a riutilizzare questa componente per 6 volte, ma ciò ha causato la perdita del B1059. Dopo 10 voli è probabile che anche i motori necessitino di importanti lavori di manutenzione, soprattutto per quanto riguarda il comporta delle turbopompe. Con il Falcon 9 B1051, SpaceX è riuscita a raggiungere un nuovo traguardo. Come ormai avviene di consueto, dopo 8 minuti e mezzo il booster è atterrato correttamente sulla chiatta Of Course I Still Love You.Nel seguente tweet è invece ripreso il rilascio dei 60 Starlink dal secondo stadio del Falcon 9.
Deployment of 60 Starlink satellites confirmed pic.twitter.com/AMLK4R9dMn
— SpaceX (@SpaceX) March 14, 2021
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