Il 14 aprile 2022 la DARPA, tramite il proprio contractor CACI, ha condotto con successo il trasferimento di oltre 200 Gigabits di dati tra due satelliti tramite una connessione laser. Il test, durato circa 40 minuti, ha stabilito una connessione estremamente rapida tra i due satelliti Mandrake II, approssimativamente distanti 100km. I due satelliti dell’agenzia militare americana erano stati lanciati a giugno 2021 dopo un incidente avvenuto a terra nel gennaio dello stesso anno.
L’utilizzo di sistemi laser permette la trasmissione di una grande quantità di dati in tempi notevolmente ristretti se confrontati con le normali frequenze nella banda di microonde. Nel caso delle future megacostellazioni internet, i laser permetteranno di non utilizzare i gateway di terra, quindi ottenendo una copertura globale nei punti più remoti. Il passaggio d’informazioni fra un satellite e l’altro in orbita terrestre bassa permetterà di collegare punti da una parte all’altra del nostro pianeta.
Una vittoria per la Space Force
Il risultato ottenuto da CACI è di fondamentale importanza per la SDA (Space Development Agency). L’agenzia intende infatti integrare la connessione laser nell’enorme costellazione militare costituita da più “Layers”, il cui primo lancio è previsto per la fine dell’anno. Costellazione che verrà gestita dalla Space Force insieme ad altre, come si può riscontrare dal budget della forza armata per il 2023.
Lo scopo dei satelliti Mandrake 2 rientra nel più vasto programma della DARPA noto come “Blackjack”, una serie di satelliti per testare nuove tecnologie militari sviluppate dalla SDA per la Space Force. Nel caso della comunicazione laser sono sempre di più le aziende sono impegnate nel supporto della difesa americana. Ne sono un esempio Mynaric, Tesat, L3Harris oltre alla stessa CACI.
Oltre alle più tipiche aziende e startup orientate al settore difesa, è possibile notare un ruolo sempre più predominante delle megacostellazioni. Starlink (gen. 1.5-2), LightSpeed e OneWeb (gen. 2) sono tutte reti internet che stanno raccogliendo un grande interesse per il loro possibile uso dei collegamenti laser.
I laser nello spazio verso terra
Il successo dell’esperimento di DARPA è l’ultimo sforzo di un progressivo interesse dell’industria e dei governi in una tecnologia potenzialmente rivoluzionaria e relativamente nuova. La prima connessione ottica di questo tipo è ottenuta per la prima volta dalla JAXA nel 1995 connettendo il satellite KIKU-6 con una stazione di terra a Tokyo a velocità di un 1 Mbit/s. Le connessioni laser infatti, oltre a collegare satelliti, possono avvenire tra un satellite e un terminal a terra.
Tuttavia in questo caso la complessità tecnica aumenta notevolmente a causa dell’atmosfera terrestre e delle condizioni meteo, che possono disturbare o rendere impossibile la comunicazione. Nonostante i problemi, le agenzie spaziali vedono nella comunicazione laser il futuro dell’esplorazione spaziale. L’enorme incremento nella quantità di dati per unità di tempo potrebbe aprire la strada per strumenti sempre più potenti e completi a bordo delle sonde e satelliti.
La NASA ha recentemente lanciato LCRD, uno strumento a bordo di un satellite della Space Force che testerà la comunicazione con delle stazione di terra dall’orbita geostazionaria. Una missione simile è stata realizzata dalla JAXA con LUCAS a bordo del satellite militare JDRS-1 nel 2021. Sempre l’agenzia giapponese intende provare una connessione da 10 Gbps nel 2023 a bordo del satellite sperimentale ETS-9.
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