“Vi narrerò gli episodi di cui sono stato protagonista e testimone diretto. Condividendole ho due ambizioni: la prima è deporre un seme, che con il tempo potrebbe crescere fruttando un grande cambiamento. La seconda è quella di suscitare una sana sensazione di disorientamento, come il primo arrivo in microgravità. Lo stesso che induce a interrogarsi sulla propria rotta e magari a rettificarla.”
Ha così inizio il lungo viaggio dell’astronauta ed ingegnere italiano Paolo Nespoli raccontato in questo libro. Un viaggio in cui egli rivive gli episodi più segnanti e formativi della sua esistenza. Inizia così, al contempo, il viaggio del lettore, prima proiettato nella vita dell’astronauta e poi, sorpreso, sbalzato all’interno della propria, con la possibilità di riviverla con occhi diversi: quelli di un viaggiatore nel tempo. Un libro che si legge d’un fiato, alla continua scoperta di un uomo “normale”, profondamente umano, ma in grado di compiere azioni anormali.
Un astronauta, Paolo Nespoli, in grado di correggere la propria rotta più e più volte proprio perchè anch’egli fallace, come tutti noi. Sempre controcorrente, mai anima della festa, una sorta di anti ζῷον πολιτικόν (animale politico) consapevole di doverlo prima o poi diventare. La vita dell’uomo Paolo Nespoli, prima ancora del “visitatore spaziale”, è una continua sfida. Sfida alle autorità che gli impongono di agire contro natura; sfida ai pregiudizi su di lui che vogliono tenerlo ancorato ad una vita canonica mentre il suo desiderio si spinge oltre il cielo. Al contempo, la sua esistenza è un continuo aggiornamento come di un software sempre più funzionale, sempre meno fallace.
“Mai cedere senza combattere” diventa il Leitmotiv della sua vita che intanto lo mette alla prova sul suo “tallone d’Achille”: le relazioni. Incontri decisivi come con il Gen. Angioni a Beirut o con Oriana Fallaci che lo sprona a coronare il suo sogno fanciullesco di vedere la Terra dallo spazio. Ed ancora, la conoscenza fortuita di un collega di corso che gli spalanca del porte della NASA. Paolo Nespoli comprende che “essere flessibili è indice di intelligenza ma ci sono dei limiti, non ci si può snaturare“.
Parallelamente, comprende che la buona sorte preferisce la presenza all’assenza quindi perchè non mettersi in gioco? Perchè non utilizzare intelligentemente il proprio tempo compiendo qualcosa di importante? Domanda che il lettore inizia a porre a se stesso e, d’improvviso, il protagonista è il lettore, i protagonisti siamo noi. L’obiettivo dell’astronauta è compiuto: spazio alle riflessioni. Nel paragrafo finale di ogni capitolo, Paolo Nespoli riflette con il lettore sugli insegnamenti tratti da ogni episodio.
Da qui, in un pensiero che richiama al filosofo Kierkegaard, l’angoscia di una scelta che DEVE però essere compiuta. Diventare o no paracadutista e poi Incursore? Protestare o meno di fronte alle decisioni sbagliate di un superiore? Premere o no il tasto rosso (BFS) d’emergenza sullo Space Shuttle prima di una simulazione di volo? Iscriversi o meno a 27 anni ad ingegneria aerospaziale a New York? Improvvisamente, 507 giorni a Beirut e 313 sulla ISS vanno in secondo piano rispetto al lungo e tortuoso viaggio introspettivo che ha compiuto Paolo Nespoli fino alla stesura del libro. Il suo “farsi spazio” nasce dall’esigenza di modificare un copione che in molti casi sembra essere già scritto. L’invito a farsi spazio è rivolto a tutti noi affinché non stiamo fermi al posto assegnatoci da altri quando c’è più di un mondo da scoprire: dipende soltanto da noi rendere possibile l’impossibile.
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