Per quanto tempo ancora il titolo di questo libro sarà corretto? Manca ormai poco al momento in cui Eugene Cernan non sarà più “L’ultimo uomo sulla Luna“, titolo di questa sua autobiografia. In attesa della missione Artemis III però, è bene ricordare ancora che il Programma Apollo ha segnato (e in realtà rimarrà sempre così) un passaggio fondamentale della storia dell’esplorazione umana in generale.
In questo testo, Eugene Cernan ripercorre gran parte della sua vita, raccontandoci la sua carriera e le sue missioni, con aneddoti e un taglio molto personale. Si tratta a tutti gli effetti del racconto della sua vita, fatta d’incredibili e complesse imprese, ma anche di emozioni, avventure e obbiettivi, oltre che di famiglia.
Il libro è stato pubblicato da Cartabianca Publishing, che già ha portato in Italia “Forever Young“, l’autobiografia di un altro storico astronauta del Programma Apollo: John W. Young (ne abbiamo parlato in questa recensione). Come il precedente libro, anche questo scritto da Eugene Cernan e Don Davis è presentato ottimamente. La stampa è perfetta, le immagini (a colori) presenti nell’intermezzo del testo sono incredibili e la traduzione è precisa. Ancora una volta Cartabianca si è affidata alla consulenza di Paolo Attivissimo, giornalista ed esperto del Programma Apollo e della storia dell’esplorazione spaziale. Si vede e si apprezza.
Questi aspetti non sono banali, e spesso superflui per molti testi, ma in questo caso le due biografie rappresentano dei veri e propri oggetti di collezione per un appassionato, sia per il loro contenuto, ma anche per la loro produzione dell’edizione italiana.
La vita di Eugene Cernan è un racconto che vale la pena leggere a prescindere. Entrato nella marina dopo la laurea in Ingegneria alla Purdue University, venne chiamato alla NASA nel 1963 e già tre anni dopo raggiunse lo spazio con la missione Gemini 9. Partecipò poi all’Apollo 10, la missione famosa per il suo “quasi allunaggio” e poi all’ultima, la storica Apollo 17.
Tutte queste missioni sono perfettamente raccontate nel libro, che pone in evidenza, addirittura forse involontariamente, quanto il contributo di quest’uomo sia stato fondamentale per i successi del programma Apollo. Cernan, assieme a Jim Lovell e John Young, è l’unico ad aver viaggiato due volte verso la Luna.
Una differenza emerge evidente in questo volume, rispetto a quello del collega Young. Uno degli aspetti caratteristici del testo “Forever Young” è quanto esso sia impersonale. Un racconto di una carriera, piuttosto che di un uomo. Cernan ha fatto quasi il contrario. Il suo libro inizia proprio con il racconto dell’incidente di Apollo 1, durante il quale morirono tre suoi colleghi e amici, gli astronauti Gus Grissom,
Edward White e Roger Chaffee. Un racconto toccante e importante, che ci fa capire subito che uomo, oltre che astronauta fosse Eugene Cernan.
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