Il Gran Canyon è una gola scavata dal fiume Colorado in Arizona, lunga 446 km e profonda quasi 2000 m. Davvero immenso! Eppure le depressioni a spirale individuate al polo nord di Marte hanno un volume 10 volte più grande di quello del Gran Canyon. La loro dimensione le ha rese le megastrutture geologiche più grandi e giovani del nostro Sistema Solare.
Alexis Palmero Rodriguez, autore principale della ricerca pubblicata nel Nature Scientific Reports, spiega che “il modello a spirale visto nelle depressioni è fondamentalmente un sottoprodotto erosivo. Man mano che le fosse crescono e si intersecano su una calotta polare a forma di cupola preesistente, emerge lo schema a spirale.” L’erosione è stata provocata dal vento catabatico, un vento che trasposta aria fredda e densa dalla cima di un pendio fino alle sue radici. L’azione di questa corrente ha creato un enorme sistema di canyon di ghiaccio. Ma non solo!
Si pensa infatti che questo fenomeno erosivo sia alla base della formazione delle pianure ghiacciate a media latitudine del pianeta, note ormai da tempo. Un’altra caratteristica di queste strutture è la loro giovane età. Si collocano infatti in un periodo compreso tra pochi milioni e 50.000 anni fa. Relativamente poco considerando che Marte ha 4,6 miliardi di anni!
Pianure di ghiaccio eroso
Come spiegato da Rodriguez, una teoria sostiene che la sublimazione del ghiaccio del polo settentrionale marziano sia una fonte essenziale delle pianure ghiacciate settentrionali. La scoperta di queste depressioni è una prova diretta della validità di questa congettura. Potenzialmente usufruibili come risorsa umana, queste distese di ghiaccio però potrebbero celare dei composti tossici all’uomo. È quindi necessario analizzarle attentamente. Anche il lander della Nasa, Phoenix Mars, atterrato nei pressi della calotta polare settentrionale nel 2008, ha analizzato dei campioni di questi strati di ghiaccio per ricercare tracce di vita. Questa però potrebbe non essere presente proprio a causa delle possibili sostanze tossiche nascoste tra i ghiacciai.

Il coautore dell’articolo e scienziato Kenneth Tanaka afferma: “con le moderne osservazioni dei veicoli spaziali, possiamo decifrare come la calotta glaciale ha risposto a una storia climatica che riflette i cambiamenti nell’atmosfera.” Questa ricerca inoltre dimostra che il ghiaccio rimosso dalle depressioni individuate, venga ridistribuito alle latitudine inferiori per formare proprio le pianure ghiacciate.
Possibili analisi paleoclimatiche
Le giovani depressioni identificate potrebbero aver esposto del ghiaccio estremamente antico. Dalla mappatura geologica di Marte infatti, è emerso che la il polo settentrionale potrebbe essersi formato un miliardo di anni fa. L’analisi degli strati esposti potrebbe svelarci importanti indizi sulla storia climatica del pianeta, fino ad arrivare a indagare il clima di centinaia di milioni di anni fa. I più antichi carotaggi sulla Terra hanno 2.7 milioni di anni e ci hanno permesso di ricostruire la recente evoluzione paleoclimatica terrestre. Avere la possibilità di studiare ghiacciai così antichi sulla Terra, significherebbe campionare il ghiaccio presente nell’era dei dinosauri!
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