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L’Italia parteciperà ad una nuova missione verso Marte. Cronache Marziane

La NASA inizia a parlare di un nuovo orbiter, da lanciare nella seconda metà del decennio, per il quale l’Italia avrebbe un ruolo di prim’ordine. Nel mentre, l’ESA continua a fare sul serio con i test del rover Rosalind Franklin. Su Marte, è tempo di bilanci per InSight.

Andrea Novelli di Andrea Novelli
Dicembre 20, 2020
in Agenzie Spaziali, Approfondimento, Cronache marziane, ESA, Esplorazione spaziale, NASA, Rubriche, Sistema solare
Cronache Marziane
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Nonostante la poca attività delle missioni operative su Marte, e di quelle in viaggio, Dicembre ha comunque riservato sorprese. Tutti i dettagli in questa nuova puntata di Cronache Marziane.

Exo Mars Rosalind Franklin

Il rover europeo Rosalind Franklin si trova attualmente nelle “camere pulite” della sede francese di Thales Alenia Space a Cannes, dove è conservato nella stessa configurazione che avrà durante il viaggio verso Marte.

Il rover e la piattaforma di superficie Kazachock sono già stati integrati per effettuare alcuni test di alimentazione e trasferimento dati. Prima della spedizione al sito di lancio di Baikonur, dove partirà a Settembre 2022, i moduli torneranno in Italia, per la precisione a Torino, in un’altra sede di Thales Alenia Space. Qui verranno separati e sottoposti ad ulteriori test funzionali.

Il rover Rosalind Franklin ed il modulo di superficie Kazachock sono attualmente nelle camere pulite di Thales Alenia a Cannes, in Francia. Credits: ESA

Nel frattempo, servendosi di un gemello del rover, i team di Terra procedono con le esercitazioni sulla fase di crociera verso Marte, ma non solo. Ci si concentra già anche sulle fasi di ingresso in atmosfera marziana e sulle prime operazioni scientifiche sulla superficie.

La mole di attività, a quasi due anni dal lancio, è indice della determinazione con cui ESA intende presentarsi alla prossima finestra di lancio per il Pianeta Rosso.

Curiosity

Dopo svariati mesi di tragitto verso la sulfate bearing unit, intervallati da soste più o meno lunghe per effettuare osservazioni scientifiche, il rover statunitense è giunto ad un importante traguardo del suo viaggio.

Complice il terreno pianeggiante su cui si muove, molto meno ripido rispetto al mese scorso, in molte giornate Curiosity ha percorso anche più di 60 metri lineari. Numero che può far sorridere, ma se si pensa che il rover si sta autoguidando su un terreno vergine ad oltre 100 milioni di kilometri dalla Terra, ci si rende rapidamente conto di quanto tutto ciò sia semplicemente straordinario. Questa settimana abbiamo intervistato il pilota italiano del rover Curiosity Paolo Bellutta, che ci ha spiegato proprio quanto difficile sia guidare un rover su Marte. 

La composizione del terreno su cui opera è rapidamente cambiata nelle ultime due settimane, passando da fine ciottolato a blocchi di roccia di varie dimensioni. Naturalmente, i ricercatori ne hanno approfittato per investigare meglio la natura di questa zona di transizione. Durante le soste non si interrompono pressoché mai le osservazioni atmosferiche, mirate soprattutto alla ricerca di dust devil, piccoli tornado di sabbia generati dal vento.

Marte Curiosity
Il curioso masso denominato “Island Davaar” e studiato da Curiosity. Credits: Apoapsys

Ha destato particolare interesse la scoperta di un masso, differente per forma, dimensioni e colore da tutto ciò che lo circonda. Nominato “Island Davaar”, Curiosity vi ha puntato la strumentazione per indagarne l’origine. Al momento non vi sono certezze, ma le alternative possono essere sostanzialmente due.
Potrebbe trattarsi di un meteorite ferroso, oppure di un “pezzo di Marte” che in qualche modo è stato trasportato lì. Al momento, la prima ipotesi sembra la più probabile.

InSight

E’ tempo di bilanci per il lander statunitense, che lo scorso 26 Novembre ha festeggiato i due anni di permanenza sul suolo di Marte. Per l’occasione, la NASA ha rilasciato un report sui dati raccolti finora.

Dal giorno del suo arrivo, il sismometro SEIS montato su InSight ha rilevato più di 480 eventi sismici e la sua stazione meteo ha raccolto più dati meteorologici di qualsiasi altra missione sul Pianeta Rosso. Proprio i “martemoti” sono al momento oggetto di grandi interrogativi da parte degli studiosi.

Marte insight
Nuvole marziane transitano sopra il sismometro SEIS. Credits: NASA/JPL

Da un lato c’è la totale assenza di eventi sismici di magnitudo superiore a 3.7, in contrasto con il fatto che Marte è senza dubbio sismicamente attivo. Potrebbe essere solo un caso, oppure la risposta potrebbe essere più articolata, possibilmente legata alla composizione interna del pianeta.

L’altro aspetto è legato al fatto che, dopo mesi e mesi di eventi sismici a cadenza giornaliera, l’attività di Marte in tal senso si sia sostanzialmente arrestata di colpo. Da Giugno 2020 ad oggi, SEIS ha rilevato solo cinque eventi, tutti verificatisi dopo Settembre. La risposta a questo dilemma, però potrebbe arrivare dalla stagione dei venti, iniziata proprio lo scorso Giugno. Sembra che l’azione eolica smuova il terreno in maniera tale da nascondere a SEIS gli eventi sismici.

Mars Ice Mapper e la costellazione di satelliti relay per Marte

Sembra che la NASA stia considerando la possibilità di affidare le comunicazioni tra la Terra e Marte ad una costellazione commerciale di satelliti. Inizialmente il progetto dovrebbe comporsi di soli tre satelliti, in orbita equatoriale a circa 6000 kilometri di quota. La costellazione così, fungerebbe da ponte radio per le sonde in orbita o sulla superficie.

Il principale utilizzatore del flusso dati sarebbe un orbiter da lanciare nella seconda metà degli anni ‘20. Battezzato Mars Ice Mapper, investigherà la presenza e la dimensione dei depositi di ghiaccio sotterraneo, di fondamentale importanza per le prime missioni umane sul Pianeta Rosso. Le intenzioni statunitensi sembrano serie, dal momento che è già stato allocato del budget in merito per l’anno fiscale 2021.

La sonda dovrebbe montare un radar ad apertura sintetica fabbricato dall’Agenzia Spaziale Canadese (CSA), la stessa che ha fornito il Canadarm per la ISS e che ha ricevuto incarico dalla NASA di progettare e costruire il Canadarm 3 per il Lunar Gateway. Proprio il radar genererebbe un’enorme quantità di dati, impossibile da mandare a Terra in mancanza di una costellazione come quella proposta.

L’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) dovrebbe fornire il bus, il corpo principale della sonda, mentre la sua omonima Giapponese (JAXA) si occuperebbe dei sottosistemi per la comunicazione. Nel prossimo mese si potrebbe procedere già ad una dichiarazione d’intenti, seguita da una ulteriore formalizzazione nella prima metà del 2021.

Marte Korolev
Il cratere Korolev su Marte, del diametro di 82 km, situato nell’emisfero boreale marziano. Credits: ESA/Mars Express

La nuova costellazione garantirebbe un volume di dati circa cento volte maggiore di quanto attualmente possibile. Questo solleverebbe la NASA dalla necessità di mantenere sonde ormai obsolete, ma indispensabili per comunicare con i rover ed i lander (Curiosity sopra tutti). Per il futuro si pensa addirittura ad una comunicazione laser intersatellitare, ma è probabile che questa capacità non venga implementata nella prima generazione di satelliti.

Seppur preliminare, questa decisione è in linea con la visione NASA di affidarsi sempre più spesso ad aziende private. Lo abbiamo visto con SpaceX, incaricata di trasportare passeggeri e rifornimenti verso la ISS tramite la Dragon, e con il programma Artemis. A dimostrazione del fatto che i tempi sembrino maturi, solo pochi mesi fa l’azienda italiana Argotec ha vinto un bando dell’ESA per garantire comunicazioni continue con il Pianeta Rosso, anch’esso basato su una costellazione di satelliti. Questa settimana, dopo il ritorno della capsula Chang’e 5 anche la Cina ha confermato di avere in cantiere missioni marziane per i prossimi anni. In particolare si è citato l’intento di creare una missione di raccolta campioni dalla superficie da riportare a Terra. Lo stesso obbiettivo della missione Mars Sample Return, iniziata proprio con Perseverance e nata dalla collaborazione fra ESA e NASA. 

Cronache Marziane viene pubblicato ogni mese, il giorno 20 ed è una rubrica progettata e scritta da Andrea Novelli per aggiornare su tutte le attività che avvengono sul pianeta rosso.

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Tags: AsiCostellazioneCSACuriosityESAInSightJaxaMars Ice MapperMarteNasaPianeta rossoRosalind Franklin

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