La megacostellazione Starlink ha l’obbiettivo di portare una connessione internet globale, e ora ha attirato l’attenzione di Microsoft. L’azienda informatica di Redmond ha da poco annunciato una partnership con SpaceX per la creazione di un nuovo servizio: Azure Space. Ma non solo. Le due società sembrano aver trovato una strada efficace e proficua per entrambi che consentirebbe non solo di portare internet ovunque più efficacemente, ma anche di aumentare la potenza di calcolo fornita da entrambi i servizi.
L’ecosistema Azure
Il servizio Azure è stato annunciato per la prima volta da Microsoft nel 2008. Si tratta di un servizio in cloud per l’elaborazione di dati e per farlo si utilizzano i datacenter della stessa azienda americana. Negli ultimi anni, lo sviluppo di applicazioni e la gestione dei dati richiede una elevata potenza di calcolo, rendendo difficile lavorare su macchine non di ultima generazione. Per ovviare a questo problema, Microsoft ha sviluppato Azure, una piattaforma di cloud computing che garantisce potenza computazionale anche alle macchine più datate.
L’obbiettivo di Microsoft è quello di poter offrire tale servizio ovunque, e per farlo, il 20 ottobre ha annunciato la collaborazione con SpaceX. Nasce così Azure Space, un’evoluzione del servizio, che sfrutta i satelliti Starlink grazie ai quali ci si potrà appunto connettere ovunque.
Azure Space sarà supportata sia dai satelliti che da sistemi di terra. Microsoft ha infatti sviluppato gli Azure Modular Datacenter (MDC), un centro di elaborazione dati mobile, che potrà essere installato anche nelle aree più remote. Questi datacenter sono stati sviluppati per essere operativi nonostante le condizione esterne avverse.
La partnership con SpaceX permetterà a Microsoft di rendere accessibile la connessione agli MDC ovunque, anche dove non è presente un’infrastruttura di connessione terrestre. Nelle aree in cui questa è presente, la connessione via satellite verrà utilizzata come sistema di backup in caso di problemi o sovraccarichi della rete. In campo spaziale, Microsoft sta sviluppando altre due piattaforme: Azure Orbital ed Azur Orbital Emulator.
Spazio sempre più accessibile
Negli ultimi anni il settore spaziale privato ha avuto un’enorme crescita. Molte aziende stanno puntando all’orbita terrestre bassa per offrire servizi di vario tipo, dall’acquisizione di immagini all’analisi del nostro pianeta. Per connettersi con questi satelliti però, servono stazioni di terra in grado di comunicare con gli oggetti in orbita. Microsoft ha deciso di inserirsi proprio in questo campo.
Azure Orbital è un servizio che permette alle aziende di avere un sistema per connettersi ai propri satelliti, senza dover realizzare strutture apposite. I satelliti sfrutteranno tutti i servizi Azure per l’elaborazione dei dati e la loro gestione.
Per le aziende che stanno progettando satelliti, che potrebbero anche far parte di una costellazione, Microsoft ha creato Azure Orbital Emulator. Si tratta di una piattaforma di emulazione per lo studio del comportamento dei satelliti in orbita. Grazie all’elevata potenza di calcolo offerta da Azure, le diverse aziende potranno effettuare simulazioni precise sul futuro comportamento dei propri satelliti.
SpaceX sfrutterà proprio questo servizio per lo sviluppo dei satelliti commissionati dallo Space Development Agency per il tracciamento e rilevamento di missili balistici. L’azienda di Musk utilizzerà come base la struttura degli Starlink, per poi inserire la strumentazione fornita da un’azienda terza per il tracciamento.
La collaborazione fra queste due aziende permette ad entrambe le società di sfruttare le competenze di settore dell’altra. Tecnologie satellitari di SpaceX e data center e software avanzati di Microsoft. Presto potremmo quindi assistere ad un nuovo segmento di mercato, con il coinvolgimento di nuove soluzioni di cloud computing e dell’abbasamento dei prezzi di lancio. Ora i prerequisiti tecnici per poter lanciare, progettare e gestire un proprio satellite si stanno abbassando sempre di più.
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