Lunedì 14 settembre è stata annunciata la scoperta di fosfina all’intento dell’atmosfera di Venere. Questa molecola sulla Terra può essere prodotta solamente dall’attività di alcuni microbi, o in laboratorio. Aver trovato questa molecola non è però ancora una prova della presenza di vita su Venere, dato che potrebbero esserci reazioni chimiche a noi sconosciute che originano la fosfina.
Per provare con certezza la sua origine bisognerà studiare approfonditamente l’atmosfera del pianeta nostro vicino, possibilmente con una sonda in grado di penetrare l’atmosfera stessa. Non un vero indizio, ma un’altra conferma potrebbe arrivare prima del previsto da una sonda già in viaggio: BepiColombo. Prima di raggiungere l’orbita di Mercurio, il suo vero obbiettivo, la sonda dovrà effettuare due flyby con Venere, necessari per cambiare la traiettoria e la sua velocità e raggiungere il pianeta più interno. Il primo avverrà fra un mese, il 15 ottobre 2020, il secondo il 10 agosto 2021.
Con questi due flyby la sonda si avvicinerà a Venere e ovviamente ne approfitterà per effettuare delle osservazioni del pianeta. Dopo la scoperta della fosfina potrebbe essere questa una delle ricerche che la sonda andrà ad effettuare. Trovare con una ricerca diversa e indipendente questa molecola, darebbe una grandissima conferma alle osservazioni fatte con i telescopi a Terra. BepiColombo non potrà quindi darci una mano nello scoprire l’origine di questa molecola, ma potrebbe dare un’ulteriore prova a conferma della presenza di fosfina su Venere.
BepiColombo
La sonda è stata progettata dall’ESA in collaborazione con l’agenzia spaziale giapponese (JAXA) e arriverà in orbita attorno a Mercurio solo nel 2025. Una volta completato il viaggio la sonda si dividerà in due satelliti distinti. Il primo è il Mercury Planetary Orbiter (MPO), che contiene gli strumenti per lo studio della superficie, dell’esosfera e della composizione interna del pianeta. Il secondo modulo è il Mercury Magnetospheric Orbiter (MMO), che invece contiene gli strumenti dedicati allo studio della magnetosfera del pianeta. Le due parti sono attualmente collegate attraverso il Mercury Transfer Module (MTM) che fornisce anche la propulsione a tutta la sonda.
All’interno del Mercury Planetary Orbiter è presente uno strumento chiamato MERTIS (Mercury Radiometer and Thermal Imaging Spectrometer) il cui obiettivo è studiare la composizione della superficie del pianeta. Secondo i responsabili di questo strumento, sarà difficile trovare qualcosa durante il primo flyby, considerata la distanza e lo scarso preavviso. La sonda si avvicinerà a Venere a circa 10000 km di quota e tutte le operazione che farà sono da mesi già decise.
Più speranze ci sono invece col secondo flyby, previsto per agosto del 2021. Allora la sonda passerà a soli 550 km dalla superficie e con un anno di preavviso sarà possibile modificare alcune osservazioni per cercare la fosfina.
A questo sito potete controllare in tempo reale la posizione della sonda BepiColombo.
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