La NASA ha confermato la missione SunRISE e acconsentito alla sua progettazione definitiva. La missione andrà a studiare come il Sole genera e rilascia le gigantesche tempeste di particelle solari nello spazio. Il nome della missione, rappresenta l’acronimo di Sun Radio Interferometer Space Experiment. Per realizzare l’interferometro verranno lanciati sei Cubesat che funzioneranno insieme come fossero un radiotelescopio molto più grande. In questo modo si riduce sia il costo della missione, che è stato previsto in soli 62.6 milioni di dollari, sia la complessità della stessa.
La missione SunRISE è stata selezionata nell’agosto del 2017 come una delle più interessanti del programma Opportunity. Poi nel 2019 è stata nuovamente scelta per continuare il suo sviluppo. Grazie a questa scelta ha ricevuto un ulteriore anno di finanziamenti per continuare lo studio di fattibilità. Ora la NASA ha confermato che SunRISE verrà lanciata entro il 1° Luglio 2023.
“Siamo veramente contenti di aggiungere una nuova missione alla nostra flotta di sonde che ci aiutano a comprendere meglio il Sole e il modo in cui la nostra stella influenza lo spazio tra i pianeti”. Così ha commentato Nicky Fox, direttore della divisione eliofisica della NASA. “Più sappiamo delle esplosioni sulla superficie del Sole, più possiamo mitigare i loro effetti sui veicoli spaziali e sugli astronauti.”
Il programma Opportunity
Il programma Opportunity della NASA permette di massimizzare il ritorno scientifico con missioni a basso costo. Attraverso collaborazioni anche con aziende private queste missioni volano a bordo di lanci commerciali. I Cubesat della missione SunRISE voleranno insieme ad un satellite dell’azienda Maxar, che una volta in orbita terrestre rilascerà i sei satelliti e poi proseguirà verso la sua orbita operativa.
I Cubesat, una volta in orbita, raggiungeranno una posizione geostazionaria (a circa 36 000 Km di altitudine) e si distanzieranno di 10 Km l’uno dall’altro. Una volta qui inizieranno a mappare il Sole in una frequenza che solitamente è schermata dalla ionosfera terrestre. In questo modo verranno studiati non solo le espulsioni di massa coronale sul Sole ma anche la forma del campo magnetico solare. SunRISE aiuterà anche a capire anche l’accelerazione delle particelle che porta ai brillamenti solari, o il comportamento di particelle energetiche solari (SEP), dei raggi cosmici anomali e dei raggi cosmici galattici (GCR). I SEP e i GCR ad esempio, sono fra i principali pericoli per i satelliti.