La pandemia causata dal virus SARS-CoV-2, chiamato semplicemente Coronavirus, ci ha messo di fronte ad un problema inaspettato: il sovraccarico della rete. Per rispettare la quarantena molte persone hanno iniziato a svolgere le loro mansioni da casa. I lavoratori tramite smart working e gli studenti tramite lezioni online.
Già due categorie di persone hanno riversato le loro attività in rete, ma sono attività circoscritte agli orari di lavoro o a quelle scolastiche. Il Chief Technology Officer di Fastweb, Andrea Lasagna ha dichiarato che l’aumento del traffico dovuto alle attività lavorative/scolastiche è stato solo del 5-10%.
Il grosso problema è rappresentato sia dal gaming che dallo streaming, entrambe attività che comportano un gran quantitativo di dati scambiati e che sono aumentate del 90% circa. Proprio per affrontare questo problema, Netflix ha dichiarato che diminuirà il suo bitrate, ovvero la velocità di trasmissione, del 25% per 30 giorni. Un’operazione che servirà proprio ad evitare intasamenti della rete. La stessa Netflix ha però dichiarato che questo non dovrebbe inficiare sulla qualità delle immagini.
Provvedimento simile è quello adottato da YouTube, che ha implementato la possibilità di visualizzare video solamente in definizione standard.
Chiarimento: l’abbassamento del bitrate non comporta automaticamente una diminuzione della qualità o un passaggio da 4K e HD a SD.
— Netflix Italia (@NetflixIT) March 20, 2020
Starlink è una soluzione ?
Le megacostellazioni, come Starlink di SpaceX, sono state studiate e realizzate per portare internet in tutte quelle zone in cui al momento non è accessibile. Potrebbero essere utili ad esempio anche in quei paesi che si trovano fuori dai grandi centri abitati, dove la velocità di trasferimento dati via terra è molto bassa.
Si parla quindi di diverse zone, sparse per il mondo, e molto meno densamente popolate rispetto alle grandi città.
Come affermato dallo stesso Musk, Starlink non funzionerà molto bene nelle metropoli, a causa dei molti accessi che avverrebbero sulla rete di satelliti. Il servizio quindi non è rivolto a coloro che hanno facile accesso alla banda larga, ma a chi questo servizio non arriva.
Starlink quindi non si offre come servizio sostitutivo alle reti di telecomunicazione di terra, ma come opzione per coloro a cui questo servizio non arriva.
Potrebbe quindi aiutare in casi come quello che stiamo sperimentando in questi giorni? Probabilmente no, ma c’è da fare una precisazione.
Nelle metropoli, se gli utenti che utilizzano il servizio satellitare fossero pochi, allora una connessione via satellite potrebbe aiutare a risolvere il problema di congestione che stiamo vedendo in questo periodo. Più però il numero di connessioni aumenta e più facilmente la rete satellitare si intasa.
Nei piccoli paesi invece, lo smistamento tra servizio Starlink e rete fissa potrebbe aiutare a decongestionare il traffico su internet. Nelle zone rurali non si noterebbe invece la differenza, essendo il servizio satellitare l’unico disponibile.
Uno scenario in cui sarebbe indispensabile internet via satellite potrebbe invece essere il caso di catastrofi naturali. Ad esempio, in caso di un terremoto, le infrastrutture di terra potrebbero essere pesantemente danneggiate e quindi rendere la connessione ad internet impossibile. In questo scenario avere un sistema di back up come quello satellitare potrebbe essere importante.
Quest’estate dovrebbe entrare in funzione Starlink in Nord America ed in Canada. A quel punto saremo in grado di fare considerazioni più precise, grazie ai dati che potremmo ricavare dai primi utilizzi della costellazione.