Un gruppo internazionale di scienziati ha esortato la NASA a prendere una decisione rapida sul possibile riutilizzo dei piccoli satelliti Janus per una missione verso l’asteroide Apophis, destinato a passare a soli 32 000 km dalla Terra il 13 aprile 2029.
È quanto emerge dal workshop Apophis T-4 Years, tenutosi nell’aprile 2025 all’Università di Tokyo e conclusosi con un documento ufficiale in cui si richiede espressamente un’azione decisa e tempestiva da parte dell’agenzia statunitense.
I due veicoli Janus, sviluppati dalla NASA e costruiti da Lockheed Martin, erano inizialmente previsti come rideshare della missione Psyche per lo studio di asteroidi binari. Tuttavia, a causa dei molti ritardi, la missione è stata cancellata e i due satelliti sono stati posti in stoccaggio. Gli scienziati coinvolti nella pianificazione di missioni verso Apophis ritengono che Janus rappresenti ancora la miglior opzione disponibile per una missione statunitense pre-flyby (ovvero prima del sorvolo di Apophis): una missione capace di raccogliere dati in situ prima che l’asteroide venga alterato dalla forte interazione gravitazionale con la Terra.
Nonostante un Request for Information (RFI) emesso dalla NASA nell’autunno 2024 per raccogliere proposte in merito, l’Agenzia non ha ancora ufficializzato alcuna decisione. Durante un’audizione al Congresso il 15 maggio 2025, Nicky Fox, amministratrice associata della NASA per la scienza, ha confermato che l’uso di Janus è ancora “in discussione”, ma che qualsiasi opzione richiederà fondi significativi, da allocare a partire dal bilancio 2026.
Potrebbe interessarti –>
Il Governo USA vuole tagliare circa il 50% del budget per la scienza alla NASA. Cosa sta succedendo?
Una collaborazione globale per Apophis
La comunità scientifica riunita a Tokyo ha sottolineato che nessuna singola missione o telescopio sarà sufficiente a sfruttare appieno l’opportunità scientifica offerta da Apophis. Le forze mareali esercitate dalla Terra sul corpo asteroidale, infatti, potrebbero causare modifiche strutturali osservabili solo attraverso una combinazione di osservazioni prima, durante e dopo il passaggio ravvicinato.

Il workshop ha quindi ribadito il sostegno a tre missioni principali:
- DESTINY+ dell’Agenzia Spaziale Giapponese JAXA, che dovrebbe effettuare un flyby di Apophis nel 2029 durante il suo viaggio verso Phaethon.
- RAMSES, missione pre-flyby dell’ESA attualmente in fase di progettazione, con lancio previsto nel 2028.
- OSIRIS-APEX, l’estensione della missione OSIRIS-REx, che raggiungerà Apophis poche settimane dopo il flyby e ne studierà la superficie per circa 18 mesi.
Il documento finale del workshop indica queste tre missioni come “le più prioritarie” e chiede un impegno internazionale per il loro finanziamento completo. Si sollecita inoltre il supporto a missioni CubeSat e SmallSat, capaci di ampliare il ritorno scientifico e offrire nuove opportunità di formazione per studenti e giovani ricercatori.
L’opportunità con Janus
Nel comunicato finale del workshop, si fa esplicito riferimento alla missione Janus, ricordando come già nel 2024 fosse stata definita “la più raccomandata” per una missione statunitense pre-flyby. A distanza di un anno, gli scienziati ribadiscono la richiesta alla NASA di fornire una risposta concreta all’RFI e di esplorare ogni possibilità per rimettere in attività i due satelliti.
L’urgenza è dettata dai tempi: affinché Janus possa essere riadattata e lanciata in tempo utile per raggiungere Apophis prima del 2029, le decisioni dovranno essere prese entro i prossimi mesi. Una missione pre-flyby permetterebbe di stabilire una baseline osservativa, fondamentale per interpretare correttamente gli effetti causati dall’incontro ravvicinato con la Terra.
Il passaggio di Apophis sarà al centro dell’attenzione mondiale, anche grazie alla proclamazione da parte delle Nazioni Unite del 2029 come Anno Internazionale della Consapevolezza sugli Asteroidi e della Difesa Planetaria. Per questo motivo, i partecipanti al workshop hanno ribadito che il tempo è essenziale per coordinare le indagini scientifiche, e massimizzare il ritorno conoscitivo di un evento tanto raro quanto prezioso.