Blue Origin, insieme alla NASA, ha condiviso un raro aggiornamento nello sviluppo della stazione spaziale commerciale Orbital Reef, finanziata dalla NASA. Il test “human-in-the-loop” ha coinvolto partecipanti che hanno simulato operazioni quotidiane in ambienti a grandezza naturale, fornendo feedback preziosi per l’ottimizzazione del design della stazione.
A marzo del 2024, Blue Origin aveva raggiunto un altro importante traguardo per lo sviluppo della stazione spaziale, collaudando i sistemi di supporto vitale. Avevano testato con successo i dispositivi che serviranno per pulire, recuperare e immagazzinare l’aria e l’acqua.
Orbital Reef è solo una delle diverse stazioni spaziali private che nei prossimi anni orbiteranno attorno alla Terra. Diverse aziende, come Axiom Space, Vast e Gravitics, stanno sviluppando moduli che consentiranno a futuri astronauti di vivere nello spazio.
Simulazioni operative per migliorare il design
Orbital Reef è una stazione spaziale modulare progettata per ospitare attività commerciali, scientifiche e di ricerca in orbita bassa terrestre. Guidato da Blue Origin insieme a Boeing, Redwire Space e Genesis Engineering Solutions, il progetto punta al lancio entro il 2030.
Blue Origin ha ricevuto, nel 2021, un primo finanziamento da 130 milioni di dollari dalla NASA come parte del programma Commercial LEO Destinations (CLD). All’inizio del 2024, la NASA ha aumentato il budget per questa stazione a 172 milioni di dollari.
Durante i test, singoli partecipanti o piccoli gruppi hanno eseguito simulazioni di attività operative in mockup a grandezza reale dei principali moduli della stazione. Le attività simulate includevano il trasferimento di carichi e rifiuti, lo stoccaggio, e la valutazione di spazi di lavoro. Questo approccio ha permesso di raccogliere dati fondamentali per ottimizzare l’ergonomia, l’usabilità e la sicurezza dell’ambiente abitativo.
Il test ha inoltre valutato diversi aspetti dell’ambiente di Orbital Reef, con l’obiettivo di fornire informazioni cruciali per il design della stazione spaziale. Le aree sottoposte a valutazione comprendevano gli alloggi privati per l’equipaggio, la zona pranzo, i servizi igienici, il laboratorio di ricerca, nonché i portelli di attracco e ormeggio. A questi attraccheranno la Starliner di Boeing e il Dream Chaser di Sierra Space, il cui debutto è previsto entro la fine dell’anno.
Angela Hart, responsabile del programma Commercial Low Earth Orbit Development della NASA, ha commentato: “I test ‘human-in-the-loop’ e l’approccio iterativo sono essenziali per informare decisioni chiave e mitigare i rischi per la salute e la sicurezza dell’equipaggio.”