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34 anni dal lancio del telescopio Hubble. Come potremmo prolungarne ancora la vita operativa?

Mariasole Maglione di Mariasole Maglione
Aprile 24, 2024
in Agenzie Spaziali, Approfondimento, Astronomia e astrofisica, ESA, NASA, News, Scienza, SpaceX
Hubble Space Telescope, in orbita terrestre bassa dal 1990. Credits: NASA

Hubble Space Telescope, in orbita terrestre bassa dal 1990. Credits: NASA

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Il 24 aprile 1990, lo Space Shuttle Discovery lasciava la piattaforma 39B al Kennedy Space Center della NASA, in Florida, per dare inizio alla missione STS-31, la trentacinquesima del programma Space Shuttle. Lo scopo principale della missione era il dispiegamento in orbita terrestre bassa di quello che, ad oggi, è un veterano dell’esplorazione del cosmo: il telescopio spaziale Hubble.

Oggi, 34 anni dopo, Hubble sta ancora orbitando nell’atmosfera superiore estremamente tenue della Terra, e sta ancora osservando quotidianamente il cosmo. Tuttavia, nel tempo la sua orbita sta progressivamente decadendo a causa della resistenza atmosferica.

La data esatta in cui Hubble non potrà più rimanere in orbita dipenderà da quanto è attivo il Sole e dal suo impatto sull’atmosfera superiore. In base all’attuale conoscenza dell’attività solare e della resistenza atmosferica, si stima che un rientro atmosferico naturale per Hubble avverrà tra il 2028 e il 2040. C’è attualmente una probabilità del 50% che Hubble rientri entro il 2037. Nel novembre 2021, la NASA ha quindi esteso il contratto di servizio per Hubble fino a giugno 2026.

Negli ultimi anni, tuttavia, la NASA ha avanzato l’idea di lanciare una missione di servizio che potesse portare Hubble su un’orbita più alta e più stabile. Uno studio è stato effettivamente condotto da SpaceX tra il 2022 e il 2023 per studiare la fattibilità di questa operazione con una capsula Crew Dragon.

Una folle idea. O forse no?

Diversi funzionari del settore spaziale hanno affermato di ritenere che una missione di rilancio di qualche tipo, che coinvolga la Crew Dragon o un altro veicolo spaziale robotico, sia fattibile con le capacità attuali. Ciò aiuterebbe a prolungare la vita di Hubble, che ancora è operativo e potrebbe continuare a fare scienza per almeno altri due decenni.

C’è più scetticismo riguardo alla capacità di riparare Hubble, data la complessità di tale lavoro. La Dragon, per esempio, non dispone di capacità come una camera di equilibrio e un braccio robotico per la manutenzione, mentre i sistemi robotici devono ancora dimostrare la capacità di eseguire riparazioni avanzate in orbita. Ma il sollevamento orbitale sarebbe invece assolutamente valutabile.

STS-61 riparazione di Hubble
L’astronauta Kathryn Thornton esegue un EVA per la riparazione del telescopio spaziale Hubble durante la missione STS-61, nel dicembre 1993. Credits: NASA

Il progetto di SpaceX

Nel settembre 2022, la NASA e SpaceX hanno annunciato di aver firmato un accordo per indagare sulla possibilità di progettare una missione per alzare Hubble ed estendere la sua vita operativa possibilmente di altri 20 anni.

Lo studio ha coinvolto SpaceX e l’astronauta miliardario Jared Isaacman e prevedeva una missione finanziata privatamente, senza nessun costo governativo. Isaacman aveva suggerito, sempre a fine 2022, questa missione come la seconda del Polaris Program.

Il concept di base della missione implicava l’attracco di una capsula Crew Dragon ad Hubble, possibilmente utilizzando un meccanismo di cattura installato durante l’ultima missione di servizio dello Space Shuttle nel 2009, e l’innalzamento della sua orbita.

L’orbita di Hubble attualmente è di circa 525 km sopra la superficie. La missione avrebbe dovuto riportarla a 600 km, l’altezza a cui si trovava dopo il lancio nel 1990. Non ci sarebbe invece stata nessuna opera di manutenzione o riparazione del telescopio.

Sebbene SpaceX abbia una vasta esperienza con le missioni Dragon sulla Stazione Spaziale Internazionale, non ha ancora tentato alcun tipo di riavvio o manutenzione di satelliti. Si tratterebbe quindi della prima missione di questo tipo. Lo studio è durato sei mesi ed è terminato nei primi mesi del 2023, tuttavia né la NASA né SpaceX si sono prununciate sui risultati o sui prossimi passi.

Render artistico dell'attracco della capsula Dragon di SpaceX al telescopio spaziale Hubble. Credits: Mark Crawford/NSF/L2
Render artistico dell’attracco della capsula Dragon di SpaceX al telescopio spaziale Hubble. Credits: Mark Crawford/NSF/L2

Altre proposte

SpaceX non è nemmeno l’unica possibilità per allungare la vita di Hubble. A fine 2022, infatti, la NASA ha emesso una Request of Information alla ricerca di progetti per missioni commerciali che potessero risollevare Hubble, che però l’Agenzia non avrebbe finanziato.

La NASA ha ricevuto otto diverse risposte, inclusa una dalla società di servizi satellitari Astroscale in collaborazione con la società di trasporti spaziali Momentus.  Le due società hanno proposto di lavorare insieme per collegare un veicolo al telescopio e sollevarne l’orbita. Il loro concept prevedeva l’utilizzo delle tecnologie che Astroscale sta sviluppando per agganciarsi ed estendere la vita dei satelliti e dei veicoli di trasferimento orbitale da Momentus.

Nella proposta, un veicolo di servizio orbitale Momentus, lanciato su un piccolo veicolo di lancio, si avvicinerebbe a Hubble, agganciandosi ad esso con la tecnologia di Astroscale. Il veicolo aumenterebbe l’orbita di Hubble di 50 km prima di sganciarsi, e potrebbe poi essere utilizzato per rimuovere i detriti orbitali nelle orbite che si avvicinano a Hubble.

La NASA non si è ancora pronunciata sull’esito delle revisioni della proposta di Astroscale e Momentus, o degli altri progetti ricevuti.

Lunga vita ad Hubble

Il piano originale della NASA per far deorbitare in sicurezza Hubble era di recuperarlo utilizzando uno Space Shuttle. Molto probabilmente, Hubble sarebbe stato esposto allo Smithsonian Institution.

Ciò non è più possibile da quando la flotta dello Space Shuttle è stata ritirata, e sarebbe stato comunque improbabile a causa del costo della missione e dei rischi per l’equipaggio. Invece, la NASA ha preso in considerazione l’aggiunta di un modulo di propulsione esterno per consentire il rientro controllato. Nel 2009, come parte della Servicing Mission 4 dello Space Shuttle, la NASA ha installato su Hubble il Soft Capture Mechanism (SCM), per consentire la deorbita tramite una missione con equipaggio o robotica.

Ancora non sappiamo con certezza quali siano i programmi esatti dell’Agenzia americana sul futuro di Hubble. Sappiamo però che il telescopio rimane in buone condizioni operative, che sta ancora permettendo importanti ricerche sul cosmo, che sta collaborando con i suoi successori. E se avesse davvero ancora vent’anni di operatività davanti a sé, chissà il suo lavoro combinato con quello dei telescopi spaziali di nuova generazione cosa potrebbe farci scoprire…

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Tags: Crew DragonDragonHubbleHubble Space TelescopemissioneNasaOrbitaservizioTelescopio spaziale

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