Utilizzando il Very Large Telescope (VLT) dell’European Southern Observatory (ESO), un team internazionale di ricercatori ha scoperto il primo sistema binario di stelle in orbita vicino a Sagittarius A*, il buco nero supermassiccio al centro della nostra galassia.
I buchi neri supermassicci sono oggetti particolarmente distruttivi, in ambienti in cui la gravità è estrema. E anche se le stelle binarie sono molto comuni nell’Universo, questa è la prima volta in assoluto che una di queste coppie viene trovata nelle vicinanze di uno di questi mostri celesti, dove l’intensa gravità può rendere instabile il sistema stellare.
Il sistema scoperto è stato chiamato D9 e si stima abbia appena 2.7 milioni di anni. La forte forza gravitazionale del buco nero lì vicino probabilmente la farà fondere in un’unica stella prima di appena un milione di anni, un lasso di tempo molto breve per un sistema così giovane.
Una binaria tra gli “oggetti G”
La binaria appena scoperta è stata trovata in un denso ammasso di stelle e altri oggetti in orbita intorno a Sagittarius A*, chiamato “ammasso S”. I più enigmatici in questo ammasso sono i cosiddetti “oggetti G”, che si comportano come stelle, ma sembrano nubi di gas e polvere.
Proprio nel corso delle osservazioni di questi misteriosi oggetti, il team ha trovato uno schema interessante per quello soprannominato D9. I dati ottenuti con lo strumento ERIS del VLT, combinati con i dati di archivio dello strumento SINFONI, hanno rivelato variazioni ricorrenti (in uno schema ripetuto ogni circa 15 anni) nella velocità della stella. Ciò ha permesso di dimostrare che D9 era in realtà composta da due stelle, in orbita l’una attorno all’altra.

I risultati gettano nuova luce su cosa potrebbero essere i misteriosi oggetti G. L’equipe suggerisce che potrebbero in realtà essere una combinazione di stelle binarie che non si sono ancora fuse con il materiale rimanente di stelle già fuse.
Stelle che sopravvivono in condizioni distruttive
Per molti anni, gli scienziati hanno anche pensato che l’ambiente estremo vicino a un buco nero supermassiccio impedisse la formazione di nuove stelle.
Questa scoperta, in particolare, dimostra che alcune stelle binarie possono prosperare brevemente, anche in condizioni distruttive. “Abbiamo solo una breve finestra, sulle scale temporali cosmiche, per osservare un tale sistema binario, e ci siamo riusciti!” ha esultato la co-autrice Emma Bordier, ricercatrice presso l’Università di Colonia ed ex studentessa all’ESO.
Il sistema D9 mostra chiari segni della presenza di gas e polvere attorno alle stelle, hanno spiegato gli cienziati. Questo suggerisce che potrebbe trattarsi di un sistema stellare molto giovane, che deve essersi formato nelle vicinanze del buco nero supermassiccio.
La natura precisa di molti degli oggetti in orbita intorno a Sagittarius A*, così come il modo in cui potrebbero essersi formati in un ambiente così estremo, rimane ancora un mistero. Ma presto GRAVITY+, lo strumento aggiornato per l’interferometro del VLT (VLTI), e lo strumento METIS sull’ELT (Extremely Large Telescope) dell’ESO, in costruzione in Cile, potrebbero cambiare le cose.
L’articolo che parla di questa ricerca è reperibile qui.