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| On 3 mesi ago

Il servizio Starlink cresce e SpaceX migliora il Falcon 9

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La costellazione Starlink continua a crescere e attualmente conta 5504 satelliti in orbita, di cui 4762 operativi, come riporta l’astronomo Jonathan McDowell. Per il 2024 SpaceX prevede l’aumento del numero di satelliti in orbita, il lancio del servizio Direct to Cell e la riduzione della latenza.

Dallo scorso anno, SpaceX ha iniziato a lanciare gli Starlink V2 Mini, satelliti più grandi della versione precedente e con prestazioni quattro volte migliori. Le loro dimensioni però consentono al Falcon 9 di trasportarne al massimo 24, un numero raggiunto solo nell’ultima missione, partita il 25 febbraio alle 23:06.

Grazie alle centinaia di lanci, SpaceX ha dati e informazioni a sufficienza per migliorare il vettore e di conseguenza aumentare il numero di satelliti che il Falcon 9 è in grado di trasportare, oltre a modificare alcuni profili di volo, permettendo al primo stadio di fare ritorno direttamente sulla terraferma.

La crescita di Starlink, sia a terra che nello spazio

Gli attuali permessi concessi dalla Federal Communications Commission consentono a SpaceX di avere 7500 Starlink tra i 525 e i 535 km di altezza. SpaceX ha ora richiesto all’agenzia federale di modificare questa autorizzazione, per abbassare l’orbita degli Starlink e farli operare tra i 340 e i 360 km.

In primo luogo, avendo i satelliti più vicino alla Terra, si riduce il percorso che deve fare il segnale, abbassando quindi la latenza. Gli Starlink su orbite più basse inoltre impiegano meno tempo a rientrare sulla Terra, soprattutto in caso emergano problemi e i satelliti dovessero risultare incontrollabili. Ciò permetterebbe una migliore gestione dei detriti spaziali in quanto, a queste quote, i satelliti impiegano pochi anni per deorbitare.

A 360 km di altezza SpaceX ha già attivi 6 Starlink V2 Mini, che stanno utilizzando per eseguire i primi test sul servizio Direct to Cell. Per questo particolare tipo di connessione, SpaceX necessita di avere satelliti su orbite più basse, per captare i deboli segnali degli smartphone.

Secondo quanto dichiarato dall’azienda, l’inizio dell’attivazione del Direct to Cell dovrebbe avvenire entro la fine dell’anno. Prima SpaceX dovrà però lanciare gli Starlink che montano le nuove antenne per questa tipologia di connessione. SpaceX è attualmente in possesso di un’autorizzazione temporanea dalla validità di sei mesi, iniziati a dicembre dello scorso anno, per lanciare circa 840 Starlink per il Direct to Cell. Probabilmente i lanci in massa di questa tipologia di satelliti inizieranno una volta appurato che la strumentazione funziona correttamente.

Negli ultimi mesi, il servizio di connessione Starlink si sta diffondendo anche nelle regioni equatoriali. Per coprire queste aree SpaceX necessita di un elevato numero di satelliti in orbita, in modo che una parabola possa connettersi a più Starlink per mantenere la continuità del segnale.

Migliorano le prestazioni del Falcon 9

Attualmente il record di utilizzo di un medesimo primo stadio è di 19 lanci e atterraggi ma, il 23 febbraio, SpaceX ha fatto volare un motore Merlin del primo stadio per la ventiduesima volta. Ciò significa che il motore è stato utilizzato da booster diversi. L’obbiettivo di SpaceX è quello di certificare il Falcon 9 per 40 voli, ma è possibile che questo valore venga aumentato ulteriormente, come accaduto in passato.

Con l’ultima missione inoltre, SpaceX ha trasportato il suo carico più pesante di sempre in orbita bassa, rilasciando 24 Starlink V2 Mini.

Elon Musk ha commentato il successo del lancio affermando che la massa totale trasportata dal vettore era di circa 17,5 tonnellate. Ciò implica che ogni Starlink V2 Mini ha una massa approssimativa di 730 kg. Si tratta del primo dato ufficiale riguardante il peso di questi satelliti, in quanto le informazioni precedenti erano stime presenti nei documenti della FCC.