L’Agenzia Spaziale Europea ha ufficialmente annunciato che il nuovo vettore europeo Ariane 6 decollerà per la prima volta nel 2024. L’ESA ha comunicato quali saranno i prossimi test che le diverse componenti del lanciatore dovranno superare prima di poter tentare il primo lancio, e solamente dopo aver concluso queste prove ci saranno gli elementi necessari per programmare con precisione la prima missione dell’Ariane 6.
Il precedente aggiornamento ufficiale fornito dall’ESA risale alla fine del 2022, quando venne fissato il lancio di Ariane 6 al quarto trimestre 2023. Ora è invece confermato che fino al 2024 l’Europa rimarrà priva di un vettore medio pesante in grado di portare carichi in orbita. Il 5 luglio, è infatti decollato per la 117esima e ultima volta l’Ariane V, che ora è stato pensionato, mentre continuano le indagini sui problemi legati al motore Zefiro-40 del Vega-C. Un lancio del vettore Vega è invece programmato per la fine dell’estate.
Diverse aziende europee si vedono costrette ad affidare i propri carichi ad altre compagnia, affinché i propri satelliti arrivino in orbita in tempi brevi. L’ultimo esempio è il lancio del 3 agosto del satellite Galaxy-37 di Intelsat che, tramite un accordo stipulato a settembre 2020, sarebbe dovuto partire con Ariane 6. Per rispettare le tempistiche della Federal Communications Commission, Intelsat ha dovuto affidare il suo satellite al Falcon 9 di SpaceX.
I test in preparazione al lancio
A settembre si terrà una importante campagna di test per l’Ariane 6, e avranno inizio le prove sui motori. A Lampoldshausen, in Germania, avrà luogo il 1 settembre l’Hot Firing Test 3, durante il quale avvieranno il motore del secondo stadio, il Vinci. Il 4 settembre l’ESA terrà un briefing per la stampa, durante la quale potrebbero essere rilasciate informazioni inerenti proprio l’accensione del Vinci.
Il 26 settembre invece, questa volta a Kourou nella Guyana francese, collauderanno il motore Vulcain 2.1 dello stadio principale. Qui, il 18 luglio, si è già svolto un importante test, durante il quale hanno rifornito proprio lo stadio principale con idrogeno e ossigeno, entrambi allo stato liquido. Hanno potuto così verificare la tenuta dei serbatoi e il corretto funzionamento delle infrastrutture di terra. Questa prova ha avuto esito positivo, ma si sarebbe dovuta concludere con l’avviamento del Vulcain 2.1, non eseguita per mancanza di tempo che ha portato ad una carenza di propellente.
Ottieni subito la prima Guida di Astrospace, per scoprire tutto, e di più sul Telescopio Euclid: Su Astrospace Shop, in offerta solo per il 10 e 11 agosto!