La startup californiana Vast, ha annunciato il 21 febbraio che procederà con l’acquisizione di Launcher, un’azienda che offre servizi di lancio in orbita. Vast, fondata nel 2021 dal miliardario di criptovalute Jed McCalen, attualmente sta sviluppando una stazione spaziale con gravità artificiale. In base a quanto dichiarato dalle due aziende, dopo l’acquisizione proseguiranno alcuni programmi di Launcher, come il servizio di space tug Orbiter, il quale ha recentemente fallito la sua prima missione.
Nei nuovi piani di Vast è invece cancellato il progetto del razzo “Light”, un piccolo vettore a cui lavorava Launcher che avrebbe dovuto usare il motore E-2 della compagnia. Lo sviluppo di E-2 con ciclo a combustione stadiata prosegue per essere offerto sul mercato ad altre compagnie interessate.
Per ora non è chiaro in che modo Vast integrerà i progetti di Launcher con la sua stazione spaziale, tuttavia i circa 120 dipendenti delle due aziende verranno trasferiti in un’unica sede a Long Beach.
E-2 in cerca di nuovi acquirenti
L’inserimento di E-2 nel mercato di componenti spaziali, è un’interessante aggiunta in un settore che fino ad oggi è stato caratterizzato da motori a ciclo aperto, tipicamente gas-generator. I motori come E-2 hanno una maggiore efficienza delle controparti a ciclo aperto, tuttavia sono particolarmente complessi da sviluppare.
Fino ad oggi ci sono solo due aziende nella nuova space economy che hanno raggiunto un certo grado di maturità in questo ambito, ossia SpaceX e Blue Origin. Guardando ad entità più piccole, Launcher è in un ristretto club che vede solo la presenza di Rocket Factory Ausburg e il produttore di motori americano Ursa Major. Entrambe le compagnie sono ancora in una fase di profonda R&D, pertanto la “gara” per potenzialmente dominare questa nicchia di componenti di servizi di lancio rimane aperta.
I problemi in orbita di SN1
Il 3 gennaio Launcher aveva lanciato il primo space tug Orbiter, SN1, tramite un Falcon 9 di SpaceX. A causa di un problema con l’antenna GPS, Launcher ha perso dopo poco il contatto con il veicolo, il quale non è stato in grado di orientare correttamente i pannelli solari per ricaricare le batterie di SN1.
L’azienda californiana è stata in grado di recuperare circa 30 minuti di telemetria, scoprendo la causa dell’anomalia. SN1 ha continuato a comunicare con la Terra per tutta la durata della batteria, registrando valori nominali negli altri sottosistemi.
Per mitigare questo problema, Launcher ha annunciato una serie di migliorie e modifiche che comprendono una nuova antenna GPS, software e batterie. L’introduzione di queste correzioni premetterà ad Orbiter di diventare un sistema più fault tolerant.
Ti è piaciuto questo articolo? Lo abbiamo scritto grazie al supporto degli abbonati ad Astrospace Orbit. Solo questo ci ha permesso di scriverlo in modo competente, revisionandolo, rileggendolo e consultando diverse fonti. Ne è valsa la pena? Se ti sembra di sì, puoi iscriverti anche tu ad Astrospace Orbit, avrai accesso a diversi vantaggi e contenuti esclusivi.