La NASA, secondo quanto riportato dal sito arabo TheNationalNews, sta discutendo lo sviluppo di un elemento della prossima stazione spaziale lunare, direttamente con gli Emirati Arabi Uniti. In particolare, si discute della costruzione di un airlock pressurizzato, cioè di un elemento per permettere l’entrata e l’uscita degli astronauti dalla stazione verso lo spazio profondo. L’airlock in questione verrà usato per eseguire attività extraveicolari all’esterno della Stazione.
Il Lunar Gateway è la prossima stazione spaziale internazionale, che sarà posta in orbita attorno alla Luna. I primi due elementi sono attualmente in fase di costruzione, e saranno lanciati nel 2024/2025 con un Falcon Heavy. Questa stazione però, al contrario di quanto fatto con quelle in orbita terrestre finora, non avrà urgenza immediata di avere un airlock, tanto che questo elemento si pensa verrà aggiunto intorno al 2028/2030.
Queste date potrebbero essere un punto a favore per gli Emirati Arabi Uniti, che disporrebbero del tempo necessario per la progettazione di un modulo pressurizzato. Secondo una fonte raggiunta dal sito ArsTechnica, la discussione fra gli Emirati Arabi e la NASA dura da circa un anno. Inoltre, è stato dichiarato che questo elemento sarà costruito in collaborazione con Boeing.
Inizialmente doveva essere un pezzo della stazione fornito dalla Russia, che già ha costruito diversi elementi di questo tipo per la ISS. Già nel 2020 però la Russia aveva annunciato diverse perplessità sul progetto, abbandonandolo definitivamente all’inizio della guerra in Ucraina.
![Schema di sviluppo del Lunar Gateway aggiornato ad aprile 2022. Credits: NASA](https://www.astrospace.it/wp-content/uploads/2022/05/FQzWolYVEAAwmXg-1024x683.jpeg)
Le ambizioni senza fine degli Emirati Arabi Uniti
Nel 2020 gli UAE hanno lanciato la loro prima sonda interplanetaria, diventando la quinta Agenzia Spaziale a raggiungere l’orbita del Pianeta Rosso. Solamente qualche giorno fa, è stato lanciato un rover verso la Luna, costruito dagli Emirati Arabi in collaborazione con la Francia. Il piccolo rover, chiamato Rashid, si trova a bordo del lander di ispace. Diventerà il primo rover mai costruito da un Paese Arabo, se l’allunaggio, previsto fra circa 5 mesi, avverrà con successo.
La proposta di costruzione di un elemento del Lunar Gateway dimostra come le ambizioni degli Emirati Arabi Uniti in tema di spazio, sono radicate e serie. Fin dal 2020, è stato chiaro come il Paese punti a diventare non solo un punto di riferimento del settore spaziale per tutto il mondo Arabo, ma anche a livello internazionale. Questi nuovi progetti, a cui si aggiungono quelli per la costruzione di satelliti per l’osservazione terrestre e per la navigazione, ne sono una prova.
Questi primi rumors della costruzione di un airlock nel Paese Arabo, non sono ancora confermati da fonti ufficiali, ma dimostrano anche come l’approccio di totale collaborazione sia ormai una strategia consolidata. In passato infatti, diversi progetti spaziali nazionali, sono sempre stati sviluppati in autonomia, soprattutto quando erano delle “prime volte”. Questo per molti motivi, uno su tutti lo sviluppo d’indipendenza tecnologica interna. Gli Emirati Arabi Uniti invece, fin dall’inizio dello sviluppo della missione marziana, hanno puntato su una piena collaborazione con Stati, Università e aziende private di tutto il mondo.
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