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Come stanno andando le missioni dei 10 cubesat di Artemis 1?

Nicolò Bagno di Nicolò Bagno
Novembre 25, 2022
in Agenzie Spaziali, Esplorazione spaziale, Luna, NASA, News
Come stanno andando le missioni dei 10 cubesat di Artemis 1?

Il lancio di SLS di Artemis 1. Credis: NASA

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A distanza di nove giorni dall’inizio di Artemis 1, la missione della capsula Orion continua senza problemi. A bordo di SLS erano però anche presenti 10 piccoli satelliti, ognuno con una missione e obbiettivi diversi. Nel corso della settimana, i responsabili dei cubesat hanno gradualmente comunicato lo stato delle rispettive missioni. Il bilancio iniziale vede un discreto numero di problemi diffusi fra tutti i cubesat, un dato previsto vista la natura estremamente sperimentale delle missioni.

Poche ore dopo il lancio, tutti i 10 cubesat presenti nel secondo stadio di SLS sono stati rilasciati con successo. Tuttavia per diverse missioni non sono mancati i problemi che in alcuni casi stanno portando alla perdita totale dei satelliti.

ArgoMoon

Il satellite italiano, l’unico europeo di Artemis 1, sviluppato da Argotec ha comunicato con successo con il team a poche ore dal lancio. Nel corso della settimana l’agenzia spaziale italiana e l’azienda torinese hanno rilasciato le prime spettacolari immagini della Luna e del nostro pianeta. Attualmente il cubesat sta operando in maniera regolare, dopo aver completato una manovra propulsiva di correzione che ha reso possibile un flyby della Luna il 21 novembre, a 2064 km dalla superficie.  

Il successivo obiettivo della missione è stato effettuare un flyby della terra per poi inserirsi in un’orbita geocentrica ad alta eccentricità. Questo vuol dire che ArgoMoon sarà comunque in orbita attorno alla Terra, ma nel suo apogeo arriverà molto vicino alla Luna, tanto da riuscire a fotografarla con precisione. Rimarrà in questa posizione finché non si concluderà la missione con il naturale deperimento dell’orbita.

Attualmente non siamo a conoscenza dei risultati della missione primaria del cubesat, che consisteva nel fotografare il secondo stadio di SLS subito dopo il rilascio. Questa missione era strutturale per la NASA e molte informazioni e risultati non è detto che siano comunicate. L’assenza di dati sulle prime ore di missione di ArgoMoon non ci può quindi portare a conclusioni sul suo successo o meno. Ulteriori aggiornamenti saranno forniti dal canale Twitter di Argotec.

Biosentinel 

Un inizio missione complicato per Biosentinel, il cubesat della NASA gestito dall’Ames Research Center. Il satellite è l’unico dei 10 di Artemis 1 con una missione dedicata alla biologia, in particolare sui lieviti. Dopo il distacco dall’ICPS, Biosentinel aveva comunicato con successo con la Terra, tuttavia presentava un assetto instabile che poteva compromettere la missione. Il giorno stesso sono stati inviati dei comandi tramite il Deep Space Network per mitigare il problema. A distanza di un paio d’ore il team di Ames ha confermato che il satellite era tornato ad un assetto stabile e sotto controllo.

Superate le difficoltà iniziali, Biosentinel ha concluso con successo un passaggio ravvicinato della Luna a circa 400 km. In questo flyby la sonda è passata indenne dal lato non illuminato del nostro satellite in cui è rimasta in ombra per circa 36 minuti come da programma. Gli scienziati di Ames pianificano d’iniziare l’esperimento con i lieviti il prossimo mese.

EQUULEUS

La missione della JAXA e dell’università di Tokyo sta procedendo in maniera impeccabile. Dopo un primo contatto con la Terra, il cubesat nipponico ha eseguito con successo DV1, la prima di tre manovre che ha permesso d’inserire il satellite in un’orbita particolare del sistema Terra-Luna. Nella giornata del 21 novembre EQUULEUS ha effettuato un flyby della Luna con una distanza minima di circa 5500 km dalla superficie. In questa passaggio la sonda giapponese ha scattato tre foto del nostro satellite, intorno alla fascia equatoriale. 

EQUULES Images
Le tre immagini scattate da EQUULES collocate in una mappa della Luna per contestualizzarne luogo e dimensioni.

Nel prossimo futuro EQUULEUS dovrebbe riaccendere il sistema propulsivo per altre due volte, al fine di arrivare in un’orbita finale che passa dal punto langragiano L2. Inoltre, il team di Tokyo dovrebbe rilasciare i primi dati da tutti i tre strumenti a bordo una volta superato questo periodo di commissione.

Le tre foto di EQUULEUS si possono trovare qui.  

OMOTENASHI

La seconda missione giapponese a bordo di Artemis 1 è purtroppo il primo fallimento registrato nel corso dei quasi dieci giorni passati dal lancio. Questa ambiziosa missione della JAXA intendeva portare a termine il primo allunaggio della storia da parte di un cubesat, tramite l’ausilio di un piccolo motore a propellente solido. I problemi della missione sono iniziati le stesso giorno del lancio quando gli ingegneri hanno ricevuto un segnale molto più debole del previsto.

Dalla poca telemetria raccolta, il team d’ingeneri ha determinato che OMOTENSAHI non era orientato verso il sole per la ricarica delle batterie. Un ulteriore problema, ancora più grave, era l’assetto instabile del cubesat in uno stato di rotazione incontrollata. Da allora il team ha provato ad inviare delle istruzioni per tentare di risolvere i problemi e recupera il cubesat. La missione è stata dichiarata ufficialmente terminata il 21 novembre dopo diversi tentativi falliti di contatto con la sonda nipponica da parte del Deep Space Network.

Lunar IceCube e Cusp

Scarse informazioni dai team di IceCube e di Cusp. Entrambe le missioni hanno comunicato con successo a terra il 16 novembre, tuttavia gli ingegneri non hanno dato aggiornamenti sullo stato dei rispettivi cubesat da allora. Lunar IceCube è una missione coordinata dalla Morehead University che presenta una fotocamera nello spettro infrarosso, uno strumento derivato dalla celebre New Horzions. Cusp è invece gestita dal Southwest Research Institute ed intende studiare la razione solare. 

LunaH-Map

Il cubesat della NASA con bordo uno spettrometro a neutroni ha comunicato con successo il giorno del lancio. Lo strumento è stato commissionato senza difficoltà entro il primo giorno della missione. I problemi del cubesat sono iniziati il 17 novembre quando il sistema propulsivo è stato testato per la prima volta. Il team non è stato in grado di accendere il sistema, nonostante diversi tentativi. Pertanto il cubesat ha mancato l’accensione programmata per il 21 novembre che avrebbe permesso un flyby ravvicinato della Luna, quindi l’inizio di un lungo periodo per raggiungere la particolare orbita ellittica finale di LunH-Map.

LunaH map
Piano originale delle tre fasi del viaggio di LunaH map.

Il team d’ingegneri sembra che abbia identificato come causa del problema una valvola del sistema propulsivo, probabilmente rimasta bloccata. Nel corso dei prossimi mesi gli ingegneri proveranno a sboccarla cercando di riscaldarla. Nonostante la mancata manovra propulsiva, LunaH-Map ha a disposizione altre finestre per raggiungere delle orbite lunari alternative alla principale. Se il tempo necessario a sbloccare la valvola fosse però prolungato, il team del cubesat americano ha dichiarato che potrebbe considerare anche di cambiare il target missione e quindi visitare degli asteroidi. 

Nonostante il problema al sottosistema propulsivo, LunaH-Map ha condotto un flyby della Luna a circa 1300 km. In questo sorvolo lo spettrometro ha dimostrato come i neutroni ed i raggi gamma dalla superficie della Luna aumentano nel corso del flyby, ovvero secondo il modello previsto. 

LunIR

Su il cubesat di Lockheed Martin, LunIR non sono state fornite molte informazioni. Attualmente è solo noto che il cubesat sta comunicando con la Terra ma con un segnale molto più debole delle aspettative. Ad oggi, 25 novembre, Lockheed non ha ancora fornito un aggiornamento ufficiale. LunIR è un satellite con un innovativo sensore nell’infrarosso che presenta dei nuovi micro-crycooler. 

I dispersi: NEA Scout e Team Miles 

Non risulta alcun contatto con la Terra da due cubesat di Artemis 1. Il primo è sviluppato dal JPL, NEA Scout, il cui obiettivo è visitare l’asteroide 2020 GE tramite l’utilizzo di una vela solare da oltre 80 metri quadrati. Sembra che allo stato attuale sia stato inviato il segnale di apertura della vela solare, nonostante non ci siano contatti con il satellite. Nel caso il segnale sia percepito e il comando applicato, la speranza è di poter osservare la vela solare con i telescopi a Terra.

Team Miles è invece un dimostratore tecnologico progetto da un gruppo d’ingegneri, inizialmente no-profit. Altri aggiornamenti sullo stato di queste missioni risultano assenti dal lancio si SLS, ad oggi non è chiaro se le missioni siano definitivamente concluse, oppure ci siano dei tentativi per salvarle.

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Tags: Artemis1CubesatNasaSLS

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