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Il razzo giapponese H3 ha completato un importante static fire test

Il vettore giapponese ha completato uno static fire sulla rampa di lancio di Tanegashima, l'ultimo grande test prima del primo lancio

Nicolò Bagno di Nicolò Bagno
Novembre 17, 2022
in Agenzie Spaziali, News, Space economy
H3 static fire

Static Fire test del vettore H3 dal Tanegashima Space Center.

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Il 7 novembre la JAXA ha condotto un test di accensione statica del primo stadio di H3, il nuovo lanciatore di classe media sviluppato dal Giappone per rimpiazzare l’attuale H-IIA. Lo static fire è l‘ultima grande prova in attesa del lancio inaugurale, previsto entro la fine dell’anno fiscale giapponese (marzo 2023).

Il test, durato 25 secondi, è servito per valutare le prestazioni dei due motori LE-9 nel core centrale e i relativi sistemi di terra. In questa configurazione di prova il razzo presentava il secondo stadio ed il fairing, con l’eccezione dei due booster laterali che verranno uniti solo per il lancio vero e proprio.

I risultati preliminari dello static fire indicano una prestazione nominale, tuttavia ci vorranno approssimativamente due settimane per revisionare tutti i dati. Terminata l’analisi, la JAXA annuncerà la data di lancio di ALOS-3, la missione inaugurale di H3. Il satellite che sarà a bordo è il terzo del programma di osservazione terrestre della JAXA e fornirà importanti dati di tipo ottico.

L’ultimo test dopo molti ritardi

Lo static fire eseguito dal team di ingegneri di JAXA e MHI è stato eseguito dopo un ritardo di quasi due anni rispetto al target iniziale di un lancio nell’anno fiscale 2020. La causa di questi continui rinvii sono i problemi riscontrati nel design dei motori LE-9, scoperti durante la fase di qualifica nel maggio 2020. In questa fase di test, gli ingegneri riscontrarono una perdita dalla camera di combustione e delle crepe nelle turbine a causa di un fenomeno di risonanza.

Da allora sono stati effettuate diverse azioni correttive, tra cui un ispessimento delle pareti della camera di combustione e un non meglio precisato nuovo metodo di accensione e spegnimento del motore. Il problema alle lame delle turbine ha invece richiesto un importante redesign delle turbopompe, probabilmente la causa di maggiore ritardo di tutto il progetto H3.

Un vettore flessibile

L’esordio di H3 segna l’inizio per un veicolo molto flessibile e adattabile al mercato oltre che alle esigenze del governo giapponese. Per la prima volta il Giappone avrà a disposizione un razzo con diverse configurazioni, che potranno variare per missioni in orbita bassa terrestre o per satelliti geostazionari. In questo caso il carico sale fino a quasi 8 tonnellate.

Allo studio c’è anche un versione pesante con tre booster come l’attuale primo stadio, affiancati. Una configurazione simile a quella del Falcon Heavy di SpaceX, che usa tre primi stadi del Falcon 9. Tale variante servirebbe per il lancio di una capsula di rifornimento per la futura stazione Lunar Gateway.

H3
Le diverse configurazioni di H3. Credit: JAXA

Questa disponibilità è ottenuta grazie al progetto modulare del primo stadio, che può ospitare due o tre motori LE-9, oltre a tre diverse disposizioni di booster laterali solidi da 0, 2 e 4. Questi dettagli si riflettono nella nomenclatura tecnica che genericamente è H3-NX-K. In cui N indica il numero di motori LE-9, X il numero di booster laterali mentre K è indicato con una tra lettere L o S. L indica il fairing più grande mentre S la versione base. Nel caso del lancio inaugurale di ALOS-3, H3 volerà nella disposizione H3-22-S.

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Tags: Alos-3GiapponeH3JaxaMHI

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