Alle ore 9:50 locali è decollato dallo spazioporto di Uchinoura il lanciatore giapponese Epsilon. L’obbiettivo era portare in orbita diversi satelliti dimostrativi per la JAXA e l’azienda iQPS. Epsilon è stato il primo lancio orbitale del 2022 dal suolo giapponese, un anno di transizione verso il 2023 in cui esordiranno nuovi vettori e molte missioni pronte al decollo. Purtroppo il fallimento di questo razzo segna uno stop importante per il Giappone, che non falliva una missione orbitale dal 2003.
Epsilon è un vettore a tre stadi interamente alimentati da propellente solido. Dalle prime indagini effettuate da JAXA sembra che il problema si sia verificato prima della separazione fra secondo e terzo stadio. Dal centro di controllo missione, rilevata l’anomalia nella traiettoria è stato attivato il sistema FTS (Flight Termination System) che ha distrutto completamente il razzo per evitare che ricadesse in modo incontrollato sulla Terra. Il primo stadio sembra aver performato correttamente.
Le missioni dedicate alla ricerca tecnologica
I payload a bordo facevano parte del programma dell’agenzia spaziale nipponica noto come “Innovative satellite technology demonstration program”. Un progetto in cui l’ente governativo giapponese seleziona e finanzia delle proposte di tecnologie innovative spaziali da aziende private. La missione di quest’anno sarebbe stata la terza, dopo altre due di successo in cui decine di piccoli satelliti e cubesat hanno raggiunto l’orbita.
Il carico principale del razzo era RAISE-3, un satellite per la dimostrazione di nuove tecnologie, sviluppato da Mitsubishi Heavy Industries. Tra queste figuravano due micropropulsori, uno che utilizza l’acqua come propellente ed un motore al plasma di tipo PPT. Il satellite era dotato anche di una membrana sviluppata da Axelspace, una startup che si occupa principalmente di osservazione terrestre e di cui abbiamo parlato qui. La membrana si sarebbe dovuta dispiegare alla fine della missione, per aumentare l’attrito del veicolo e di conseguenza farlo deorbitare più velocemente.
Degno di nota era anche HELIOS, un’altra membrana, in questo caso per la generazione di energia e con funzione di antenna per le tecnologie con 5G. Oltre a RAISE-3, Epsilon doveva rilasciare in orbita cinque cubesat che fanno sempre parte del programma della JAXA. Tra questi ne figura anche uno interamente stampato in 3D dalla università di Waseda, un monoblocco da 1.2 kg.
iQPS e la corsa SAR
Gli ultimi due satelliti erano dedicati all’osservazione terrestre tramite radar SAR. A differenza dei normali satelliti che osservano la terra nella parte di stretto che si definisce “ottica”, i SAR utilizzando un radar nello spettro delle microonde per ricreare un’immagine degli oggetti osservati. Il Giappone, con le due aziende iQPS e Synspective si posiziona come una delle nazioni dominanti nell’emergente mercato dei SAR che attira nuovi ed importanti investimenti. Il fallimento di questo lancio rallenterà un po’ la crescita di questi progetti, ma non fermerà di certo l’inserimento delle due aziende in questo mercato.
iQPS mira ad ottenere una costellazione 36 satelliti entro il 2025 con una risoluzione massima di 70 cm. Al fine di raggiungere questo obbiettivo velocemente, l’azienda ha diversificato il lancio dei propri satelliti includendone anche uno con Virgin Orbit. Con questi nuovi satelliti, l’azienda nipponica intende anche portare degli aggiornamenti ai veicoli, che includono l’espansione della superficie dell’antenna SAR ed una velocità di trasferimento dati più veloce.
L’importanza di Epsilon
Alto 26 m e con una capacità di 600 kg in orbita bassa terrestre, Epsilon è uno dei pochi razzi al mondo che impiega interamente propellente solido. Una caratteristica che comporta diverse ed interessanti strategie di design nel lanciatore giapponese di tre stadi. Una di queste è la peculiare separazione tra il secondo ed il terzo stadio che avviene tramite spin.
In sostanza i due stadi si separano grazie ad una rotazione sull’asse principale del razzo, una manovra che permette di mantenere la stabilità e l’assetto del veicolo senza particolari meccanismi di distacco o propulsori. Purtroppo sembra proprio che sia stata la mancata separazione fra secondo e terzo stadio a provocare il fallimento della missione.
Epsilon è uno dei due più importanti lanciatori del Giappone insieme all’HII ed in futuro al nuovo H3. Il piccolo vettore condivide il primo stadio con i booster dei più grandi lanciatori della famiglia “H” che sono pronti dalla stessa compagnia, ossia IHI. Una strategia simile a quella di Ariane Space, che come booster del vettore Ariane 6 usa il primo stadio del Vega-C.
Epsilon è ad oggi l’unico accesso allo spazio indipendente per piccoli carichi a disposizione del Giappone. Si tratta quindi di un asset strategico per l’emergente space economy nipponica ma anche per la stessa JAXA. Il suo fallimento comporta quindi diversi problemi, strategici ed economici. JAXA ha annunciato di aver già aperto una task force indipendente per indagare sul fallimento di questa missione. Al fine di prolungare la vita di questo vettore però, IHI ha intenzione di debuttare con EPSILON S, una versione leggermente più potente ma che abbasserà i costi utilizzando hardware in comune con il nuovo H3.
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