La Corea del Sud è finalmente riuscita a lanciare con successo il suo primo lanciatore interamente costruito “in casa”, il NURI (che in coreano significa mondo). Il razzo è formalmente definito come Korea Space Launch Vehicle (KSLV)-II ed è partito dal Naro Space Center, dalla rampa LC-1. Questo vettore rappresenta uno snodo importante di tutti i piani spaziali di sviluppo del Paese.
Nuri è in grado di portare in orbita ad una quota di 600-800 km una massa totale di circa 1600 kg, ponendolo nella classe dei lanciatori medi. Per confronto, un carico simile è trasportato dal vettore Vega di Avio. Con questo lancio la Corea del Sud diventa il settimo Paese al mondo a disporre di questa indipendenza nel raggiungere lo spazio.
KSLV-2 o Nuri ha portato in orbita un satellite di test con una massa di 180 kg, chiamato PVSAT (Performance Verification Satellite) insieme ad altri quattro cubesat realizzati da università ed enti di ricerca. Questi dovrebbero essere stati montati proprio a bordo del PVSAT, che funge anche da dispenser. I cubesat saranno rilasciato solamente nelle prossime settimane. Oltre ad avere lanciato i primi satelliti in orbita, Nuri trasportava anche una massa di 1.3 tonnellate per provare le prestazioni del razzo.
Il primo lanciatore coreano
Nuri è il primo lanciatore interamente sviluppato dalla Corea del Sud, a differenza del precedente KSLV-1 o Naro, utilizzato sempre dalla Corea. Quest’ultimo presentava infatti un primo stadio sviluppato a partire dal russo URM, utilizzato nella famiglia di lanciatori Angara.
Terminato il progetto del primo lanciatore, la repubblica coreana ha investito oltre 1.8 miliardi di dollari dal 2010 per sviluppare KSLV-2 o Nuri. Nel percorso di sviluppo sono state coinvolte oltre 500 persone del Korea Aerospace Research Institute (KARI) e alcune delle più grandi aziende del settore difesa tra cui Hanwha Aerospace per costruire i motori e Hyundai Heavy Industries, che ha realizzato la rampa di lancio.
Una delle sfide più importanti per il lancio di Nuri è stato lo sviluppo dei motori del primo stadio KRE-075, motori per il primo e secondo stadio a cherosene e ossigeno liquido. Prima di lavorare a questi motori, nella nazione coreana l’esperienza sui motori a propellente liquido era ad uno stadio embrionale.

L’impegno della Corea del Sud non si ferma solo a Nuri. L’agenzia spaziale nazionale, KARI sta già discutendo del prossimo vettore. Un razzo con capacità di lancio verso l’orbita geostazionaria e basato sul KSLV-2, un passo importante per raggiungere un’indipendenza nel settore aerospaziale fondamentale per le ambizioni della repubblica coreana.
Il primo lancio dopo il fallimento
Il 21 ottobre 2021 la KARI aveva condotto il lancio inaugurale di Nuri, conclusosi in un fallimento. In quell’occasione Nuri ottenne delle prestazioni nominali dai primi due stadi, ma non dal terzo. Il motore di quest’ultimo, un KRE-007, si spense prematuramente 46 secondi prima del previsto. Fallendo quindi la corretta immissione in orbita a 700km di una massa di prova da 1.5 tonnellate.
In seguito a un’indagine durata circa due mesi la KARI ha identificato la causa dell’anomalia in un punto di ancoraggio del serbatoio di elio, un elemento posto internamente al serbatoio dell’ossigeno. L’elio è tipicamente utilizzato nei razzi per pressurizzare i serbatoi ed espellere eventuali gas esterni dai motori.

Al fine di mitigare questo problema, l’agenzia spaziale coreana ha riprogettato i supporti dei serbatoi e rinforzato una porta d’ispezione presente nel serbatoio. Le modifiche hanno aggiunto una massa di 9 kg al vettore, tuttavia le prestazioni del razzo non risentiranno di tale cambiamento in base a quanto dichiarato da Jang Young-soon, capo della divisione lanciatori di KARI.
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