SpaceX effettuato una nuova missione rideshare, anche se questa volta si tratta di una serie di satelliti ospitati a bordo di una missione principale, e non di una missione Transporter. Così è infatti chiamato il programma di SpaceX per il lancio di molteplici satelliti in condivisione.
Il carico principale era un satellite della Corea del Sud che farà parte di una piccola costellazione di osservazione della Terra. Lo scopo principale sarà quello di monitorare gli asset militari della Corea del Nord. Il satellite fa parte del programma chiamato 425 Project, promosso dalla Defense Acquisition Program Administration (DAPA) della Corea del Sud, per lo sviluppo di sistemi di osservazione ad alta risoluzione. La costellazione prevede un totale di cinque satellite e sarà completata entro il 2025.
A bordo del Falcon 9 hanno viaggiato un totale di 25 satelliti, tra cui il dispenser italiano ION di D-Orbit. Si tratta del settimo orbital transfer vehicle (OTV) che l’azienda spedisce in orbita in questo 2023.
Tra i diversi satelliti si trova inoltre un CubeSat la cui realizzazione è stata guidata dall’Università di Melbourne e al cui interno si trova un carico italiano, un rilevatore di raggi X dell’Agenzia Spaziale Italiana facente parte del programma HERMES-Scientific Pathfinder.
Il lancio non è stato mostrato completamente, in quanto la diretta si è conclusa al rientro del primo stadio del razzo di SpaceX. Si è trattato anche del 250esimo rientro di successo di un Falcon 9.
Falcon 9’s first stage has landed on Landing Zone 4, completing our 250th landing of a Falcon first stage booster pic.twitter.com/ZkOjq4hNRy
— SpaceX (@SpaceX) December 1, 2023
Obbiettivo: spiare i vicini
Il 425 Project prevede, in questa prima fase, cinque satelliti con una risoluzione che va dai 30 ai 50 cm per pixel. Questi si troveranno a una quota compresa tra i 600 e i 700 km, in modo da poter sorvolare la Corea del Nord ogni due ore circa. L’obbiettivo infatti è proprio quello di riuscire a sviluppare un sistema in grado di monitorare le attività militari dello stato confinante, e per farlo utilizzeranno diverse tecnologie.
Il primo satellite del 425 Project, lanciato durante questa missione, è dotato di un sistema denominato electro-optical infrared (EO/IR) telescope, che consente di effettuare osservazioni sia nel visibile che nell’infrarosso.
I futuri quattro satelliti invece sfrutteranno la tecnologia SAR (radar ad apertura sintetica), realizzati da Thales Alenia Space, che è riuscita a sviluppare una nuova tipologia di satellite. Questi saranno molto più piccoli e compatti rispetto ai precedenti SAR realizzati dall’azienda, riuscendo comunque a ottenere immagini ad alta risoluzione. I satelliti del 425 Project saranno quindi in grado di monitorare costantemente la Corea del Nord, sia di giorno che di notte e anche attraverso le nuvole.
Il primo satellite irlandese
Si chiama EIRSAT-1 (Educational Irish Research Satellite) ed è un piccolo satellite che ha permesso all’Irlanda di arrivare nello spazio per la prima volta. È un CubeSat dalle dimensioni di 22 x 10 x 10 cm e realizzato dagli studenti della University College Dublin.
Il progetto è nato nel 2017, quando l’ESA ha selezionato il team di studenti per partecipare al programma Fly Your Satellite! mettendo a disposizione esperti e risorse. Gli studenti hanno quindi collaborato direttamente con l’agenzia europea per lo sviluppo del satellite, che trasporta tre diversi carichi.
Il primo, chiamato GMOD (Gamma-ray Module), è un sensore utilizzato per la rilevazione di raggi gamma provenienti sia dallo spazio che dalla Terra. Il secondo carico è invece una protezione termica realizzata dalla compagnia Enbio e utilizzata anche sul Solar Orbiter dell’ESA.
L’obbiettivo è riuscire a dimostrare l’efficacia di questo tipo di protezione in orbita terrestre bassa e non solo nello spazio profondo. Infine, vi è un sistema di controllo dell’assetto chiamato Wave-Based Control, che sfrutta il campo magnetico terrestre per orientare il satellite. Questo sistema verrà attivato a missione già inoltrata, dopo avere utilizzato un sistema di controllo di assetto standard.
Falcon 9 al diciassettesimo volo con carichi di terzi
Il lancio è avvenuto dalla base militare di Vandenberg, in California, alle 19:19 del 1 dicembre. Per SpaceX si è trattata della missione numero 87 del 2023, un anno da record per la frequenza con cui hanno fatto decollare i Falcon 9 e i Falcon Heavy. L’azienda ha infatti raggiunto una media di un lancio ogni 3,7 giorni circa, un valore che puntano a diminuire ulteriormente nel prossimo anno. Hanno infatti dichiarato che l’obbiettivo per del 2024 è riuscire a effettuare 12 missioni al mese.
A causa della presenza del satellite sudcoreano a bordo del Falcon 9, SpaceX non ha mostrato le immagini dell’intero carico né del momento del rilascio. Hanno interrotto la diretta subito dopo l’atterraggio del primo stadio sulla Landing Zone 4, che si trova accanto al pad di lancio.
Il primo stadio utilizzato, il B1061, era al suo volo numero 17 e, dopo la separazione dal secondo stadio, è rientrato direttamente sulla terraferma. È la prima volta che un booster con così tanti lanci alle spalle vola per una missione per conto di terzi e non per trasportare gli Starlink in orbita.
Il primo volo del B1061 risale a novembre 2020, con il trasporto in orbita degli astronauti della missione Crew-1. Ad aprile dell’anno successiva un altro equipaggio ha raggiunto la ISS grazie a questo booster, ovvero gli astronauti di Crew-2. Attualmente il record per il maggior numero di decolli e atterraggi di un singolo primo stadio è pari a 18, raggiunto con il B1058. SpaceX ha iniziato a certificare i Falcon 9 per poterli utilizzare fino a 20 volte e, una volta raggiunto questo traguardo, è possibile che decidano di spingersi ancora oltre.