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AstroSpace

Amazon compra 83 voli per costruire Kuiper: il più grande contratto della storia dei lanci spaziali

Stefano Piccin by Stefano Piccin
Aprile 5, 2022
in Blue Origin, News, Satelliti, Space economy
Amazon compra 83 voli per costruire Kuiper: il più grande contratto della storia dei lanci spaziali
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Amazon ha appena comunicato di aver concluso un grosso contratto per l’acquisto di 83 diversi lanci spaziali. L’obbiettivo è portare in orbita i satelliti della costellazione Kuiper, la rete di Amazon per la connessione internet con copertura globale. Kuiper è attualmente il terzo grande progetto con questo obbiettivo, oltre a Starlink e OneWeb. Le tre reti non condividono però solamente lo scopo, ma anche (in parte) le caratteristiche tecniche. Anche Kuiper sarà infatti una rete di migliaia di satelliti in orbita terrestre bassa.

Il contratto firmato da Amazon prevede il lancio di 38 diverse missioni con il vettore Vulcan di ULA, a cui si aggiungono 9 lanci con gli Atlas V, già comprati l’anno scorso. 18 lanci con ArianeSpace, da eseguire con l’Ariane 6 e 12 missioni con il New Glenn di Blue Origin. Quest’ultimo vettore è stato selezionato anche per eventuali 15 ulteriori missioni nel caso ce ne fosse bisogno.

Un contratto enorme, ma necessario

Ad oggi non si conoscono molti dettagli tecnici sui satelliti di Amazon. Sappiamo che il vettore Ariane 6 potrebbe portarne in orbita 35-40, il Vulcan 45, mentre il New Glenn 61. Da questo possiamo dedurre che la massa dei satelliti sia di circa 500 kg (valore molto indicativo). I permessi rilasciati nel 2020 dalla FCC prevedono una costellazione di 3236 satelliti, il che potrebbe renderla più simile a Starlink che a OneWeb. Sempre in base alle regole della FCC, Amazon è tenuta a lanciare almeno la metà di questi satelliti, cioè circa 1600, entro il 2026. Questo può essere uno dei motivi per la firma in blocco di così tante missioni spaziali.

Assicurandosi tre diversi lanciatori si pone nella posizione di sicurezza nel caso uno di essi dovesse bloccarsi improvvisamente in futuro. Più praticamente però, la firma per questi tre vettori assicura una cadenza di lancio elevata. Tutti e tre sono infatti razzi di medie o grandi dimensioni e soprattutto sono razzi all’inizio della loro carriera. Nessuno di essi potrà quindi garantire un rate di lancio elevato nel 2023 o 2024. A questo si aggiunge il fatto che il Vulcan, ma soprattutto Ariane 6, dovranno sopperire ai lanci precedentemente previsti su Soyuz, che nel 2023 occuperanno la maggior parte dei voli disponibili.

Amazon ha in previsione un primo lancio di due satelliti di test entro la fine del 2022, sul razzo RS1 di ABL Space. L’immissione in orbita della vera e propria costellazione dovrebbe quindi essere prevista per il 2023.

I costi

Nessuna delle quattro aziende coinvolte ha rilasciato informazioni riguardo ai costi, anche se ragionevolmente si tratta di un accordo multimiliardario. Le cifre stimate e non ufficiali per il lancio dei tre vettori sono infatti di 110 milioni di dollari per il Vulcan, 77 milioni per l’Ariane 6 e 68 milioni per il New Glenn di Blue Origin. Con questi valori si raggiunge un tetto massimo di oltre 6 miliardi di dollari.

Da questo accordo è assente ovviamente SpaceX, che più volte ha dibattuto con Amazon per la forma e la quantità dei permessi concessi a una o l’altra azienda. SpaceX ha poi recentemente accettato di far volare con i Falcon 9 i satelliti di OneWeb, grandemente penalizzati dalla scomparsa dei Soyuz dal mercato.

Questo accordo segna in ogni caso un punto di svolta importante nel mercato spaziale. SpaceX ha posto un’asticella piuttosto alta da superare, con un costo per un Falcon 9 che potrebbe avvicinarsi ai 40 milioni e un rate di lancio che dovrebbe superare i 50 voli nel 2022. Amazon ha però inondato il mercato di decine di contratti, dando una spinta enorme a tutta la concorrenza nel mercato dei lanciatori medi. Ora resta da vedere se le tre aziende saranno in grado di produrre e far volare tutti questi razzi nei tempi richiesti da Amazon. Attualmente il primo volo di Vulcan è previsto per la fine del 2022, il primo dell’Ariane 6 per l’inizio del 2023 e quello del New Glenn per il 2024.

I ritardi e i vantaggi di Amazon

Il ritardo di Amazon nella costruzione di questa rete è però evidente, ma potrebbe non essere incolmabile. SpaceX infatti ha già oltre 2000 satelliti nello spazio, ma sta incontrando alcune difficoltà proprio nei settori in cui Amazon è in vantaggio.

Uno di questi è per esempio la logistica della spedizione, punto di forza di Amazon e di debolezza di Starlink. Nel 2021 molti clienti hanno infatti aspettato mesi prima di ricevere la propria antenna. Questo era dovuto anche ai problemi di produzione, che l’azienda di Jeff Bezos intende superare con l’esperienza nella produzione di hardware acquisita con i dispositivi Echo e Kindle. Un ulteriore vantaggio di Amazon è la possibilità di agganciare Kuiper alla rete AWS, aspetto da non trascurare e che permetterebbe una qualità del servizio maggiore e un ampliamento immediato dei servizi forniti.

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Tags: AmazonAriane 6Ariane SpaceBlue OriginKuiperNew GlennULAVulcan

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