Amazon ha annunciato ieri, lunedì 19 aprile, di aver siglato un accordo con ULA (United Launch Alliance) per nove diversi lanci del vettore Atlas V. Questi lanci serviranno per portare in orbita i primi satelliti del Project Kuiper, la costellazione di Amazon per fornire copertura internet a livello globale. L’annuncio è particolarmente importante, per diversi motivi. Sia dal punto di vista di Amazon e di ULA, ma soprattutto di Blue Origin.
Di Project Kuiper non si hanno molti aggiornamenti, e non si sapeva quando e come Amazon avrebbe iniziato la costruzione della rete. Questa sarà composta da 3236 satelliti, e il servizio si attiverà in diverse fasi, probabilmente per step geografici come è stato per Starlink. Amazon ha dichiarato che serviranno 578 satelliti per la prima attivazione del servizio e che gli investimenti nel progetto non mancano. L’ultimo aggiornamento risale alla prima metà del 2020, ma sappiamo che la prima compagnia di Jeff Bezos ha investito più di 10 miliardi di dollari nel progetto.
Aver comunicato questo accordo con ULA è sicuramente una buona notizia per Amazon, che così conferma implicitamente che Project Kuiper avanza. Non hanno dichiarato quando verrà effettuato il primo lancio e nemmeno quanti satelliti porterà in orbita ogni Atlas V.
Le brutte notizie per Blue Origin
Il lancio dei satelliti del Project Kuiper è sempre stato previsto con il vettore New Glenn di Blue Origin. L’annuncio che la costellazione di Amazon inizierà ad essere lanciata con vettori di ULA è significativo di quanto sia in ritardo il lanciatore pesante di Blue. Poche settimane fa venne annunciato un rinvio del primo volo del New Glenn a fine 2022. E’ probabile quindi che molto prima inizierà il lancio di Kuiper, forse già nella seconda parte del 2021.
In questo modo viene inoltre a mancare una strategia che ha fatto il successo dei Falcon 9 di SpaceX e che Blue voleva in parte replicare. Lanciare i propri satelliti (o di un’azienda partner come per Amazon e Blue) comporta infatti molteplici vantaggi, soprattutto per dei vettori riutilizzabili che disporrebbero così di lanci garantiti per effettuare test e certificazioni sui sistemi di rientro. Le molteplici missioni Starlink sono servite anche a questo.
Secondo le richieste fatte alla FCC (Federal Communications Commission) Amazon deve lanciare almeno il 50% della sua costellazione entro il 2026. I nove lanci assegnati a ULA conterranno inoltre solo una prima parte dei satelliti. Tutto questo vuol dire che il New Glenn verrà poi sicuramente utilizzato per lanciare i satelliti Kuiper, ma non si sa ancora quando.
Le brutte notizie per ULA
L’assegnazione di nove lanci al vettore Atlas V non è una buonissima notizia nemmeno per ULA. L’azienda, nata come consorzio fra Boeing e Lockheed Martin, dovrebbe infatti lanciare il suo nuovo vettore Vulcan entro il 2021. Questo nuovo lanciatore sostituirà completamente l’Atlas V e il Delta Heavy. Altri nove lanci con l’Atlas V potrebbero quindi significare che il nuovo razzo di ULA è più in ritardo di quanto affermato dal CEO Tory Bruno.
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