In orbita geostazionaria, a 36000 km dalla Terra, un satellite cinese chiamato Shijian-21 è attraccato al satellite Beidou-2 G2 e lo ha trasportato in una orbita più alta. Si tratta di una manovra estremamente interessante, prima di tutto perché ancora una volta dimostra una capacità tecnologica che non si pensava fosse alla portata della Cina. Ma non è finita qui. Sempre negli ultimi mesi, e sempre in orbita geostazionaria, è successo anche che un satellite militare americano si sia avvicinato a due satelliti cinesi. Questi ultimi hanno rilevato l’approccio e si sono a loro volta mossi, variando la loro orbita. Anche questa è una mossa importante, che dimostra capacità cinesi di alto livello ma anche una situazione di tensione crescente fra Cina e USA in ambito spaziale.
L’approccio del Shijian-21
Il satellite Shijian-21 è stato lanciato il 23 ottobre del 2021 verso l’orbita geostazionaria ed è ufficialmente definito come un satellite per la mitigazione dei detriti spaziali. Non sono però stati rilasciati molti dettagli dalla Shanghai Academy of Spaceflight Technology (SAST), responsabile della costruzione e gestione del satellite. A fine dicembre il Shijian-21 è attraccato a un altro satellite cinese, il Beidou-2 G2. Questo è stato lanciato nel 2009 ma ha mancato il suo inserimento in orbita. Si trattata a tutti gli effetti di un rifiuto spaziale, tanto che alcune rilevazioni facevano anche pensare che si fosse distrutto in vari pezzi.
Una volta eseguito il docking, lo Shijian-21 ha acceso nuovamente i suoi motori, trasportando il Beidou-2 G2 3000 km sopra l’orbita geostazionaria. Questa manovra è necessaria per un detrito in orbita geostazionaria. In questa particolare posizione infatti, ogni satellite rimane sopra una particolare zona della Terra. Le posizioni sono quindi fisse e di conseguenza limitate. Esiste per questo motivo un’orbita, situata 400 km sopra quella geostazionaria, chiamata orbita cimitero, dove vengono spostati tutti i satelliti alla fine della loro vita operativa.
Secondo i dati del 18th Space Control Squadron (SPCS) americano, il Shijian-21 si è separato dal Beidou-2 G2 il 26 gennaio ed è tornato in orbita geostazionaria. È probabile che qui possa completare altre manovre di questo tipo, oppure effettuare solamente test e osservazioni di altri satelliti. Manovre di questo tipo in orbita geostazionaria non è la prima volta che vengono eseguite. Gli USA ci sono riusciti ad esempio nel 2020, quando il MEV-1 di Northrop Grumman Corporation è attraccato al satellite Intelsat 901. Si è trattato di un obbiettivo diverso, dato che il MEV-1 rimarrà attraccato per cinque anni, fornendo una vera e propria estensione di missione al satellite di telecomunicazioni. In questo video sono mostrate le manovre di avvicinamento e attracco al Beidou-2 G2.
Le manovre in GEO nuovo scenario geopolitico
Quello che in modo molto generale è definito “In orbit Servicing”, cioè il servizio di estensione, riparazione e aggiornamento di satelliti con altri satelliti, è un mercato in estrema crescita negli ultimi cinque anni. Allo stesso tempo queste tecnologie trascinano con loro molti aspetti geopolitici. Disporre della capacità di attraccare un satellite ed eventualmente danneggiarlo o addirittura deorbitarlo, è una tecnica che Cina e USA hanno definitivamente confermato di possedere.
Nonostante lo Shijian-21 sia definito come un satellite per il controllo dei detriti spaziali, la segretezza con cui la Cina ha eseguito lancio e manovre in orbita lascia molti dubbi. È infatti probabile che esso sia dotato di almeno un obbiettivo secondario legato ad attività militari. Brian Weeden, direttore della pianificazione dei programmi della Secure World Foundation ha affermato a SpaceNews che la Cina aveva già classificato come militari anche i satelliti MEV-1 e MEV-2 di Northrop Grumman Corporation.
Spionaggio e controspionaggio in orbita GEO
Mentre veniva osservata e studiata la manovra di attracco del Shijian-21, il satellite americano USA 270 si è avvicinato ad altri due satelliti cinesi, il Shiyan-12 (01) e il Shiyan-12 (02). Subito dopo l’avvicinamento, che ha portato USA 270 a 73 km dai due Shiyan, la Cina è stata in grado di rilevare l’approccio e spostare i due satelliti nel giro di soli due giorni. Anche questa è una capacità non scontata e che dimostra ancora una volta come le due potenze si stiano rincorrendo nello spionaggio in orbita. Nel seguente video sono mostrate le manovre di avvicinamento del satellite americano ai due cinesi.
Il satellite americano, di cui non si conoscono molti dettagli, si pensa infatti sia usato per lo spionaggio di altri oggetti in orbita. Un avvicinamento a 73 km di distanza non è infatti pericolo o per un eventuale attracco, ma è una distanza sufficiente per eventuali operazioni di spionaggio.
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