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| On 3 anni ago

Blue Origin presenta Orbital Reef. Sarà la più grande stazione commerciale mai progettata

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Blue Origin oggi ha presentato una nuova collaborazione, con Sierra Space, una divisione di Sierra Nevada Corporation per la costruzione di una nuova stazione spaziale commerciale chiamata Orbital Reef. Al progetto parteciperanno anche Boeing, Redwire Space e Genesis Engineering. La stazione si prevede sia in orbita nella seconda metà di questo decennio, prima quindi del 2030 e dovrebbe avere circa lo stesso spazio abitabile della Stazione Spaziale Internazionale. Il progetto presentato oggi da Blue Origin è quindi particolarmente ambizioso. A bordo di Space Reef, definito come un parco spaziale a uso misto, potranno soggiornare in comodità 10 astronauti.

Un render del core module di Orbital Reef che sarà sviluppato da Blue Origin. Credits: Blue Origin.

Le aziende coinvolte in Orbital Reef

Blue Origin prevede di costruire i moduli principali, e di utilizzare il razzo New Glenn per portarli in orbita. Sierra Space fornirà invece il modulo LIFE (Large Integrated Flexible Environment), un elemento in grado di espandersi nello spazio.L’azienda svilupperà anche dei moduli di collegamento. Oltre a questo verrà usato il Dream Chaser, per portare astronauti e merci verso la stazione. Il Dream Chaser è attualmente in sviluppo da Sierra Nevada nella sua versione cargo per rifornire la ISS a partire dalla fine del 2022.

Boeing invece, svilupperà un modulo scientifico, operazioni a bordo della stazione e manutenzione della stessa. Verrà inoltre usata la capsula Starliner di Boeing per il trasporto di astronauti in orbita. Redwire Space si occuperà invece di ricerca in microgravità, e di sviluppo e costruzione di esperimenti, oltre a strutture di rilascio in orbita.

Il Single Person Spacecraft di Genesis Engineering.

Genesis Engineering Solutions svilupperà invece un sistema di Single Person Spacecraft, per operazioni turistiche e di manutenzione della stazione. Questo sembra essere una specie di capsula personale per uscire dalla stazione in modo sicuro e un po’ più comodo che con una tuta tradizionale. La Arizona State University sarà invece alla guida di un consorzio internazionale di enti di ricerca e università interessate alla ricerca a bordo di Orbital Reef.

Una nuova corsa allo spazio è iniziata

Con questa nuova collaborazione Blue Origin è quindi finalmente decisa a intraprendere la costruzione di una Stazione Spaziale, un obbiettivo che sembrava voler annunciare da parecchio tempo. Orbital Reef è inoltre l’ennesima conferma di quanto l’orbita terrestre bassa stia diventando un mercato caldo e in nuova e rinnovata crescita.

L’obbiettivo di questa stazione è quello di fornire un vero e proprio parco spaziale, dove possano espandersi e nascere nuovi business, non solo ricerca scientifica. Che si tratti di turismo spaziale, o di effettuare film nello spazio, Blue Origin ha affermato che Orbital Reef sarà adattata per farlo. Inoltre, grazie alle aziende coinvolte, questa stazione è la prima (fra quelle commerciali finora annunciate) a offrire anche il sistema di trasporto compreso, con Dream Chaser e Starliner, anche se ancora nessuno dei due mezzi ha volato nello spazio. Sia la stazione di Nanoracks, che la Axiom Space Station, per ora sembra che dovranno affidarsi a sistemi terzi per raggiungere lo spazio.

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