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Rocket Lab lancerà la prima missione di rimozione di un detrito spaziale di Astroscale

Rodrigo Maggi di Rodrigo Maggi
Ottobre 17, 2021
in News, Rocket Lab, Space economy
Un render della missione ADRAS-J. Credits: Astroscale/Rocket Lab

Un render della missione ADRAS-J. Credits: Astroscale/Rocket Lab

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Rocket Lab ha appena firmato un contratto con Astroscale per il lancio della missione di dimostrazione Active Debris Removal by Astroscale (ADRAS-J). JAXA ha selezionato Astroscale per la fase uno del progetto Commercial Removal of Debris Demonstration (CRD2), una delle prime dimostrazioni tecnologiche sulla rimozione di detriti di grandi dimensioni dall’orbita. Il lancio è previsto nel 2023, con un razzo Electron che partirà dal Rocket Lab Launch Complex 1 a Mahia, in Nuova Zelanda.

ADRAS-J

La missione ADRAS-J dimostrerà la gestione e le operazioni in prossimità di un detrito e otterrà immagini del componente. La missione prevede un rendezvous con il secondo stadio di un razzo JAXA H2-A “da smaltire”. ADRAS-J inizierà con un avvicinamento di 80 Km a cui ne seguirà un altro tramite un percorso di sicurezza che segue una forma a ellissi. Durante questa manovra verranno utilizzati numerosi sistemi per manovrare l’orientamento del satellite che sfruttano algoritmi di elaborazione immagini e machine learning:

  • VISCAM guiderà l’avvicinamento da 80 Km a 1 km
  • IRCam da 1 km a 250 m
  • LiDar da 250 m in poi.

A 100 m dal bersaglio verranno catturate immagini a intervalli minori di 30 secondi, poi il satellite girerà intorno al detrito mantenendo costante la distanza. Infine verrà eseguito l’allineamento del satellite al secondo stadio. Si concluderà così la fase uno della missione. Una seconda fase, che deve ancora essere confermata, dimostrerà la deorbitazione del detrito. ADRAS-J è attualmente nella fase di revisione del progetto e l’assemblaggio del veicolo spaziale è previsto per l’inizio del 2022.

La missione di Astroscale

Astroscale è una delle prima aziende private ad avere l’obiettivo primario di garantire lo sviluppo sostenibile dello spazio per il beneficio delle future generazioni. È stata fondata nel 2013 a Singapore, per poi spostare la sede a Tokyo. Astroscale ha poi espanso i propri confini con filiali sparse nel mondo, in Regno Unito, USA e Israele. La prima missione, partita nel novembre 2017 con il nome di IDEA-OSG1, aveva l’obiettivo di monitorare detriti di piccole dimensioni che si trovano in LEO. Sarebbe stato possibile misurarne le dimensioni, conoscerne la forma, la velocità e l’altitudine in cui si trovano acquisendo una conoscenza maggiore dell’ambiente. Sfortunatamente il razzo Soyuz ha fallito la messa in orbita del satellite.

La seconda missione, End of Life Services by Astroscale (ELSA), partita a marzo di questo anno a bordo di un Soyuz-2, ha eseguito con successo alcuni test nel mese di agosto. ELSA è composta da due satelliti, uno principale che si occupa di agganciare in modo sicuro il detrito indicato e poi riportarlo in atmosfera, e l’altro che funge proprio da simulatore di un detrito spaziale. I test consistono nel rilasciare quest’ultimo per poi effettuare il docking attraverso un meccanismo magnetico. Le operazioni saranno ripetute più volte in condizioni diverse. Questo sistema ha già dimostrato la possibilità d’individuare detriti orbitali ed eseguire il docking per poi modificare l’orbita e provocare una deorbitazione. Inoltre sono stati raccolti dati utili sulle tecnologie da utilizzare per le future missioni.

Perché Electron?

Il sistema che si occupa del rilascio in orbita dei satelliti, il kick stage, assicura ai clienti di Rocket Lab un’ottima precisione nel raggiungimento dell’orbita desiderata. Il kick stage, o terzo stadio, ha la caratteristica di poter accendere il proprio motore Curie, con 120 newton di potenza, svariate volte, così da poter effettuare molteplici cambi di traiettoria.

L'Electron poco prima della sua ventesima missione. Credits: Rocket Lab
L’Electron poco prima della sua ventesima missione. Credits: Rocket Lab

“L’appuntamento con un detrito in orbita, che viaggia a circa 27.000 km all’ora, è un compito molto complesso che richiede una precisione assoluta quando si tratta di dispiegamento orbitale. Il Kick Stage di Electron ha dimostrato questa precisione in 18 missioni, fornendo il trasporto nello spazio per posizionare i satelliti dei nostri clienti esattamente dove devono andare” ha affermato Peter Beck, fondatore e amministratore delegato di Rocket Lab.

Per il futuro della sostenibilità nello spazio si respira aria positiva. Dalle seguenti parole dei fondatori di Rocket Lab e Astroscale possiamo immaginare che ci potranno essere altre collaborazioni in futuro: “Veicoli di lancio affidabili e commercialmente validi come il razzo Electron di Rocket Lab consentono un accesso frequente e flessibile allo spazio, permettendoci di far progredire i nostri servizi in orbita che sono fondamentali per la crescita dell’infrastruttura spaziale e dell’economia” ha affermato Nobu Okada, fondatore e CEO di Astroscale.

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Tags: Astroscaledetriti spazialiRocket Lab

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