Blue Origin ha appena comunicato di aver rinviato il primo volo di test del vettore New Glenn. La nuova data è ora prevista per la fine del 2022. Il motivo principale di questo ritardo è dovuto alla mancata scelta di Blue Origin per la seconda fase del National Security Space Launch (NSSL) Phase 2 Launch Services Procurement. Questo contratto garantisce il lancio di satelliti governativi per la difesa nazionale dal 2022 al 2027 ed è stato assegnato questa estate a SpaceX e ULA.
Jarrett Jones, vicepresidente senior di Blue Origin, ha dichiarato che perdere questo contratto è costato a Blue Origin circa 3 miliardi di dollari. Il rinvio del primo volo del New Glenn, per l’azienda è quindi dovuto a considerazioni economiche, oltre che tecniche. Jones ha detto che in ogni caso non c’è nessuna possibilità che lo sviluppo del New Glenn venga annullato. Quando verrà aperta la fase 3 del NSSL Blue Origin sarà pronta a competere, ha affermato. Nel seguente video, la struttura di produzione del New Glenn.
Check out the recent progress at our #NewGlenn rocket factory at Cape Canaveral. We are testing flight operations with the giant stage 1 simulator, producing flight hardware, and growing the integration and test facilities around the campus. pic.twitter.com/egH29IpQ7O
— Blue Origin (@blueorigin) February 25, 2021
Gli altri aggiornamenti di Blue Origin
Nel frattempo, l’azienda aerospaziale di Jeff Bezos ha pubblicato nuovi aggiornamenti su tutte le strutture di supporto alla produzione e al lancio di New Glenn. E’ stato infatti mostrato il primo pathfinder del vettore, un prototipo necessario a testare tutte le operazioni di trasporto, montaggio e integrazione fra le varie componenti. Oltre a questo Blue Origin ha mostrato l’edificio di stoccaggio e di rinnovamento del primo stadio, che sarà riutilizzabile.
Oltre a queste strutture, che si trovano poco fuori il Kennedy Space Center, Blue Origin ha rinnovato completamente la rampa LC-36, che originariamente lanciava il vettore Atlas. Questa rampa, visibile nel video seguente, è stata rilevata dall’azienda nel 2015. La rampa costruita qui, stando a Blue Origin, è anche adatta a supportare il volo umano, non si sa ancora perché e con che mezzo. Solo per questi lavori hanno dichiarato di aver investito 1 miliardo di dollari, che salgono a 2.5 miliardi considerando anche le strutture di produzione dei motori BE-4 e di produzione del New Glenn.
Historic Launch Complex 36 is being built from the ground up and we have invested $1 billion in the project. Here’s a first look at the pad – including the “Road to Space” #NewGlenn will travel on prior to flight. pic.twitter.com/wgwLKuysmB
— Blue Origin (@blueorigin) February 25, 2021
Jones ha dichiarato che tutti i contratti di lancio stipulati con società commerciali saranno rispettati, e che Blue Origin intende entrare anche nel mercato dei lanci rideshare. Questi sono lanci con decine di satelliti a bordo, i quali spesso vanno rilasciati in orbite diverse. Questo è un mercato particolarmente in crescita nei lanci di decine di piccoli satelliti, che Blue Origin potrebbe espandere anche al lancio di grandi satelliti, grazie al volume del fairing del New Glenn, vero punto di forza di questo vettore.
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