La piccola compagnia fondata da Chris Kemp e Adam London nel 2016 ha tentato il primo volo orbitale della versione 3.0 del loro razzo, chiamato: Rocket. Nei primi anni Astra si è dedicata alla progettazione di satelliti, ma dal 2018 ha iniziato anche la costruzione di un lanciatore proprio. Dopo le versioni 1.0 e 2.0 lanciate nel 2018, l’azienda si sta ora dedicando alla versione definitiva di Rocket: il 3.0. Questo vettore porterà un carico di 50-150 kg in orbita a partire dal 2021-2022.
Il Rocket è un lanciatore per microsatelliti creato per poter dare accesso all’orbita terreste a tutte quelle compagnie che non vogliono spendere eccessivamente o che non voglio dover usufruire dei programmi di rideshare di vettori più grandi. In questo modo non bisogna adattarsi alle esigenze di chi lancia, ma decide la compagnia stessa dove e quando immettere il proprio satellite, con una semplice prenotazione sul sito di dell’azienda.
Astra fa affidamento sull’alluminio leggero invece di sfruttare costosi sistemi di produzione come materiali compositi e stampe 3D. Con queste premesse, intende aprire le porte all’orbita terrestre nella maniera più economica possibile.
Il fallimento
Ieri, dal Pacific Spaceport Complex in Alaska, alle ore 17:20 italiane, Astra ha tentato il volo orbitale con il Rocket 3.1. Come affermato dalla compagnia stessa, ci si aspetta almeno 3 lanci di prova prima di poter raggiungere l’orbita con successo. Quello di ieri è stato un primo tentativo, ma non può considerarsi un totale fallimento.
Il booster, alto 12 metri e senza carico, si è staccato da terra senza problemi. Qualche attimo dopo il lancio, a causa di alcune oscillazioni del motore, il razzo non si trovava più nella traiettoria prestabilita. Questo ha causato lo spegnimento comandato del sistema di propulsione.
Il fallimento non ha scosso il team di Astra, che ha potuto ottenere dati utili per un buon periodo di tempo, prima che il motore venisse spento dal sistema di sicurezza. L’obbiettivo principale infatti era ottenere quanti più dati possibili sul first-stage burn, per poter arrivare all’orbita con i prossimi lanci senza ulteriori problemi.
Con i dati ottenuti, gli ingegneri sono pronti ad apportare le dovute modifiche al Rocket 3.2, che è quasi completo, come affermato in un loro tweet.
Nel video seguente, ripreso da Eric Van Donne, si può vedere il vettore partire e poi precipitare a terra esplodendo da una distanza pericolosamente vicina.
Astra si è mostrata subito orgogliosa di ciò che hanno realizzato in questo primo tentativo, ricevendo anche l’incoraggiamento di Elon Musk. Rocket è un razzo progettato da zero per una produzione in massa a basso costo e operazioni di lancio automatizzate. Il solo sistema di lancio è stato implementato da un team di 6 persone in meno di una settimana. L’intenzione è quella di apprendere velocemente e migliorare sempre di più il proprio servizio.
Il primo lancio orbitale era programmato per febbraio/marzo di quest’anno, come parte della DARPA (Defense Advanced Research Projects Agency) Launch Challenge da 12 milioni di dollari. A causa dei problemi tecnici del Rocket 3.0 e condizioni meteo avverse, Astra non ha potuto tener testa alla concorrenza. Rocket 3.0 è stato poi danneggiato durante i preparativi di un altro tentativo di lancio. Questo ci fa capire che il lancio del Rocket 3.1 è solo la prima pietra miliare di questa verso l’orbita terreste.
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