L’Atacama Large Millimeter Array (ALMA) è un insieme di 66 antenne ad alta precisione, che lavorando assieme come un unico telescopio osservano alcune fra le sorgenti più fredde e lontane del nostro universo. ALMA si trova nelle Ande, a più di 5000 metri di altitudine nell’altopiano di Chajnantor ed è una collaborazione internazionale gestita dall’ESO (European Southern Observatory). Utilizzando questo telescopio, alcuni astronomi hanno osservato la più lontana galassia simile alla Via Lattea: si trova a più di 12 miliardi di anni luce da noi.
L’importanza di questa scoperta risiede solo in parte nell’osservazione. Questa galassia, denominata SPT0418-47, rappresenta quasi un’anomalia, una piccola sfida al nostro modello di evoluzione dell’universo primordiale. L’osservazione di SPT0418-47 ce la restituisce com’era a soli 1.4 miliardi di anni dal Big Beng, e nonostante questo è sorprendentemente poco caotica. Le attuali teorie prevedono infatti che una galassia a poco più di un miliardo di anni dall’inizio dell’universo sia ancora instabile e turbolenta. In questo periodo si prevede che le galassie fossero ancora in piena formazione e non potessero avere alcune strutture tipiche delle galassie più mature come la nostra.
Le similitudini con la Via Lattea
Questa nuova galassia manca di una delle caratteristiche tipiche della Via Lattea, i bracci a spirale. Nonostante questo è invece dotata di un disco di rotazione e di un rigonfiamento centrale. Quest’ultimo è la zona al centro della galassia dove si trovano concentrate molte giovani stelle.
![ALMA Galassia](https://www.astrospace.it/wp-content/uploads/2020/08/eso2013c.jpg)
“La vera sorpresa è stata scoprire che questa galassia è in realtà abbastanza simile alle galassie vicine, contrariamente a tutte le aspettative dei modelli e delle precedenti osservazioni meno dettagliate”. Questa la descrizione del coautore dello studio Filippo Fraternali, del Kapteyn Astronomical Institute, dell’Università di Groningen nei Paesi Bassi. Nonostante ora sia simile ad una galassia a spirale, gli astronomi si aspettano che SPT0418-47 evolva in una galassia ellittica, una tipologia diversa, ma anch’essa comune nell’universo.
Una foto impossibile
Anche per un telescopio come ALMA scattare una “foto” di una sorgente luminosa a questa distanza con questo dettaglio sarebbe impossibile. Per questo motivo, come avviene spesso, è stata usata la tecnica della lente gravitazionale. Fra noi e la SPT0418-47 è stata individuata un’altra galassia, molto più vicina, in grado di distorcere la luce grazie alla sua attrazione gravitazionale. Questa distorsione produce un effetto simile ad una lente di ingrandimento.
Oltre a questo effetto, si osserva solamente un anello della galassia bersaglio. Un prezzo da pagare per poter eseguire l’osservazione. In questo video realizzato dall’ESO è rappresentata la tecnica della lente gravitazione con una galassia frapposta fra ALMA e l’obiettivo.
L’articolo completo: A dynamically cold disk galaxy in the early Universe
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