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Rientra dalla ISS l’ultima Dragon V1 dopo 8 anni di servizio

Dopo 8 anni di servizio e venti missioni di rifornimento, SpaceX si prepara a pensionare la Dragon V1. Oggi il rientro dalla ISS dell'ultima Dragon.

Andrea D'Urso by Andrea D'Urso
Aprile 7, 2020
in Approfondimento, Space economy, SpaceX
Capsula Dragon

Capsula Dragon in arrivo alla ISS

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Oggi, 7 Aprile 2020 per SpaceX si chiude un’era. Oggi rientrerà a Terra l’ultima capsula Dragon V1, utilizzata per rifornire la Stazione Spaziale Internazionale. La Dragon V1 ha portato a SpaceX il primo grande contratto con la NASA. Stipulato nel 2008, si chiamava CRS (Commercial Resupply Services) e prevedeva dei rifornimenti alla ISS con la capsula di SpaceX portata in orbita dal Falcon 9. Grazie a questo accordo, SpaceX è riuscita ad ottenere i fondi necessari a sviluppare la Dragon e a continuare il finanziamento dello stesso Falcon 9.

Il 7 marzo 2020 è partita per l’ultima volta una Dragon V1 per la missione CRS-20. E’ stata catturata poi dal broccio robotico della ISS Canadarm2 il 9 marzo. Dopo un mese di permanenza nello spazio, questa capsula sta per ritornare sulla Terra.

D’ra in poi vedremo questa capsula solamente esposta nei musei, come quello del Kennedy Space Center. Qui si potrà osservare la Dragon utilizzata per la missione COTS-2, la seconda del Commercial Orbital Transportation Service, programma della NASA che comprende tutti gli accordi di trasporto cargo e astronauti con aziende private. Nonostante la Dragon non sia stata l’unica capsula a rifornire la ISS è un mezzo particolare e ancora ineguagliato in molte sue caratteristiche.

Lo sviluppo della Dragon V1 iniziò nel 2004 e nel 2012 permise a SpaceX di diventare la prima azienda aerospaziale privata a raggiungere la ISS. Da allora sono stati consegnati circa 43 tonnellate di esperimenti e rifornimenti. Una particolarità è che questa capsula è sempre stata l’unica, oltre allo Space Shuttle, a poter riportare sulla Terra materiali provenienti dallo spazio.

Dragon
La capsula Dragon rientrata dall’orbita. Credits: SpaceX.

Dopo 8 anni e 20 lanci quindi, siamo pronti a salutare la Dragon V1 ma non prima di aver ripercorso la sua storia attraverso i viaggi e i carichi più particolari che ha trasportato in orbita.

Carichi molto particolari

Con la Dragon sono arrivati sulla ISS rifornimenti per gli astronauti ma anche molti esperimenti scientifici. In 20 missioni sono stati inviati moltissimi test da eseguire in microgravità per comprendere meglio la biologia, la botanica, la fisica dei materiali. Fra tutto questo alcuni esperimenti e oggetti erano particolarmente “curiosi”.

Durante il suo primo volo orbitale con la missione COTS-1 dell’8 dicembre 2010, la Dragon non trasportava nessun carico per per la ISS o per altre aziende. Quando viene eseguito un volo di Test di un nuovo razzo o capsula nessuno vuole affidare i propri strumenti ad un velivolo mai utilizzato prima. Per questo solitamente si usano dei blocchi di cemento come carico-prova. Per rendere il volo più divertente Musk decise però di inserire nella Dragon , ispirandosi ad uno sketch dei Monty Python. Lo stesso ragionamento lo fece anni dopo, quando lanciò una Tesla nello spazio con il Falcon Heavy.

una forma di formaggio

Con la missione CRS-6 partita ad aprile 2015, arrivò invece per la prima volta sulla Stazione Spaziale una macchinetta per il caffè. Si tratta della ISSpresso, realizzata dall’azienda torinese Argotec in collaborazione con Lavazza e l’Agenzia Spaziale Italiana. La ISSpresso è stata utilizzata da Samantha Cristoforetti e serviva ovviamente non solo a preparare il caffè ma per studiare il comportamento dei fluidi in microgravità.

Samantha ISSEspresso
Samantha Cristoforetti mentre prova il caffè espresso sulla ISS.

La Dragon V1 non è stata progettata per il trasporto umano ma questo non vuol dire che non abbia portano nello spazio esseri viventi. Con la missione CRS-19 dello scorso dicembre, sulla Stazione Spaziale sono giunti dei topi soprannominati Mighty Mice.

La Dragon ha trasportato non solo carichi utilizzati all’interno della Stazione, ma anche per l’esterno. É il caso di GEDI (Global Ecosystem Dynamics Investigation) che crea una mappa delle foreste della Terra in 3D e ne studia la crescita. Questo strumento è stato agganciato nella sezione non pressurizzata della Dragon, chiamato trunk ed è arrivato in orbita con la missione CRS-16.

Una struttura fondamentale affinché le capsule private, come la Dragon V2 e la Starliner possano attraccare è l’IDA, l’International Docking Adapter. Si tratta dell’adattatore con il quale le future capsule si agganceranno alla ISS in maniera autonoma e dal quale passeranno gli astronauti per entrare nella Stazione. Di queste porte ne sono state realizzate 3. La prima IDA-1 è andata distrutta con l’esplosione della Dragon durante la missione CRS-7. Gli altri due adattatori invece, hanno raggiunto la Stazione con successo durante le missioni CRS-9 e CRS-18.

20 missioni e molte sorprese

I lanci per portare le Dragon in orbita rimarranno nella storia anche per i molti imprevisti accaduti durante queste missioni. SpaceX nei primi anni e con i primi lanci del Falcon 9 ne ha sempre approfittato per usare un lancio ufficiale anche come test del Falcon 9. Questo sopratutto per testare il sistema di rientro del primo stadio. Ecco cosa è accaduto durante i vari lanci delle Dragon.

CRS-1: 8 dicembre 2012

Prima missione di rifornimento verso la ISS e quarto volo di un Falcon 9. Il razzo accese i motori e partì come da programma ma dopo un minuto e 10 secondi uno dei 9 motori Merlin si spense. Il razzo quindi perdette potenza ma riuscì comunque a portare in orbita la capsula. A causa di quel problema non raggiunse l’orbita il carico secondario, un satellite della Orbcomm. L’incidente fu causato dalla rottura della cupola del carburante situata sopra l’ugello del motore. Questo convinse il computer di bordo a spegnere quel motore Merlin.

CRS-3: 18 aprile 2014

Con questa missione SpaceX iniziò i test sul rientro del primo stadio. Il vettore eseguì tutte le manovre di controllo per poter eseguire un atterraggio. Siccome era la prima volta che tentavano queste manovre, per motivi di sicurezza vennero eseguite in mare e senza nessuna piattaforma sulla quale atterrare. Il booster quindi venne perso.

CRS-5: 10 gennaio 2015

La Dragon raggiunse l’orbita senza problemi e continuarono i tentativi di SpaceX di far atterrare il primo stadio del Falcon 9 su una piattaforma in mezzo al mare. Purtroppo la perdita di fluido idraulico non permise al razzo di controllare l’assetto. Il Falcon 9 esplose al contatto con la chiatta.

CRS-6: 14 aprile 2016

Anche in questo caso, nessun problema per portare la Dragon in orbita verso la Stazione Spaziale Internazionale. La cattura e l’attracco della capsula venne effettuata da Samantha Cristoforetti. Il primo stadio non ebbe però una fine troppo delicata. Il razzo arrivò troppo inclinato e i sistemi di stabilizzazione non riuscirono a riportarlo in posizione verticale. Nel momento in cui toccò la chiatta esplose distruggendosi completamente.

CRS-7: 28 giungo 2015

Una delle missioni più tristemente note di SpaceX è la settima missione di rifornimento della ISS. Per la prima, e fino ad ora unica volta, un Falcon 9 esplose in volo distruggendo il suo carico. L’incidente fu causato dal cedimento di una delle strutture che sostiene i serbatoi contenenti l’elio, usato per pressurizzare il serbatoio del secondo stadio. Quell’incidente causò lo stop di sei mesi dell’azienda, per riprogettare e migliorare quelle componenti.

All’interno della Dragon, tra rifornimenti ed esperimenti, vi era anche un costume da gorilla che Mark Kelly inviò al gemello Scott. Questi riuscì a riceverlo con il carico successivo a bordo della capsula Cygnus della Orbital ATK.

CRS-8: 8 aprile 2016

Ripresasi dall’incidente, SpaceX riuscì nuovamente ad arrivare alla ISS con la capsula Dragon. Con questa missione l’azienda di Musk riuscì per la prima volta nella storia nell’impresa di far atterrare un primo stadio su una chiatta in mezzo all’oceano.

CRS-16: 5 dicembre 2018

Anche in questo caso nessun problema per la capsula Dragon, che raggiunge correttamente la ISS. Meno fortunato però è il primo stadio. A causa di un guasto all’impianto idraulico che controlla una delle quattro griglie stabilizzatrici, il primo stadio effettua un “atterraggio morbido” in mare. Venne successivamente rimorchiato in porto e smantellato.

Con il ritorno a terra della Dragon previsto per il pomeriggio del 7 Aprile 2020 si conclude un’era per SpaceX e per tutto il settore aerospaziale. Inizia ora una nuova fase, nella quale l’azienda di Musk è più strutturata e più grande e in grado di impegnarsi in progetti ancora più ambiziosi, primo fra tutti la partenza della Dragon 2 prevista per fine Maggio con due astronauti a bordo.

Tags: DragonNasaSpaceXStazione Spaziale Internazionale

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