Ieri, 28 Febbraio, Boeing ha tenuto una conferenza stampa di aggiornamento sulla situazione della capsula Starliner e sulle indagini in corso. La capsula non è riuscita ad eseguire con successo il test di attracco automatico alla ISS tentato lo scorso Dicembre. L’errore che ha provocato il fallimento della missione era interno al software della capsula, in particolare al suo timer. Ad inizio febbraio si è inoltre scoperto un ulteriore problema software, forse anche più grave del primo, che avrebbe potuto provocare lo scontro fra il modulo di servizio e la capsula in fase di rientro.
L’aggiornamento del 28 Febbraio è stato tenuto da John Mulholland, Vice Presidente e Program Manager del Commercial Crew Program della Boeing ed è servito per chiarire proprio questi errori e a che punto si è arrivati nel risolverli. Mulholland ha dichiarato che durante il volo di Dicembre si sono persi i contatti con Starliner ben 37 volte. Questi contatti sono stati persi per colpa di interferenze provocate da antenne cellulari a terra ma non è ancora chiaro come risolverli.
E’ stato inoltre confermato che prima del lancio Boeing non ha eseguito una simulazione completa del software della capsula. I test sono stati invece eseguiti “a blocchi”, andando a controllare e simulare il software parte per parte.
Attualmente il progetto Starliner è sotto il controllo di un team indipendente, chiamato appunto Independent Review Team che ha fatto notare proprio come Boeing non riesca ad eseguire questi test completi. Questo team è stato incaricato dalla NASA di controllare il programma di Boeing in maniera separata dalle indagini fatte sull’incidente di dicembre. Mulholland ha comunque affermato che l’azienda rivedrà completamente tutti i suoi protocolli di test per renderli più completi.
Mulholland ha però ribadito che nonostante si sia parlato molto dei problemi alla Starliner non si è data la giusta importanza al fatto che l’80% della missione è andata come previsto. Il razzo Atlas V ha lanciato Starliner nella giusta orbita e di quanto poi è avvenuto alla capsula non ne è minimamente responsabile.
Numerosi sistemi della capsula Starliner hanno funzionato anche meglio del previsto, come alcuni sistemi di supporto vitale e il sistema di protezione termica. Anche il sistema di alimentazione dei pannelli solari posti sul modulo di servizio hanno fornito più energia del previsto. Sempre Mulholland ha inoltre dichiarato: “sappiamo ora di avere un buon controllo del sistema di docking [alla stazione internazionale ndr.]”. Durante i due giorni in cui la capsula è rimasta in orbita il team di Boeing ha eseguito infatti un check-out completo del sistema ottenendo ottimi risultati.
In particolare il sistema propulsivo della capsula ha ottenuto dei risultati considerevoli. Dove che Starliner non ha eseguito l’accessione giusta per immettersi in orbita la capsula ha dovuto eseguire un’accensione prolungata e anomala per potersi inserire in un’orbita stabile. Questo ha riscaldato oltre il normale i propulsori che sono stati tenuti accesi ben più del previsto. Dopo questi picchi di calore tutti i propulsori tranne uno sono stati rimessi in funzione correttamente.
Anche il sistema di atterraggio ha funzionato egregiamente, portando la capsula a solo 182 metri dal punto previsto. Le conclusioni di Mulholland sono quindi che l’intero Hardware di Starliner è in ottime condizioni dopo il volo.
Anche la capsula numero due di Boeing è in fase finale di Test. Attualmente si trova al Kennedy Space Center ma ancora non si conosce che tipo di volo eseguirà. Inizialmente avrebbe dovuto volare con i primi astronauti verso la ISS ma ora non si se farà invece un altro test verso la ISS in maniera automatica. Questa decisione spetta alla NASA che comunicherà la sua scelta il 6 Marzo. Boeing si è comunque già impegnata ad essere disponibile a rieseguire il test di volo automatico.
John Mulholland, in conclusione, ha quindi ribadito di aver apprezzato molto i primi risultati del team di revisione indipendente. Ora l’azienda sarà infatti in grado di rivedere tutti i protocolli e le operazioni di revisione dei software. Alcuni di questi miglioramenti sono già stati implementati, anche dal punto di vista gestionale. Ora il prossimo appuntamento è per il 6 Marzo quando Nasa dichiarerà (probabilmente) se si farà questo secondo test di attracco orbitale o se si procederà al primo volo con equipaggio. In ogni caso è ormai quasi scontato che non vedremo astronauti raggiungere la ISS con una Starliner nel 2020.