New Shepard è un progetto sui cui l’azienda di Bezos lavora da oltre un decennio e che ad oggi ha compiuto oltre 12 missioni di test. Il diretto concorrente di Virgin Galactic potrebbe inaugurare i lanci con i primi turisti a bordo già nel 2020. Chiamato New Shepard in onore del primo astronauta americano ad andare nello spazio: Alan Shepard, sarà il primo lanciatore di Blue Origin ad effettuare voli commerciali.
Il veicolo suborbitale di Blue Origin nasce dall’esigenza di rendere il volo turistico nello spazio economicamente sostenibile. Per questo è stato studiato il riutilizzo completo delle componenti del razzo tramite il rientro a terra dell’unico booster. Da una prospettiva tecnica, il veicolo è classificato come un VTVL (Vertical takeoff, vertical landing) ossia capace di volare ed atterrare verticalmente.
Un design che guarda al riutilizzo
New Shepard si compone di due parti principali: Il booster propulso da un motore BE-3 a idrogeno e ossigeno liquido, e la crew capsule ossia il veicolo in cui verranno ospitati i turisti spaziali e l’eventuale carico scientifico. Il design dei motori BE-3 si focalizza su due esigenze: la riutilizzabilà e la precisione nell’atteraggio, aspetto sui cui Blue Origin punta con interesse anche per i suoi futuri progetti.
Per controllare al meglio la discesa del booster, New Shepard presenta delle fenditure nell’anello di congiunzione con la crew capsule e delle alette che permettono di stabilizzare il veicolo durante la discesa. Mentre per diminuire sensibilmente la velocità di rientro ci sono otto drag brakes, delle parti mobili anch’esse inserite nell’anello di congiunzione.
Vi sono poi quattro alette nella parte inferiore del veicolo che servono a stabilizzare New Shepard durante la fase di lancio. Analogamente ai razzi della famiglia Falcon, sono presenti quattro “zampe” retrattili che durante l’atterraggio si aprono per garantire un sostegno stabile al booster una volta a terra.
Dopo il lancio la crew capsule si sgancia ad un’altezza massima poco superiore ai 100km, ossia la linea di Kàrmàn che convenzionalmente divide l’atmosfera dallo spazio. La crew capsule atterra poi tramite dei paracadute, mentre il booster riaccenderà il motore per un rientro propulsivo.
New Shepard: uno sviluppo decennale
La storia del piccolo lanciatore dell’azienda di Kent inizia nel lontano 2006 con Goddard, un modello in scala del futuro New Shepard. Goddard eseguì tre test di volo di un centinaio di metri tra il 2006 e il 2007, raccogliendo diversi dati utili allo sviluppo del veicolo. Sviluppo che proseguì nel 2011 con un secondo dimostratore, noto come PM2, che eseguì due voli. Con il secondo volo si riscontrò un anomalia che attivò il range safety system ed innescò l’esplosione del veicolo.
Nel 2012 l’azienda effettuò invece un pad abort test dimostrando la capacità della capsula di effettuare un atterraggio d’emergenza nel caso di un avaria del booster.
Con la fine dello sviluppo dei motori BE-3, Blue origin fu in grado di lanciare il primo modello di New Shepard nell’aprile del 2015. Il primo volo fu un successo parziale in quanto non si riuscì a recuperare il primo stadio, cosa che si fece a pochi mesi di distanza con il secondo modello.
Dal primo lancio nel 2015 Blue Origin ha effettuato altri 11 lanci ed è riuscita a riutilizare per sei volte consecutive il terzo booster prodotto. Nel corso di questi test sono stati lanciati anche piccoli esperimenti scientifici da parte di NASA e altri enti di ricerca.
Blue Origin ha in programma di usare il booster numero 4, prodotto nel 2018, per il primo volo con esseri umani. Dopo vari rinvii, sembra abbastanza probabile vedere il primo volo con turisti nel 2020; tuttavia è importante notare come questa data non abbia ancora una conferma ufficiale da parte dell’azienda.
Uno sgaurdo al futuro
New Shepard rappresenta fin ora il più importante progetto sviluppato dall’azienda di Bezos e il futuro di questo veicolo sarà sicuramente rilevante dal punto di vista economico. Tuttavia è doveroso notare come gli interessi di Blue Origin si stiano spostando molto nel mercato dei lanci orbitali, mercato attualmente controllato da SpaceX. New Glenn, il nuovo ambizioso progetto dell’azienda, prenderà molta dell’esperienza fatta con New Shepard ma sarà una cosa completamente diversa.
Diversi osservatori hanno notato nel New Shepard molteplici manovre che Blue Origin potrebbe rielaborare per lo sviluppo del proprio progetto orbitale. Inoltre i motori BE-3 saranno aggiornati e riutilizzati (BE-3U) nel secondo stadio del New Glenn.
Lo scopo finale del New Shepard sarà comunque essere il diretto concorrente di Virgin Galactic per il mercato del turismo spaziale. Purtroppo ad oggi è impossibile fare un confronto sui prezzi dato che entrambi i progetti sono in sviluppo anche se nella loro fase finale.
Blue Origin è quindi in questo momento nelle ultime fasi di progettazione e test di entrambi i suoi due più grandi progetti: New Sheppard e New Green. Entro due anni dovrebbero entrare tutti e due in commercio, coprendo due settori completamente diversi del mercato aerospaziale. Siamo quindi in una fase delicata per questa azienda, ad un passo dalla possibile affermazione con due progetti innovativi e diversi. Resta solo da attendere che questo passo venga fatto veramente il prima possibile.