• AstroSpace.it
  • Collabora
  • La redazione
  • Astrospace Shop
  • ADV
Nessun risultato
Guarda tutti i risultati
AstroSpace
  • Home
  • Agenzie Spaziali
    • NASA
    • Cina
    • ESA
    • ASI
  • Esplorazione spaziale
    • Speciale Artemis 1
    • ISS
    • Luna
    • Sistema solare
    • Scienza
      • Astronomia e astrofisica
      • Fisica
  • Space economy
    • SpaceX
    • Boeing
    • Blue Origin
    • Nuove imprese
    • Rocket Lab
    • Satelliti
  • Spazio Italiano
  • Le grandi firme dello spazio
    • Paolo Ferri
ORBIT
Shop
  • Home
  • Agenzie Spaziali
    • NASA
    • Cina
    • ESA
    • ASI
  • Esplorazione spaziale
    • Speciale Artemis 1
    • ISS
    • Luna
    • Sistema solare
    • Scienza
      • Astronomia e astrofisica
      • Fisica
  • Space economy
    • SpaceX
    • Boeing
    • Blue Origin
    • Nuove imprese
    • Rocket Lab
    • Satelliti
  • Spazio Italiano
  • Le grandi firme dello spazio
    • Paolo Ferri
Nessun risultato
Guarda tutti i risultati
AstroSpace
Nessun risultato
Guarda tutti i risultati

Perché osservare e studiare i detriti spaziali. Intervista a Mentore Giorgetti, di Spaceflux

Stefano Piccin di Stefano Piccin
Giugno 19, 2025
in Intervista, News, Nuove imprese
Space Debris.

Distribuzione dei detriti spaziali. In rosso la linea dell'orbita geostazionaria. Ogni puntino bianco è la posizione realistica (e non rappresenta la sua dimensione reale) di un detrito spaziale finora tracciato.

Condividi su FacebookTweet

In orbita ci sono oltre 11 mila satelliti, ma se consideriamo anche gli oggetti artificiali non più attivi, come vecchi satelliti, pezzi di detriti spaziali o addirittura rifiuti, sono tracciati milioni di oggetti sopra il centimetro. Sono tutti elementi che pongono delle sfide non indifferenti agli operatori satellitari, proprio ora che si stanno costruendo megacostellazioni sempre più grandi.

Di questo parliamo oggi con Spaceflux, una startup inglese che si occupa di tracciare, misurare e studiare i detriti nello spazio. Abbiamo raggiunto Mentore Giorgetti, Managing director of Spaceflux Italia, per porgli qualche domanda su quanto sia importante tracciare e studiare questi detriti, ma anche per annunciare l’apertura della sede italiana dell’azienda, la cui presentazione ufficiale è avvenuta a maggio 2025.

Partiamo dal quadro generale: quanto è affollata oggi l’orbita terrestre bassa e quali sono le principali conseguenze di questo affollamento?

Le orbite più basse, in particolare la LEO, sono oggi sicuramente le più affollate. Essendo la più vicina alla Terra, è anche la più facile ed economica da raggiungere. Questo ha portato a uno sviluppo impressionante di questa fascia orbitale. Tuttavia, proprio per la sua vicinanza, lo spazio disponibile è più limitato rispetto, ad esempio, all’orbita intermedia o a quella geostazionaria.

In LEO si concentra una popolazione di satelliti enorme, destinata a crescere in modo esponenziale. Solo la Cina prevede, con due sole megacostellazioni, il lancio di decine di migliaia di satelliti. Aggiungendo Kuiper di Amazon, il quadro diventa chiaro: la densità spaziale è destinata ad aumentare ancora, senza quindi parlare del trend già iniziato con Starlink.

I detriti del satellite Intelsat 33e osservati e tracciati dai telescopi di Spaceflux
I detriti del satellite Intelsat 33e osservati e tracciati dai telescopi di Spaceflux

A tutto ciò si aggiungono i detriti: da vecchi satelliti ormai defunti lanciati anche negli anni ’60, a componenti generati in ogni lancio, come i bulloni esplosivi che separano gli stadi (che, anche se nessuno ne parla) sono detriti che rimangono per anni in orbita. Anche solo un frammento può essere potenzialmente letale, muovendosi a 28.000 km/h. Un esempio noto è quello della ISS, colpita da una scheggia di vernice larga un centimetro qualche anno fa: questa scheggia ha quasi perforato un modulo pressurizzato.

Questo innesca la cosiddetta Sindrome di Kessler: ogni impatto crea nuovi frammenti che generano a loro volta altri impatti, in un ciclo esponenziale. Secondo la NASA, esistono oltre 25 mila oggetti sopra i 6 cm, mezzo milione tra 1 e 2 cm e centinaia di milioni sopra il millimetro.

Tracciare questi oggetti è vitale: significa prevenire collisioni, proteggere missioni e garantire la sicurezza degli astronauti, ma è fondamentale anche perché lo spazio ormai è diventato essenziale per la vita sulla Terra, anche se in molti ancora non ne sono consapevoli.

Serve quindi un maggiore tracciamento, ma anche una regolamentazione efficace. A tuo avviso sono questi i due pilastri principali, oppure servono altri strumenti?

La regolamentazione è fondamentale, ma non può essere responsabilità dei singoli Paesi. Se uno Stato decide di comportarsi in maniera sostenibile ma altri no, il problema resta. Fare le cose bene ha un costo elevato, spesso proibitivo. Senza un sistema di regolamentazione condiviso e un organismo di sorveglianza (qualcosa di simile al controllo del traffico aereo) le buone pratiche restano isolate.

Si tratta di sicurezza, non solo militare, ma anche economica. Un satellite che trasmette contenuti video, per esempio, ha un impatto commerciale enorme. Servono regole chiare, imposte in modo uniforme. Altrimenti è come dire a un paziente che ha il colesterolo alto: “Dovresti cambiare stile di vita”, ma senza dargli una cura od obbligarlo a seguirla.

Un altro problema è il modello attuale: molti satelliti piccoli, con cicli di vita brevi, rientrano in fretta ma intanto affollano la LEO. Pensi che questo approccio rischi di aggravare la situazione prima che arrivi una soluzione concreta? E nel caso, la soluzione sta ancora nel tracciamento?

C’è un paradosso: è proprio grazie all’accesso economico allo spazio che abbiamo visto nascere tante nuove aziende e soluzioni. Se l’accesso tornasse ad essere esclusiva di pochi governi, perderemmo tutta questa spinta innovativa.

Un punto chiave è la mancanza di obblighi globali. Ad esempio, molti operatori si limitano a usare Space-Track, il sistema della U.S. Space Force. Ma Space-Track non è abbastanza: genera migliaia di falsi allarmi, i modelli di propagazione sono imprecisi e mancano informazioni aggiornate su manovre o assetti classificati.

Ricordo che due anni fa, i responsabili del progetto Kuiper ci dissero che si aspettavano migliaia di falsi allarmi al giorno, solo per quella costellazione. Questo rende tutto insostenibile.

C’è anche una questione di costi. Oggi aziende giovani come la nostra possono offrire dati precisi a costi più accessibili. Solo cinque anni fa non era possibile. Oggi lo è. I sensori ottici, ad esempio, sono molto più economici di una stazione radar e funzionano meglio su orbite alte. Il problema è solo il costo di lancio dei satelliti in queste orbite.

Facciamo un passo indietro: puoi raccontarci come nasce Spaceflux e cosa fate?

Spaceflux nasce nel 2022 nel Regno Unito, con l’obiettivo di rendere lo spazio più sicuro. Ci occupiamo di Space Situational Awareness e Space Domain Awareness. Il primo è un ambito più commerciale, il secondo più legato alla difesa.

Forniamo dati e analisi per prevenire collisioni e proteggere infrastrutture spaziali. I nostri servizi sono pensati soprattutto per clienti governativi e commerciali e sono molto dettagliati: osserviamo e tracciamo tutto ciò che è visibile nelle tre orbite terrestri in tempo reale, identificando anche target non cooperativi.

La nostra rete è composta da sensori ottici proprietari distribuiti in tutto il mondo: 15 già attivi, altri 10 in fase di installazione. Tutti gli osservatori sono di nostra proprietà e li gestiamo direttamente.

Il nostro punto di forza è la combinazione tra rete proprietaria e capacità analitica, con il supporto di una piattaforma di intelligenza artificiale che elabora e consegna i dati al cliente entro 90 secondi.

I fondatori di Spaceflux. Da sinistra: prof. Ingo Waldmann, Chief Scientist; Marco Rocchetto, CEO; Marcel Debczynski, COO. Credits: Spaceflux
I fondatori di Spaceflux. Da sinistra: prof. Ingo Waldmann, Chief Scientist; Marco Rocchetto, CEO; Marcel Debczynski, COO. Credits: Spaceflux

Avete sviluppato anche sensori in grado di osservare di giorno, giusto?

Sì, con il Defence Science and Technology Laboratory britannico abbiamo sviluppato un sensore SWIR (infrarosso a onde corte), che funziona anche di giorno. Questo amplia moltissimo la copertura osservativa, e infatti Spaceflux è oggi fornitore esclusivo del governo britannico per l’orbita geostazionaria.

Abbiamo un dipartimento di ricerca e sviluppo, i nostri Spaceflux Labs, che lavorano anche su algoritmi predittivi e modelli per rilevare oggetti più piccoli dei limiti radar tradizionali.

Un altro progetto in corso è un sistema per il rilevamento automatico delle anomalie: quando un oggetto si comporta in modo inatteso, aumentiamo la frequenza di osservazione per capirne natura e pericolosità.

E per quanto riguarda Spaceflux Italia?

Abbiamo aperto Spaceflux Italia a fine 2024 per rafforzare la nostra presenza europea. Questo ci consente di assumere talenti locali, creare collaborazioni accademiche e sviluppare un ecosistema autonomo ma integrato con la sede inglese. L’obiettivo è costruire un polo europeo indipendente, non un semplice satellite dell’headquarter nel Regno Unito.

Lavoriamo già con la UCL a Londra, e vogliamo replicare questo modello con università italiane ed europee. Due dei fondatori provengono dal mondo accademico, con esperienza nell’astrofisica e nell’applicazione del machine learning all’analisi dei dati spaziali.

Questa è la nostra forza: unire rigore scientifico e velocità di esecuzione per affrontare un problema urgente, che riguarda tutti.

Ringraziamo Mentore Giorgetti, Spaceflux Italia e Spaceflux per questa intervista.

© 2025 Astrospace.it Tutti i diritti riservati. Questo articolo può essere riprodotto o distribuito integralmente solo con l’autorizzazione scritta di Astrospace.it o parzialmente con l’obbligo di citare la fonte.
Tags: detriti spazialiIntervistaSpaceflux

Potrebbe interessarti anche questo:

Come produrre centinaia di satelliti all’anno? Intervista a Giuseppe Santangelo, CEO di Space Industries

Agosto 5, 2025

Strategia, mercato e ambizioni: il punto di Giulio Ranzo sul futuro di Vega e del mercato europeo

Giugno 12, 2025
La prima EVA dell'equipaggio di Shenzhou-20 sulla stazione spaziale cinese Tiangong. Credits: CMS/CNSA

Shenzhou-20: completata la prima EVA, per l’installazione di protezioni contro i detriti spaziali

Maggio 22, 2025

Present and future of space debris management. Interview with Tim Flohrer, head of the ESA Space Debris Office

Marzo 26, 2025

Presente e futuro della gestione dei detriti spaziali. Intervista a Tim Flohrer, responsabile dell’ESA Space Debris Office

Marzo 26, 2025
Rappresentazione artistica dell'esopianeta WASP-121b. Credits: Mikal Evans

L’importanza di aver mappato in 3D l’atmofera di un esopianeta. Intervista ai ricercatori INAF Lorenzo Pino e Francesco Borsa

Marzo 17, 2025
Attualmente in riproduzione

Tutte le missioni lunari a cui sta lavorando l'Italia

Tutte le missioni lunari a cui sta lavorando l'Italia

00:26:20

La nuova manovra DYNAMIC BANKING di Starship spiegata!

00:16:52

Cosa sta succedendo alla NASA e ad Artemis? Chi avrà il primo allunaggio?

00:15:38

Dopo HALO e il Lunar Gateway: il futuro lunare spiegato da chi ci lavora

00:17:39

Il James Webb sta veramente rivoluzionando l’astrofisica?

00:17:09

Perché non siamo più tornati sulla Luna dopo Apollo 11?

00:15:39

Ecco come le onde gravitazionali stanno cambiando l'astrofisica!

00:15:55

Cosa sono e da dove provengono gli OGGETTI INTERSTELLARI come 3I/Atlas?

00:16:39

Un mese da record per Rocket Lab. La Cina affronta una crisi dei lanci spaziali - Launchpad

00:09:33

L'esplosione di Starship S36 cambia tutto?

00:11:19

Abbiamo visto da vicino HALO: il primo modulo del Lunar Gateway

00:18:34

Yuri Gagarin, il semi Dio che ha sfidato lo spazio – La vera storia di Vostok 1

00:11:41

La storia completa del lander che ha portato l'ITALIA sulla Luna

00:22:58

SpaceX può arrivare su Marte nel 2026? Aggiornamenti da Starship e Starbase

00:11:08

Euclid inizia la creazione del più grande Atlante cosmico della storia - Le nuove immagini spiegate

00:11:18

Diretta allunaggio Blue Ghost e LuGRE

03:00:24

Diretta ottavo volo di test di Starship - Lancio rinviato!

02:21:37

Il 2025 di Starship. Cosa aspettarci fra lanci, test e progressi a Starbase

00:14:32

BE-4 o Raptor? Ecco come funzionano i due motori di Blue Origin e SpaceX

00:15:12

La storia di Europa Clipper: alla ricerca di vita aliena intorno a Giove

00:21:59

I sette telescopi spaziali e terrestri più attesi nei prossimi dieci anni

00:20:14

Com'è andato il settimo volo (ed esplosione) di Starship? Un'analisi preliminare

00:08:43

Verso la Luna, e oltre - I progressi di Starship

00:10:37

La nuova analisi ambientale di Starbase e il settimo volo di Starship

00:08:56

La storia del Dream Chaser, il nuovo spazioplano americano pronto al lancio

00:20:05

Speciale elezioni americane - Questa settimana nello spazio 39

01:37:52

La storia di Ariane 6, il nuovo razzo pesante europeo. Sarà l'ultimo?

00:21:44

Polaris Dawn: la storia della più incredibile missione spaziale privata di sempre.

00:17:51

Sesto lancio di test Starship - Diretta

04:33:33

Che fine hanno fatto i lanciatori europei? Analisi di una crisi in corso

00:17:14

Come è andato il quarto volo di Starship? Una dettagliata analisi.

00:11:34

La storia di Starliner: l'ultima capsula spaziale che costruirà Boeing?

00:23:54

La Cina può veramente portare un astronauta sulla Luna prima del programma Artemis?

00:13:00

Come funziona un razzo a propulsione termica nucleare?

00:19:16

Manned Venus Flyby: la storia di quella volta che la NASA voleva mandare tre astronauti su Venere

00:15:21

Il terzo volo di test di Starship (IFT-3) è stato un successo o un (parziale) fallimento?

00:12:12

Perché si costruiscono ancora stazioni spaziali?

00:13:52

La missione IM-1 di Nova-C Odysseus è stata un successo o un fallimento?

00:10:11

Quanto costa il turismo spaziale? Confronto fra mezzi, orbite e opportunità

00:17:16

Cosa sono e a cosa servono gli Accordi Artemis?

00:15:40

Perché è ancora così difficile atterrare sulla Luna?

00:23:27

Starship: successo o fallimento?

00:19:30

Speciale Artemis 1 - Ecco la prima missione del nuovo Programma di esplorazione lunare Artemis

00:30:05

DART e LICIACube: la prima missione di difesa planetaria. Cosa succederà prima e dopo lo schianto?

00:39:10

La prima foto del "nostro" buco nero Sgr A*

01:07:58

La guida completa alla scelta di un telescopio - Live speciale

01:24:54

I cancelli del cielo - Geopolitica ed economia dello spazio

01:03:56

Com'è andato il quinto volo di Starship?

00:09:21

Il test del Raptor nello spazio, l'ultimo prima di portare la Starship in orbita

00:09:40

Cosa succederà durante il nono volo di Starship?

00:11:16

Lo Zhuque-3 cinese è pronto al lancio. Ecco tutto quello che sappiamo

00:22:23

I più letti

  • Render di una base lunare del futuro. Credits: ESA/Foster + Partners

    L’ESA avvia lo studio del progetto pilota HOBI-WAN, per la produzione autonoma di proteine in microgravità

    0 condivisioni
    Condividi 0 Tweet 0
  • Il James Webb potrebbe aver osservato la prima popolazione di stelle dopo il Big Bang

    0 condivisioni
    Condividi 0 Tweet 0
  • Finalmente si torna a parlare di Luna. I progressi di Starship

    0 condivisioni
    Condividi 0 Tweet 0
  • La cometa interstellare 3I/ATLAS emette un getto verso il Sole, come le comete del Sistema Solare

    0 condivisioni
    Condividi 0 Tweet 0

Segui AstroSpace.it anche in:

Telegram LinkedIn Twitter Youtube

Eventi in programma

Notice
Non ci sono eventi previsti.

Gli ultimi approfondimenti

La "Harvest Moon" del 29 settembre 2023, l'ultima Superluna dell'anno 2023, fotografata con il telescopio Takahashi TSA 102 aperto a f/8 presso l'Osservatorio Astronomico "G. Beltrame", gestito dal Gruppo Astrofili Vicentini. Credits: Mariasole Maglione

In arrivo la Superluna più grande e luminosa del 2025. Ecco quando, come e perché osservarla

Novembre 4, 2025
A sinistra, la cometa C/2025 R2 (SWAN). A destra, la cometa C/2025 A6 (Lemmon). Credits: Team Ciel Austral; Ryan101 via Reddit

Ci sono due comete vicine al perigeo. Ecco come e quando osservarle

Ottobre 20, 2025

Perché Starship è importante? – Lo spazio secondo me, di Paolo Ferri

Ottobre 15, 2025


News e approfondimenti di Astronautica e Aerospazio. Astrospace.it è pubblicato da Astrospace Srl.

info@astrospace.it 
www.astrospace.it

P.IVA: 04589880162

  • Astrospace ADV
  • AstroSpace.it
  • Collabora
  • La redazione
  • Feed RSS
  • Newsletter
  • Shop
Privacy Policy Cookie Policy

Abbonati

Entra in Astrospace Orbit per leggere gli articoli Premium di AstroSpace

ISCRIVITI ORA

©2023 Astrospace

Nessun risultato
Guarda tutti i risultati
  • Home
  • Agenzie Spaziali
    • NASA
    • Cina
    • ESA
    • ASI
  • Esplorazione spaziale
    • Speciale Artemis 1
    • ISS
    • Luna
    • Sistema solare
    • Scienza
      • Astronomia e astrofisica
      • Fisica
  • Space economy
    • SpaceX
    • Boeing
    • Blue Origin
    • Nuove imprese
    • Rocket Lab
    • Satelliti
  • Spazio Italiano
  • Le grandi firme dello spazio
    • Paolo Ferri
Orbit
Shop

© 2024 Astrospace.it Info@astrospace.it - News e approfondimenti di astronautica e aerospazio. Astrospace.it è pubblicato da Astrospace srl P.IVA: 04589880162