Il telescopio Flyeye dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha ottenuto la sua “prima luce”, dando ufficialmente inizio alla sua attività di sorveglianza spaziale. Durante questa fase inaugurale, il telescopio ha catturato le sue prime immagini di oggetti celesti.
Progettato da OHB Italia in collaborazione con l’ESA e l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), Flyeye si distingue per la sua architettura ottica ispirata all’occhio composto degli insetti. Dotato di uno specchio primario da un metro, il telescopio suddivide la luce in 16 canali, ciascuno con una propria camera, permettendo l’osservazione simultanea di ampie porzioni di cielo con elevata sensibilità.
Questa configurazione consente a Flyeye di monitorare automaticamente il cielo ogni notte, identificando oggetti potenzialmente pericolosi senza intervento umano diretto. Le osservazioni saranno verificate dal Near-Earth Object Coordination Centre (NEOCC) dell’ESA e i dati trasmessi al Minor Planet Center per ulteriori analisi.

Il contributo dell’Italia a Flyeye
Il telescopio Flyeye si trova attualmente presso il Centro di Geodesia Spaziale dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) a Matera, dove ha iniziato le prime osservazioni sperimentali. La sua destinazione finale, tuttavia, sarà il Monte Mufara, all’interno del Parco delle Madonie in Sicilia, a oltre 1800 metri di altitudine. L’installazione definitiva è prevista entro la fine del 2025.
La scelta del sito siciliano è strategica sia dal punto di vista geografico che tecnico. La posizione elevata e isolata del Monte Mufara permetterà al telescopio di operare con condizioni atmosferiche favorevoli per gran parte dell’anno, garantendo un’ampia visibilità del cielo notturno.
La realizzazione del sito in Sicilia è stata oggetto di un lungo contenzioso amministrativo. Il progetto, avviato già nel 2020, è stato bloccato da un ricorso presentato da associazioni ambientaliste, che contestavano l’impatto dell’infrastruttura sull’ecosistema locale. Dopo mesi di valutazioni, il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) della Sicilia ha accolto la richiesta dell’ESA e dell’ASI, autorizzando nel settembre 2024 la costruzione del telescopio.
L’Italia ha ricoperto un ruolo centrale non solo nella futura gestione della struttura, ma anche nella sua progettazione e costruzione. Flyeye è stato sviluppato da OHB Italia come appaltatore principale, sotto la supervisione dell’ESA e con il supporto dell’ASI. L’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) ha contribuito all’integrazione e alla fase di test, garantendo il corretto funzionamento del sistema ottico e del software di elaborazione dei dati.

Verso una rete globale di monitoraggio
L’ESA prevede l’implementazione di una rete composta da quattro telescopi Flyeye distribuiti tra gli emisferi nord e sud. Questa rete mira a migliorare la velocità e la completezza delle indagini automatiche del cielo, riducendo la dipendenza dalle condizioni meteorologiche locali.
Il programma Flyeye si inserisce nel più ampio contesto del programma Space Safety dell’ESA. Questo programma include iniziative come la missione Hera, che si sta dirigendo verso il sistema binario di asteroidi colpito nel 2022 dalla sonda DART della NASA, per testare la deflessione di asteroidi tramite impatto cinetico. Oppure la missione RAMSES, che nel 2029 incontrerà l’asteroide Apophis, che sorvolerà da vicino la Terra.
Con l’entrata in funzione di Flyeye, l’ESA rafforza la sua capacità di rilevare precocemente oggetti potenzialmente pericolosi, contribuendo significativamente alla sicurezza planetaria attraverso una sorveglianza spaziale avanzata e automatizzata.