Lockheed Martin ha concluso la critical review di un prototipo del Lunar Vertical Solar Array, un pannello solare verticale che verrà utilizzato sulla Luna durante il Programma Artemis.
Questo pannello solare lunare verticale, è una tecnologia pensata per alimentare le future basi lunari poste al polo sud della Luna, dove le lunghe ombre ostacolerebbero la resa di pannelli solari tradizionali. Questo sistema fa parte del programma Lunar Vertical Solar Array Technology (LVSAT) della NASA, che ha finanziato nel 2022 tre diverse aziende per sviluppare soluzioni innovative in vista nella produzione di energia solare sulla Luna.
Le tre aziende finanziate sono Lockheed Martin, Honeybee Robotics (azienda di proprietà di Blue Origin) e Astrobotic, tutte e tre con un finanziamento di circa 20 milioni di dollari.
Una nuova generazione di pannelli solari per la Luna
Il prototipo di Lockheed Martin, denominato Multi-mission Modular (MM) Solar Array, è stato progettato per catturare la luce solare al di sopra delle ombre del terreno lunare, generate da crateri e massi. Queste ombre sono particolarmente lunghe al polo sud, dove l’incidenza dei raggi solari è quasi parallela al suolo. Con un’altezza massima di 20 metri, gli array verticali sono capaci di estendersi, ritrarsi e autolivellarsi automaticamente, ottimizzando l’efficienza della produzione energetica.
A differenza delle tecnologie precedenti, il design di Lockheed offre il 50% in più di potenza con una riduzione del 30% della massa. La struttura ha completato con successo test termici, prove su terreni di regolite simulata e test di resistenza a temperature estremamente basse, fino a -230°C, per simulare le condizioni della notte lunare.
“Se vogliamo seriamente l’esplorazione lunare sostenibile, dobbiamo costruire infrastrutture robuste”, ha dichiarato Christie Iacomini, responsabile del programma LVSAT in Lockheed Martin.
Il futuro della produzione di energia sulla Luna
L’obiettivo del programma LVSAT è creare una rete energetica diversificata, che includa soluzioni come array solari verticali, generatori a fissione nucleare e cavi per il trasporto di energia fabbricati con regolite lunare, il tutto per gestire gli habitat per gli astronauti, le comunicazioni e i sistemi di trasporto.
“La disponibilità di energia è il pilastro per lo sviluppo di altre infrastrutture lunari”, ha spiegato Rob Chambers, direttore della strategia di esplorazione spaziale umana e scientifica di Lockheed Martin. Per le lunghe notti lunari, che durano fino a 14 giorni, Lockheed propone di combinare array solari con sistemi di fissione nucleare per garantire una produzione continua.
Nonostante i progressi tecnologici, il futuro del programma LVSAT resta legato alle decisioni della NASA. Tutti e tre i progetti partecipanti sono vicini al completamento dei test, con i rapporti finali previsti per l’inizio del 2025. La NASA, però, non considera LVSAT come un processo competitivo, il che significa che ulteriori sviluppi richiederanno nuovi contratti.
Parallelamente, il programma Artemis, sta subendo già i primi attacchi dalla nuova amministrazione, e il suo futuro, soprattutto nei dettagli e nelle date in cui verrà concluso, appare incerto.