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| On 3 mesi ago

La capsula di Varda Space ha ricevuto i permessi per rientrare a Terra

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La capsula di Varda Space, una startup americana, ha ricevuto i permessi per rientrare a Terra dall’orbita terrestre bassa. La capsula ha massa di 120 kg e 1 metro di diametro e si chiama W-Serie 1. È stata lanciata il 12 giugno, a bordo della missione Transporter-8 di SpaceX e da allora si trova in orbita, ma senza i permessi per il ritorno.

Varda ha avuto difficoltà a ottenere i permessi per l’atterraggio dalla Federal Aviation Administration, che gestisce anche il rientro di velivoli spaziali, e dell’aeronautica militare. W-1 infatti rientrerà a inizio settembre nello Utah Test and Training Range, lo stesso sito dove il 24 settembre 2023 è rientrata capsula di OSIRIS-REx.

I permessi sono infine stati rilasciati il 14 febbraio, e il rientro sarà effettuato il 21 febbraio. Varda Space ha comunicato che si tratta della prima volta che la FAA concede il permesso per un rientro controllato dallo spazio, sul suolo americano a una azienda privata.

Le difficoltà per ottenere questi permessi sono dovute principalmente al cambio di normativa della FAA, che ora si chiama Part 450. A ottobre Varda comunicò che una richiesta fatta a settembre era già stata rifiutata. Insieme a problematiche normative e di sicurezza, centra anche il fatto che il modulo di servizio di questa capsula, costituito da un photon di Rocket Lab, brucerà in atmosfera, ma alcuni pezzi potrebbero arrivare a Terra.

Piccole fabbriche spaziali costruite in serie

L’obiettivo di Varda Space, di cui questa capsula è il primo prototipo, è costruire delle piccole capsule in modo serializzato, per effettuare esperimenti o produzione in orbita. Dopo alcuni giorni in orbita, a bordo della capsula di Varda si sono prodotti con successo cristalli di ritonavir, un farmaco per il trattamento dell’HIV. Come dimostrato da diversi studi condotti sulla ISS, la produzione di farmaci, materiali e particolari elementi complessi, risulta essere più efficiente in condizione di microgravità.

Questa produzione è completamente automatizzata, dato che ovviamente questi mezzi di Varda non sono pensate per il trasporto di astronauti. La capsula deve quindi ritornare sulla Terra per la raccolta dei campioni prodotti e dei risultati degli esperimenti.

Varda Space ha siglato un accordo con Southern Launch, un’azienda che gestisce uno spazioporto in Australia, vicino Adelaide. I successivi rientri delle prossime capsule saranno effettuati al Koonibba Test Range grazie alla collaborazione con l’azienda australiana. La seconda missione è prevista per la metà del 2024.

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