Mentre in Italia erano le 3:39 dell’11 luglio, dalla base californiana di Vandenberg è partito un Falcon 9 con a bordo 46 Starlink. Poco più di un’ora dopo, SpaceX ha rilasciato correttamente il suo carico in orbita, completando così la missione numero 29 del 2022. Il lancio, denominato Starlink-3.1, vede l’inizio della costruzione di un nuovo guscio orbitale di satelliti, che serviranno a garantire il funzionamento del servizio alle latitudini maggiori.
L’azienda ha completato questa nuova missione tre giorni e mezzo dopo il precedente lancio, mantenendo così la media di un successo ogni 6.6 giorni. SpaceX si avvicina sempre di più al primato stabilito lo scorso anno di 31 lanci. Nel 2021 avevamo dovuto attendere fino a dicembre per vedere la ventinovesima missione, mentre quest’anno si è svolta a luglio. Sale a quota 2803 il numero di Starlink portati in orbita e ora potremmo vedere SpaceX impegnata nella realizzazione di due diversi gusci orbitali.
I diversi gusci orbitali di Starlink
Il numero 3 che identifica la missione indica il fatto che gli Starlink orbiteranno con un’inclinazione di 97.6°, a un’altezza di 560 km. Nei piani di SpaceX infatti vi è la realizzazione di 5 diversi gusci orbitali, ognuno caratterizzato da una inclinazione e un’altezza determinata per i satelliti.
A maggio dello scorso anno l’azienda di Musk ha completato la missione Starlink-28, necessaria a completare il primo guscio. Questo prevede 1584 Starlink a un’altezza di 550 km, con inclinazione di 53°, ed è servito a fornire una prima copertura per poter testare il servizio. Gli Starlink lanciati fino a quel momento sono però stati molti di più.
Alcuni infatti sono in orbita come satelliti di back up, in caso qualcuno abbia dei guasti. Altri sono stati utilizzati per effettuare dei test mentre diversi Starlink hanno avuto malfunzionamenti e sono deorbitati.
Da novembre SpaceX ha iniziato la costruzione del secondo guscio, le cui missioni sono classificate con il numero 4. Questi Starlink si trovano su un’orbita a 540 km di altezza, con inclinazione di 53,2°. Anche questo guscio prevede 1584 satelliti e attualmente ne sono stati lanciati 968, di cui 53 arrivati nello spazio proprio con la precedente missione del 7 luglio.
Il guscio orbitale numero tre prevede un numero di satelliti molto inferiore, “solo” 348 Starlink. SpaceX aveva richiesto a maggio di quest’anno i permessi alla FCC per iniziare la realizzazione di questo nuovo guscio orbitale.
A differenza degli altri lanci, il Falcon 9 riesce a portare soltanto 46 satelliti verso l’orbita polare, a causa proprio dei parametri orbitali di destinazione. A SpaceX serviranno quindi 8 missioni per completare questo nuovo guscio, portando in orbita anche alcuni satelliti di back up. Vedremo quindi l’azienda impegnata contemporaneamente a completare due diversi gusci orbitali. Grazie a questi Starlink in orbita polare, SpaceX potrà connettere a internet tutto il Canada, l’Alaska e l’intera penisola Scandinava.
Sei voli per il B1063
Per la centounesima volta SpaceX effettua un lancio con un Falcon 9 riutilizzato. Si tratta del booster con numero di serie B1063, che ha volato la prima volta a novembre del 2020, portando in orbita il satellite Sentinel 6A. L’azienda di Musk lo ha utilizzato anche per la missione DART, iniziata il 24 novembre dello scorso anno. Questa si concluderà il 2 ottobre, con lo schianto della sonda sull’asteroide Dimorphos.
Sono poi quattro le missioni Starlink supportate dal B1063, compresa quest’ultima. Il Falcon 9, otto minuti e mezzo dopo la partenza, è atterrato sulla chiatta Of Course I Still Love You, posizionata a circa 643 km di distanza. Salgono a quota 129 gli atterraggi totali effettuati.
Si tratta della sesta volta in cui assistiamo a un decollo dalla base militare di Vandenberg in questo 2022. In totale i lanci effettuati da questo complesso di lancio sono 24.
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