Ogni 76 anni circa, torna a farci visita nel Sistema Solare interno la cometa 1P/Halley, più comunemente nota come cometa di Halley. Lo scorso 9 dicembre 2023 la cometa ha oltrepassato l’afelio, il punto nella sua orbita ellittica più lontano dal Sole, e sta ora tornando a riavvicinarsi alla nostra stella, e quindi a noi.
La cometa 1P/Halley è una cometa di breve periodo visibile dalla Terra ogni 76 anni circa. Si tratta dell’unica cometa di breve periodo conosciuta che è regolarmente visibile a occhio nudo dalla Terra, e quindi l’unica cometa a occhio nudo che può apparire due volte nell’arco di una vita umana.
Tra 37 anni e mezzo, precisamente il 28 luglio 2061, la cometa si troverà al perielio, il punto di minima distanza dal Sole. L’ultimo passaggio al perielio di 1P/Halley è stato il 9 febbraio 1986, occasione in cui la sua visibilità dall’Italia non è stata ottimale. Nel 2061, invece, si prevede che il suo ritorno sarà spettacolare, e visibile ad occhio nudo.
La cometa 1P/Halley
I ritorni periodici della Halley verso l’interno del Sistema Solare sono stati osservati e registrati dagli astronomi di tutto il mondo almeno dal 240 a.C. Uno dei primi riferimenti storici è rintracciabile nel testo ebraico Talmud, dove un passaggio afferma:
Esiste una stella che appare una volta ogni settanta anni, e rende confusa la volta celeste inducendo in errore i capitani delle navi.
Nel 1066 si pensò fosse un presagio: più tardi quell’anno Aroldo II d’Inghilterra morì nella battaglia di Hastings. È rappresentata sull’Arazzo di Bayeux, e i resoconti giunti fino a noi la descrivono quattro volte la grandezza di Venere, con una luce pari ad un quarto di quella della Luna.
Nell’Adorazione dei Magi di Giotto, affresco della Cappella degli Scrovegni a Padova, è visibile una cometa appoggiata sulla capanna che ospita la Natività. Presumibilmente l’idea di dipingere questa cometa venne a Giotto dopo aver assistito al passaggio della Halley tra il 1301 e il 1302.
Solo nel 1705, però, l’astronomo inglese Edmond Halley capì che le diverse apparizioni erano riapparizioni della stessa cometa. In seguito a questa scoperta, la cometa prende il nome da Edmond Halley.
Perché la Halley ritorna?
1P/Halley è classificata come cometa periodica o a breve periodo, con un’orbita che dura meno di 200 anni. Ciò la contrappone alle comete a lungo periodo, con orbite che durano migliaia di anni.
Le comete a breve periodo seguono orbite più strette attorno al Sole rispetto alle comete a lungo periodo. Inoltre, tendono ad avere orbite più stabili e sono spesso legate a una famiglia di comete con orbite simili. Provengono principalmente dalla fascia di Kuiper, oltre l’orbita di Nettuno, ma anche dalla nube di Oort, una vasta regione sferica estesa molto oltre l’orbita nettuniana e considerata la fonte principale delle comete a lungo periodo.
Gli scienziati stimano che 1P/Halley si trovi nella sua orbita attuale da 16mila-200mila anni. Purtroppo l’intervallo è molto grande, perché non è possibile integrare numericamente la sua orbita per più di qualche decina di apparizioni.
Inoltre, quando la Halley si avvicina al Sole, come qualsiasi altra cometa, riscaldandosi espelle dalla sua superficie getti di gas che la fanno uscire di poco dal suo percorso orbitale. Questi cambiamenti orbitali causano ritardi nel suo perielio di circa quattro giorni, in media.
Il 9 dicembre la cometa di Halley si trovava a una distanza di quasi 5.3 miliardi di km dal Sole. Il perielio del 28 luglio 1961, invece, avverrà a soli 88.7 milioni di km dalla stella. Il passaggio più ravvicinato alla Terra sarà il giorno dopo, il 29 luglio, a una distanza di circa 71.8 milioni di km dal Sole.
La missione Giotto
Durante la sua visita del 1986, la Halley è diventata la prima cometa ad essere osservata in dettaglio da un veicolo spaziale, la missione Giotto dell’ESA, il cui nome si deve proprio al pittore Giotto di Bondone che dipinse la Halley nell’Adorazione dei Magi.
Il 13 marzo 1986 la sonda Giotto riuscì ad avvicinarsi a una distanza di soli 596 km dalla superficie della cometa. La suite di 10 diversi strumenti scientifici della missione permise di ottenere importanti informazioni, sia sulla cometa 1P/Halley, sia sulla generica struttura di un nucleo cometario, sul meccanismo di formazione della coma e della coda.
Giotto ha mostrato che il nucleo di 1P/Halley è un corpo scuro a forma di arachide, lungo 15 km e largo da 7 a 10 km. Solo il 10% della superficie era attiva, con almeno tre getti di gas in sublimazione visibili sul lato illuminato dal sole. Inoltre, sarebbe composta in gran parte da materiali polverosi e non volatili, e solo una sua piccola parte è ghiacciata.
In realtà, oltre alla missione Giotto, in occasione dell’avvicinamento del 1986 ci fu una vera e propria “flotta” di sonde spaziali che furono lanciate per l’occasione. Passò alla storia come la Halley Armada, costituita dalla europea Giotto, dalle sonde sovietiche Vega 1 e Vega 2, dalle giapponesi Suisei e Sakigake e dalla statunitense ICE (International Cometary Explorer).
Il passaggio nel 2061 sarà spettacolare
Al prossimo perielio, previsto per il 28 luglio 2061, la cometa di Halley si troverà in una posizione migliore per l’osservazione rispetto all’apparizione del 1985-1986, in quanto si troverà dalla stessa parte del Sole rispetto alla Terra. Il massimo avvicinamento alla Terra avverrà un giorno dopo il perielio.
Si prevede che la Halley avrà una magnitudine apparente di -0.3, rispetto al +2.1 dell’apparizione del 1986. Il 9 settembre 2060, Halley passerà a 147 milioni di km da Giove e il 20 agosto 2061 passerà a 8.12 milioni di km da Venere.
Il passaggio del 2061 si preannuncia spettacolare. In condizioni di cielo sereno e basso inquinamento luminoso, la cometa sarà visibile a occhio nudo per circa un paio di mesi.
Fino a metà giugno sarà bassa all’orizzonte, poco prima dell’alba. Salirà poi nel cielo fino a metà luglio, crescendo di luminosità, per poi diminuire verso la fine di luglio. Il momento migliore per l’osservazione sarà il mese di agosto, quando 1P/Halley sarà visibile bassa sull’orizzonte la sera. Raggiungerà il massimo di visibilità tra il 5 e il 10 agosto, quando la sua luminosità raggiungerà la prima magnitudine, simile a quella delle stelle più brillanti nel cielo, con una coda lunga e ben distinta.
Perché questa cometa è così importante?
La cometa di Halley è importante, interessante e famosa per diverse ragioni. Innanzitutto, la sua periodicità relativamente breve la rende un oggetto di studio unico nel suo genere nel cielo notturno. Il suo ritorno regolare, ogni 76 anni circa, ha consentito agli scienziati di osservarla e studiarla per secoli, contribuendo alla comprensione delle comete e dei fenomeni celesti legati al loro passaggio.
La Halley ha anche un ruolo storico significativo: il suo ciclo orbitale predetto e confermato ha consolidato la comprensione dell’orbita delle comete nel Sistema Solare, dimostrando che questi corpi celesti seguono leggi fisiche, e possono essere predetti con precisione.
Inoltre, le missioni spaziali come quella della sonda Giotto hanno permesso di studiare da vicino 1P/Halley, fornendo dati preziosi sulla sua composizione, struttura e comportamento. Queste missioni hanno fornito informazioni fondamentali sulla natura delle comete, sull’evoluzione del nostro sistema planetario, ma anche sulla possibile origine dell’acqua sulla Terra. Infatti, inizialmente si pensava che le comete come la Halley potessero aver contribuito a portare l’acqua presente sul nostro pianeta.
Infine, la cometa di Halley è stata una fonte di ispirazione nella cultura popolare, apparendo in opere letterarie, artistiche e culturali. La sua storia, il suo ciclo e la sua bellezza nel cielo notturno l’hanno resa un simbolo di mistero, meraviglia e scoperta, nel mondo della scienza, e al di là di essa.
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