L’Agenzia Spaziale Europea ha comunicato che il detrito spaziale che sarebbe stato oggetto di raccolta durante la prima missione di Clear Space, è probabilmente stato colpito da un altro detrito. Questo scontro dovrebbe aver originato una frammentazione dell’oggetto più grande, producendo ulteriori detriti che sono stati osservati da Terra. Attualmente sono questi ad essere stati rilevati dall’ESA, e potrebbero far cambiare il target della missione di recupero.
Il rifiuto spaziale in questione era un adattatore VESPA, utilizzato per il rilascio di satelliti nello spazio dopo il lancio a bordo del vettore italiano Vega. Questo in particolare risale ad un lancio Vega del 2013, quando ha trasportato nello spazio i satelliti Proba-V, VNREDSat-1 e ESTCube-1. La missione Clearspace-1 dell’ESA avrebbe dovuto agganciare questo rifiuto nello spazio e trasportarlo in atmosfera. Esso infatti si trova ad una quota piuttosto alta, in un’orbita di 660 x 790 km, con un’inclinazione di 98.72°.
La missione si svolgerà con un trasportatore sviluppato dalla startup svizzera Clear Space, che ha ricevuto il supporto dell’ESA sia come partner commerciale e scientifico, sia come finanziatore di questa missione.
Questo adattatore VESPA è stato tracciato negli scorsi giorni anche dal 18esimo Space Defense Squadron dell’Air Force, e in modo indipendente dal Fraunhofer Institute for High Frequency Physics and Radar Techniques in Germania e dal gruppo polacco del European Optical Network. Queste osservazioni hanno rilevato che il corpo principale del detrito è ancora intero, e che non ci sono grosse variazioni di orbita.
Nonostante questo l’ESA sta attentamente valutando se cambiare target per la missione Clearspace-1, il cui sviluppo procede comunque come previsto. Il lancio di questa missione era originariamente previsto per il 2024.

L’emergenza detriti spaziali
Un impatto fra detriti spaziali non è un avvenimento così infrequente, purtroppo, ma non così di frequente viene osservato e tracciato con così tanta precisione. L’adattatore VESPA in questione era infatti osservato attentamente come obiettivo della missione di recupero, ma non è certo l’unico caso di questo tipo. Anzi, rappresenta un ulteriore esempio di come il problema dei detriti e rifiuti nello spazio sia da osservare attentamente e destinato a crescere nel breve termine.
Un tentativo di risolverlo deve partire per forza dalla rimozione di detriti di grandi dimensioni. Questi si sono accumulati negli anni provenendo da ultimi stadi di razzi, grossi satelliti arrivati alla fine della loro vita operativa oppure spenti prematuramente, e adattatori come questo VESPA. Quasi tutti questi elementi, nei lanci moderni presentano sistemi per deorbitare autonomamente, alla fine della loro vita operativa, oppure dopo aver rilasciato il proprio carico. Negli ultimi 60 anni se ne sono però accumulati parecchi, soprattutto nelle orbite LEO alte (oltre i 500 km).
Qui si può leggere il comunicato ESA.
Scopri Astrospace Shop!
Visita il nostro shop per trovare prodotti esclusivi a tema spazio.