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| On 10 mesi ago

Rocket Lab lancia e recupera, con una media di un lancio al mese nel 2023

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Rocket Lab, il 18 luglio alle 01:30 italiane, ha lanciato un altro vettore Electron, portando in orbita sette satelliti, per quattro clienti diversi. Il piccolo vettore, partito dal Pad-B del Launch Complex 1 in Nuova Zelanda, è stato poi recuperato al largo dell’Oceano Pacifico, dopo un rientro con il paracadute. Si tratta del quinto recupero di un primo stadio di Electron avvenuto direttamente dall’Oceano, un passo importante verso la riutilizzabilità. Due sono stati invece i tentativi di recupero al volo durante la fase finale di discesa, entrambi parzialmente falliti.

Il recupero, avvenuto “ripescando” lo stadio dall’Oceano, è possibile solo per dei primi stadi appositamente modificati. Electron deve infatti resistere sia all’impatto con l’atmosfera, uno sforzo importante soprattutto nella prima fase di discesa, ma anche a quello con l’acqua, seppur rallentato dal paracadute.

Inoltre, lo stadio deve resistere alcune ore galleggiando nell’Oceano, un ambiente particolarmente dannoso. Il riutilizzo non è ancora del tutto possibile, dato che Rocket Lab solo entro la fine del 2023 farà volare un Electron con dei motori Rutherford recuperati e certificati.

Baby Come Back

La missione, chiamata “Baby Come Back” ha trasportato verso un’orbita polare a 1000 km sette cubesat, per NASA, Spire Global e Space Flight Laboratory. I satelliti della NASA erano quattro cubesat del programma Starling, dei dimostratori usati per testare tecnologie di connessione e coordinamento infrasatellitare. Il satellite di Space Flight Laboratory era invece il Telesat’s LEO 3, mentre quelli di Spire erano due cubesat 3U con a bordo il payload Global Navigation Satellite System Radio Occultation (GNSS-RO).

Questa missione, avvenuta un mese esatto dopo la precedente, porta il numero totali di lanci avvenuti nel 2023 a sette, con una media esatta di un lancio al mese. Si tratta di un risultato importante per Rocket Lab, che punta ai 15 lanci nel 2023, e ad oltre 40 nel 2024. Proprio alla fine del 2024 (o più probabilmente nel 2025) dovrebbero inaugurare il nuovo vettore Neutron.

Questo risultato sarà ricercato senza l’implementazione del sistema HASTE, una versione modificata di Electron che viene utilizzata per i lanci Suborbitali. Con quest’ultimo l’azienda punta ad eseguire ulteriori decine dei lanci l’anno, con la conseguenza di abbassare ulteriormente il costo del vettore.