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| On 1 anno ago

Maxar potrà scattare immagini di oggetti in orbita con i satelliti Legion

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La National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) ha modificato la licenza rilasciata a Maxar Technologies, che ora potrà acquisire ed eventualmente rendere pubbliche immagini di oggetti in orbita. I permessi riguardano sia i satelliti di Maxar attualmente in orbita, che quelli futuri.

I satelliti di Maxar coinvolti in questa estensione di permessi sono quelli della costellazione WorldView Legion, in grado di ottenere immagini del nostro pianeta in alta definizione, fino a 30 cm per pixel. Processando questa immagini l’azienda riesce ad arrivare a risoluzioni di 15 cm per pixel.

Grazie alla modifica ai permessi concessa a Maxar, ora l’azienda potrà occuparsi anche di Non-Earth Imaging (NEI). I satelliti Legion potranno quindi acquisire immagini di oggetti che orbitano attorno alla Terra in una quota che va da 200 km ai 1000 km. In questo caso la risoluzione potrebbe anche scendere sotto i 15 cm per pixel, data l’assenza di atmosfera fra l’oggetto e la fotocamera.

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Maxar potrebbe essere la prima azienda a dare il via a nuovo tipo di servizio, che sfrutta i satelliti di imaging per osservare ciò che accade nell’orbita terrestre.

Monitorare l’orbita terrestre

Gli oggetti in orbita possono essere sia satelliti attivi che quelli alla fine del loro servizio, oltre ai molti detriti spaziali. Secondo una stima di Euroconsult, entro i prossimi dieci anni arriveranno in orbita 17 mila nuovi satelliti, un numero quattro volte superiore rispetto il decennio passato. Con questa prospettiva, Maxar punta a fornire un nuovo tipo di servizio per monitorare ciò che accade in orbita.

Potendo osservare oggetti che viaggiano attorno alla Terra e condividendo le immagini con i diversi operatori satellitari, Maxar si pone come uno dei primi fornitori di questo servizio: un supporto alla pianificazione delle manovre che i satelliti devono compiere per evitare le collisioni. Sarà inoltre possibile valutare con più precisione l’ambiente in cui verranno eseguite diverse operazioni spaziali.

Oltre al controllo dello status di salute di determinati oggetti, un riscontro visivo potrebbe fornire maggiori dati sul comportamento di un mezzo spaziale. Un utilizzo di questo tipo lo abbiamo visto con il lancio di SLS. ArgoMoon, il piccolo satellite di Argotec, aveva proprio il compito di monitorare il comportamento dell’ICPS, il secondo stadio del vettore. Le foto scattate hanno aumentano così la quantità di dati ottenuti dalle telemetrie e le telecamere di bordo, fornendo uno sguardo dall’esterno.

Gli altri utilizzi possibili

Maxar inizierà a fornire questo servizio a partire dal 2023, inizialmente fornendolo solamente a pochi enti. Un utilizzo successivo e dalla prospettiva interessante è quello della sicurezza in orbita. Negli ultimi anni sono infatti aumentate le manovre di prossimità fra satelliti di Nazioni diverse, oltre che le tecnologie per disabilitare satelliti in vari modi, direttamente dall’orbita.

L’osservazione diretta di queste manovre (e l’eventuale resa pubblica di queste immagini) renderanno le stesse manovre meno frequenti e più soggette a richieste di chiarimenti. A queste applicazioni si legheranno e aggiungeranno anche quelle legate alle prossime stazioni spaziali private.

Come vediamo nell’immagine di copertina, la costellazione di Maxar sarà in grado di realizzare foto molto definite di un oggetto grande come una stazione, in orbita. Per la fine del 2030 è previsto che in orbita ci saranno almeno 3 stazioni diverse, fra private e nazionali. L’utilizzo di costellazioni per l’osservazione dell’orbita è quindi un’applicazione destinata a crescere.

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